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Autogrill, è una mania: ora licenzia le mamme

All’Autogrill sembrano avere un po’ la mania dei licenziamenti: non appena si risolve una vertenza (dopo scioperi, articoli di giornale, tavoli), subito parte un’altra raffica. E così se il sindacato ha appena concluso positivamente il nodo di 43 esuberi della sede centrale, decisi prima dell’estate, adesso è esplosa un’altra emergenza: e questa volta all’aeroporto di Malpensa. Al terminal 1 chiuderanno 4 punti ristoro, e quattro giorni fa sono state aperte le procedure di mobilità per 78 dipendenti su 114.
Il problema è che il colosso della ristorazione in viaggio è parecchio inquieto: non basta evidentemente l’ottavo posto registrato proprio in questi giorni per Edizione – la holding dei Benetton, che detiene la quota di controllo – nella top 20 delle società italiane stilate da Mediobanca. Non bastano i 338 milioni di euro entrati in cassa qualche giorno fa, grazie appunto alla cessione di un 9% delle azioni di Autogrill (e, insieme, di un’altra controllata, Wdf: 80 milioni di plusvalenza complessivi). La super A è in cerca di identità e diversificazione, le concessioni autostradali italiane sono in scadenza, e aumenta sempre più l’interesse per l’estero. Ecco i ripetuti tagli nel Belpaese, che il sindacato tenta di tamponare più che può. «Siamo appena riusciti a ricollocare 40 dei 43 manager dichiarati fuori prima dell’estate, e per i restanti 3 abbiamo un tavolo in Regione – spiega Giorgio Ortolani, Filcams Milano – E adesso, d’improvviso, si apre il caso Malpensa».
Come sempre i dipendenti Autogrill scelgono forme di protesta nuove e colorate: molti lavoratori dello scalo varesino sono donne, e tante di loro monoreddito. Qualche giorno fa sono andate con i loro bimbi in uno dei punti ristoro, hanno preso solo una bottiglietta d’acqua ciascuna e fatto mangiare i figli con merendine portate da casa (a simboleggiare la crisi): mentre i figli giocavano, hanno aperto uno striscione, con su scritto «Autogrill, guarda i volti dei figli dei tuoi esuberi». Una scena d’effetto, a cui hanno assistito tanti clienti dei locali che chiuderanno entro l’anno: «Ciao», «Spizzico», «Sky Lounge» e «A Cafè».
Dei quattro locali, solo uno riaprirà in futuro, lo Sky Lounge, e infatti pare che Autogrill si sia detta disponibile a ricollocare una dozzina di dipendenti. E gli altri? «Noi puntiamo sul cambio di gestione – spiega Pino Pizzo, segretario Filcams Cgil di Varese – Sea, la società aeroportuale che concede in concessione gli spazi, sta restaurando l’area in vista di Expo 2015, e sappiamo che già dall’anno prossimo ci saranno nuovi ristoranti, probabilmente della My Chef. A questo punto chiediamo che intervengano le autorità, per indurre Sea a vigilare che il subentrante riprenda tutti i dipendenti, alle stesse condizioni, come prevede il codice civile e il contratto».
E intanto devono penare anche i dipendenti di Teano Ovest, ristoro sull’A1 verso Napoli. Lavori di ampliamento della stazione di servizio, che vanno avanti ormai da anni, hanno portato disagi per clienti e banconisti (costretti a lavorare in strutture container), un calo delle vendite e una apertura di mobilità per alcuni dei 18 addetti. L’azienda si è detta disponibile a ricollocarli, ma in un mall che dovrebbe aprire sempre a Teano e di cui per ora non c’è traccia: una settimana fa il deputato Arturo Scotto, di Sel, ha presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.

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