
Torino, occupata mensa universitaria dismessa
La struttura, in ottime condizioni e perfettamente attrezzata, era stata dismessa l’estate scorsa dalla ditta cui l’EDISU aveva esternalizzato la gestione del servizio mense, perché ritenuta poco remunerativa. La diminuzione dei profitti per l’azienda conseguente all’aumento del costo dei pasti stabilito dall’ente aveva infatti condotto alla cessazione del servizio, secondo una logica trasversale del batter cassa che scarica i propri costi sulle condizioni di vita degli studenti. Nella Torino città dei giovani, lo smantellamento dei residui di DSU convive infatti con l’aumento esorbitante di affitti, trasporti, accesso ai divertimenti, etc, disegnando il quadro di un attacco al reddito e alla qualità della vita di giovani e studenti tanto strutturale da sembrare una voce di bilancio nelle finanze indebitate di Comune e Regione.
A questa situazione studenti e studentesse che stamattina hanno occupato la Mensa di Via Principe Amedeo oppongono la richiesta del rifinanziamento immediato delle borse di studio fino alla loro copertura totale. Al presidente dell’EDISU Umberto Trabucco, accorso stamattina sul posto per sostenere che l’ente guarda caso era proprio in procinto di bandire una nuova gara d’appalto per il servizio mense e per annunciare che sporgerà immediata denuncia contro gli occupanti, hanno ribadito l’intenzione di non abbandonare la struttura fino a quando le loro rivendicazioni non saranno soddisfatte.
Nei locali dell’ex mensa troveranno spazio un’aula studio e pasti autogestiti a prezzi popolari, dibattiti, incontri ed assemblee. All’indomani dallo sgombero di un altro spazio occupato torinese, la Verdi 15, che – ugualmente nata dalla mobilitazione contro i tagli al DSU della giunta Cota – da due anni rappresenta in città il soggetto di una lotta sul terreno del reddito capace di intercettare i bisogni di molti giovani, guardiamo con interesse al percorso che nasce dall’occupazione della “Mensa liberata”. Nella speranza che possa diventare un altro luogo di sperimentazione in città di una pratica sociale di riappropriazione di reddito realmente diretta contro i molteplici livelli di impoverimento e precarizzazione che colpiscono le nostre vite di studenti e giovani.
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