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Torino: Mohamed Shahin libero subito!

Ripubblichiamo e diffondiamo il comunicato uscito dal coordinamento cittadino Torino per Gaza a seguito della notizia dell’arresto di Mohamed Shahin, imam di una delle moschee di Torino che ha partecipato alle mobilitazioni per la Palestina.

Ci uniamo alla solidarietà a Mohamed Shahin a fronte di un attacco al movimento che per la sua eterogeneità e composizione intimorisce chi siede ai vertici e ci teniamo a condividere alcuni ragionamenti a caldo su questa grave vicenda.

La parlamentare Augusta Montaruli in quota FdI, vecchia conoscenza torinese, diventa protagonista indiscussa in quanto figura che ha provveduto a segnalare al Viminale le supposte frasi pronunciate da Mohamed Shahin durante una manifestazione, etichettandole come frasi portatrici di odio e violenza. Il governo centrale, nella figura di Piantedosi, non ha esitato ad accogliere la richiesta di espulsione, lo stesso governo che qualche mese fa rilasciava il torturatore libico Al Masri oggi si prende la responsabilità di firmare un decreto di espulsione per un uomo che in Egitto non può tornare in quanto metterebbe a grave rischio la sua incolumità.

Procedure di questo tipo annunciano prassi già consolidate in altri Paesi europei, come la Francia, dove l’espulsione e la chiusura di spazi per le presunte narrazioni “contro l’Occidente” sono atti quotidiani. Una tendenza che concorre a costruire il “nemico interno”, ad alimentare islamofobia e a giocare con il sentimento di paura che innerva la società in tempi di guerra.

Infine, una nota da non sottovalutare, è il ruolo dei quotidiani locali con firme ormai ricorrenti quando si tratta di svolgere una funzione repressiva e coadiuvare alle operazioni di polizia: in particolare salta all’occhio il nome di Caterina Stamin, giornalista di uno dei principali giornali di Torino, che nel suo articolo mette in risalto contenuti fuorvianti che non coincidono con le parole pronunciate dall’imam. Inoltre, nell’articolo si fa riferimento a un’intervista a Mohamed Shahin avvenuta in seguito all’episodio contestato che assolve al preciso intento di rincarare la dose e produrre materiale utile alla Questura. Un atteggiamento che va incasellato nell’esplicita intenzione di collaborare alle operazioni che hanno l’obiettivo di colpire i movimenti sociali e le lotte cittadine, come si riscontra sistematicamente a Torino.

Si invita dunque alla conferenza stampa di questa mattina in piazza Castello a Torino in solidarietà a Mohamed Shahin per opporsi alla sua espulsione.

Abbiamo appreso poche ore fa dell’arresto di Mohamed Shahin, amico e compagno da sempre impegnato nella lotta per la liberazione della Palestina. Questa mattina Mohamed è stato prelevato, arrestato e condotto al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino. Mohamed è stato arrestato dopo due anni di mobilitazioni in cui non ha mai smesso di esporsi pubblicamente contro il genocidio in corso in Palestina.

A Mohamed è stato revocato il permesso di soggiorno di lunga durata e imposta una deportazione immediata verso l’Egitto: un paese in cui non può tornare, dove il regime dittatoriale di al-Sisi – da lui ripetutamente denunciato per corruzione e per il suo esplicito sostegno allo Stato colonialista di Israele – lo esporrebbe a rischio concreto di arresto, tortura e detenzione a vita.

Nonostante la sua richiesta di asilo politico, il giudice ha confermato la deportazione, ignorando ogni evidenza del pericolo reale e documentato che Mohammad correrebbe.

Sappiamo che Mohamed non è un caso, ma una chiara volontà politica: fermare chi in questi anni si è mobilitato contro il genocidio in Palestina. Mohamed è stato preso di mira non solo per il suo impegno politico ma anche perché Imam di una moschea di Torino. Ancora una volta, la propaganda islamofoba diventa strumento per zittire chi alza la voce e rifiuta di abbassare la testa.

Mohamed non ha mai accettato di restare in silenzio di fronte a oltre due anni di massacri. Per questo oggi viene arrestato e minacciato di espulsione verso un regime dittatoriale. Il suo unico “reato” è aver gridato insieme a tutti noi la libertà per la Palestina, aver denunciato la brutalità del colonialismo israeliano, la complicità internazionale e la corruzione dei governi arabi.

Come coordinamento Torino per Gaza denunciamo apertamente questo atto vile, islamofobo e razzista, che si inserisce in un clima politico sempre più ostile verso chiunque non sia  disposto a essere docile e silente. L’obiettivo è chiaro: fermare il grosso ed eterogeneo movimento per la Palestina. Noi non accettiamo nulla di tutto questo, non fermeranno la voce di Mohamed e non fermeranno nemmeno le nostre voci, noi siamo con Mohamed. 

Per questo domani saremo in piazza, sotto la Prefettura di Torino alle ore 11:30, per esprimere massima solidarietà a Mohamed e per impedire che questa vergognosa azione venga portata a termine.

Pretendiamo che la sua deportazione venga bloccata. Vogliamo subito Mohamad libero. Palestina libera.

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