
Free Party: a tre anni dall’entrata in vigore del decreto anti-rave migliaia di giovani occupano a Campogalliano (Mo)
AGGIORNAMENTO DOMENICA 2 NOVEMBRE SERA – Violente cariche e lacrimogeni contro le persone presenti al Witchtek. Ci sono feriti e fermati.
A tre anni di distanza dal FreeParty di Campogalliano nei pressi del casello autostradale di Modena Nord cui era seguito il decreto anti rave del Governo Meloni, venerdi 31 ottobre è stato occupato il capannone ex Bugatti sempre a Campogalliano.
I partecipanti hanno invaso il capannone abbandonato della “Fabbrica Blu”, progettata dall’architetto Giampaolo Benedini e aperta nel 1990 per produrre la EB110. Lo stabilimento, chiuso nel 1995 dopo il fallimento Bugatti, era stato custodito per trent’anni dalla famiglia Pavesi, che organizzava visite guidate.
Poi nel 2022 con la vendita all’investitore francese Adrien Labi (coinvolto in Francia in procedimenti fiscali) è iniziato l’abbandono della struttura.
Tre anni fa, a pochi chilometri di distanza, il rave “Witchtek 2K22” radunò oltre 3mila giovani da tutta Europa in un capannone abbandonato alla periferia di Modena (29-31 ottobre 2022). Lo sgombero, ordinato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi portò all’identificazione di oltre mille persone. Il governo Meloni, insediatosi da una settimana, rispose con il decreto anti-rave (art. 434-bis c.p.): reclusione da 3 a 6 anni e multa fino a 100mila euro per “l’invasione di terreni o edifici” finalizzata a raduni pericolosi con oltre 50 partecipanti.
La pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto era avvenuta in tempi rapidissimi (2 novembre 2022).
In quella occasione avevamo sentito Giso Amendola, sociologo e filosofo del diritto, oltre che docente universitario a Salerno Ascolta o scarica

Di seguito il comunicato diffuso dai giovani:
“Consapevoli della falsità di media e giornali volta nei nostri confronti, abbiamo deciso di riappropiarci della nostra narrazione e di raccontare quello che avviene davvero all’interno dei free party. La Festa non è solo un momento di svago, è un atto politico.
Siamo qui per manifestare il nostro dissenso verso un sistema sempre più marcio e oppressivo di cui siamo vittimə tutti i giorni.
Balliamo per rivendicare la nostra libertà e occupiamo per lottare contro la repressione sempre più aggressiva e liberticida.
Perché funziona la repressione? Funziona perché ci spaventa! E perché ci fa paura! Ma da questa paura non ci possiamo far schiacciare, dobbiamo trarne insieme forza e coraggio, il coraggio di non piegarci al sistema, il coraggio di continuare a lottare per la nostra libertà individuale e collettiva, il coraggio di scendere in piazza, di occupare e riappropriarci degli spazi. Il coraggio di essere gli scarti di un mondo in cui conta solo il guadagno e la produttività volta a produrlo. Portiamo avanti non solo ideali ma pratiche di lotta che sono intersezionali, transfemministe, anticapitaliste, antifasciste e antimperialiste.
Cosa succede all’interno di una festa? In questo caso all’interno del Witchtek varie collettività del nord e del centro italia si sono riunite per riappropriarsi di uno spazio privato, quindi sottratto alle persone, nonché abbandonato a se stesso, ridandogli vita in un fine settimana di autogestione, senso comunitario, formazione e confronto oltre che sensibilizzazione e discussione di temi di estrema rilevanza e urgenza come repressione, diritto all’abitare e genocidio del popolo palestinese.
Sono state organizzate proiezioni di documentari, presentazioni di libri e tavoli di confronto, accompagnate anche da ciò che ci contraddistingue: la musica tekno. Subito dopo l’ingresso in occupazione ci si è trovati a confrontarsi con la controparte che, senza provocazione, ha aggredito i presenti ferendone alcuni con delle manganellate. La totale militarizzazione della zona non ha frenato lə occupantə che hanno respinto le volanti e gli agenti permettendo a tuttə di raggiungere la Festa.
I Free Party in quanto tali, sono luoghi di libertà, nei quali non si paga un prezzo per entrare, la Festa viene ripagata in sorrisi sottocassa e solidarietà collettiva. Il guadagno monetario invece, viene speso in cause legali conseguenti all’azione politica o, come in questo caso, devoluto a Gaza. Sempre al fianco degli oppressi e in lotta contro gli oppressori, dalla parte giusta della storia”.
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