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Catania: oltre un migliaio in corteo contro Salvini

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Il 3 oltre un migliaio di manifestanti in piazza contro Salvini a Catania, che nonostante tutte le chiamate sui social raduna circa quattrocento persone da tutta Italia.Radunati in piazza Trento, gli oltre mille manifestanti hanno sin da subito lanciato un messaggio chiaro, scritto anche nello striscione: “la giustizia non la fa un tribunale” e, a capeggiare sul furgoncino in testa alla manifestazione: “abbiamo già la sentenza: Salvini merda”.
La piazza ha proseguito il suo percorso fino piazza Verga, a pochi metri dal tribunale, dove oltre cento rotoli con la faccia di Salvini, che avevano sfilato lungo tutto il corteo, sono stati lanciati al di là del dispiegamento di polizia.

Qualche momento di tensione quando i manifestanti hanno rimosso le tranzenne che delimitavano l’ingresso di piazza Verga,  per ribadire che le strade, le piazze di Catania, appartengono a chi le attraversa ogni giorno e non chi le usa per racimolare voti e poi va via.Il 3 Ottobre Salvini è stato a Catania come imputato in un processo con l’accusa di sequestro di persona, riguardo ai fatti del 2019 legati al divieto di sbarco della nave gregoretti con a bordo 135 migranti.

La lega e Il Capitano pensavano di poter utilizzare inosservati la città di Catania come passerella elettorale, organizzando un circo mediatico di tre giorni dal nome “Gli Italiani scelgono la Libertà”, ad aspettarlo però tre giorni di contro manifestazione iniziati l’1 Ottobre con il flash mob di Non Una di Meno “el violador en tu camino” di fronte all’ingresso del luogo scelto dai leghisti per il convegno e concludendosi con una manifestazione regionale sabato 3 Ottobre a pochi metri dal tribunale di Catania.

Tre giorni di contro manifestazione costruiti attraverso il contributo di moltissime realtà provenienti da tutta la Sicilia.

Ad accogliere i leghisti nell’isola un unico grido: leghisti not welcome, come recita lo striscione appeso in aeroporto, che dava il “benvenuto” ai partecipanti del convegno leghista. Se da una parte i leghisti decidono di rinchiudersi dentro le mura del porto, scortati da centinaia agenti della polizia ed esercito, con filo spinato e container che circondano il fortino, dall’altra parte ad aspettarli c’era il resto della città, pronta a dare l’accoglienza meritata, quella di chi sa che nella propria regione non c’è spazio per razzisti, sessisti, per chi utilizza il sud solo come passerella elettorale dopo anni di calunnie e devastazione.La Sicilia ha dimostrato ancora una volta che non dimentica il passato ma non approva nemmeno le scelte recenti, che non sono una scelta strategica solo della Lega, ma dell’intera classe politica del nostro paese, da Minniti alla Meloni.
Proprio della stessa miseria è fatto quel centrosinistra che poi, quando conviene prova a tornare in piazza. Proprio per questo, e per fugare ogni dubbio si è deciso di bruciare la bandiera del PD insieme a quella della Lega. A Catania il 3 Ottobre si è raccontata e rappresentata una Sicilia ben diversa da quella che Musumeci vuole svendere alla Lega.

Contro ogni politica di odio, sfruttamento, violenza e discriminazione, ancora  una volta, nessuno spazio a parassiti come Salvini e la Lega.

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