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Nucleare, il rischio corre sui reattori delle centrali francesi

Gli stress test effettuati su tutti i 134 reattori nucleari operativi in Europa evidenziano problemi alla sicurezza in 58 reattori nucleari e in tutte le 19 centrali nucleari francesi. Ad anticipare le conclusioni dello studio è il quotidiano francese Le Figaro. I risultati degli stress di resistenza effettuati durante l’arco dell’anno -da quando si è verificato l’incidente della centrale di Fukushima- verranno quindi resi pubblici e domani la commissione europea sarà chiamata ad approvare lo studio, mentre in un secondo momento il vertice Ue dovrà discutere le raccomandazioni a riguardo poiché ad oggi, nessuna misura è stata ancora richiesta al governo francese.

Il pericolo del nucleare si concretizza, mentre proprio in questi giorni si rende nota una notizia ancora più inquietante: un ingegnere della Nuclear Regulatory Commission ha dichiarato che ci sono altre 23 centrali nucleari non in sicurezza, e che il rischio di incidenti analoghi a quello si Fukushima è reale. Ma c’è di più: il governo statunitense lo sapeva e ha volutamente nascosto questa informazione, censurando dettagli relativi ai rischi e alla sicurezza delle centrali nucleari.

Il rapporto -commissionato dal Congresso Usa subito dopo il disastro nucleare di Fukushima- è stato consegnato quattro mesi dopo, nel luglio 2011. In esso sono contenuti i dati sensibili sui siti nucleari a rischio, non solo degli Stati Uniti, ma anche nel resto del mondo. Nella lista, compaiono un totale di 64 reattori di 23 diverse centrali nucleari dislocate tra Nordamerica, Nordafrica, un generico «Mediterraneo orientale», Corea del Sud, Giappone, India, Pakistan, Spagna e Portogallo.

Un gioco sporco quello condotto sul nucleare, fatto di insabbiamento di verità e di studi che non rappresentano una vera e propria novità, anzi che non fanno altro che confermare la nocività e la pericolosità di un’energia che si vuole fare passare a tutti i costi come energia pulita e priva di rischi, mentre incidenti come quello di Fukushima -giusto per citare l’ultimo grande disastro- o rapporti di questo tipo, confermano esattamente il contrario.

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