InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ecuador, “un movimento che nasce e una piazza che vince”

||||

Riceviamo e pubblichiamo questo testo che ritorna sulle mobilitazioni in Ecuador delle ultime settimane, sottolineando la centralità e l’importanza della comunità indigena del paese in quanto avvenuto. Buona lettura.

Provate ad immaginare 25.000 indigeni che devono lasciare i propri territori per andare a lottare una settimana nella capitale di un Paese. Immaginateli dormire per terra, senza poter fare la doccia, facendo file di ore per andare in bagno. Intere famiglie con i loro bambini terrorizzati per la violenza perpetrata dallo Stato ecuadoriano.

Pensate quanta paura avranno provato vedendo morire la loro gente e le migliaia di feriti. Nonostante tutto questo sono rimasti a lottare e hanno vinto.

È stato il secondo sollevamento indigeno della storia del paese. Solo una nuova generazione poteva realizzare ciò che è successo: l’impossibile. Perché ai tempi d’oggi piegare la decisione di un blocco composta da: FMI, Usa, governo ecuadoriano, banchieri, giornalisti mainstream e grandi industriali è
una cosa impensabile.

Se abbiamo vinto è per l’importanza dell’assemblea e delle decisioni collettive, per la pressione sociale esercitata dalle basi indigene verso la dirigenza della CONAIE soprattutto. Il governo ha fatto di tutto per dividerci, ma la nostra capacità di chiarire i rumors e le infamie in modo assembleare (a volte anche mettendosi le mani addosso) ha permesso la non frammentazione del movimento. Non c’erano solo gli indigeni, ma i movimenti sociali di Quito e anche se loro erano l’avanguardia, per ovvi motivi, senza coordinazione tra le varie anime della Comuna di Quito non saremmo riusciti a vincere.

La sera prima della trattativa in assemblea è stata scritta la carta dei popoli, documento con cui la dirigenza della CONAIE è andata a trattare, si sono decise le condizioni, come ad esempio che la trattativa fosse in diretta televisiva. Provate ad immaginare cosa significhi per un governo essere umiliati davanti a 16 milioni di persone che finiscono per identificarsi con il movimento indigeno. Avevano tanta fretta di risolvere il prima possibile la situazione da non aver pensato alle conseguenze.

Per quanto riguarda le riforme contro i lavoratori, il sindacato FUT ne dovrà rispondere, la sua è stata un’assenza in termini massivi ingiustificabile, lor signori sono abituati a fare troppi calcoli politici. Detto ciò hanno annunciato che scenderanno in piazza il 30 ottobre. Pretendere che il movimento indigeno da solo potesse risolvere qualcosa di competenza dei sindacati è malafede.

In Ecuador tutti sono consapevoli che vincere una battaglia non significa aver vinto la guerra, ma essersi svegliati dopo 13 anni. Vedere nascere un movimento sociale di massa e di classe dopo 10 anni di repressione correista è già di per se un esito politico di inquantificabile importanza. Questo apre la strada a una resistenza più organizzata verso ciò che verrà in futuro.

Per concludere non bisogna dimenticare la persecuzione politica perpetrata dal governo di Rafael Correa contro il movimento indigeno, la violenza con cui ha attaccato i loro territori per aprire il passo alla miniera a grande scala data in gestione a imprese cinesi e canadesi. Tutto questo non lo abbiamo dimenticato, per questo motivo non c’è stato spazio per il correismo nelle giornate di Quito.

Quindi è comprensibile che coloro che provano ancora nostalgia per un progetto politico che è oramai un cadavere, l’unica analisi che possano ricavare a più di 10.000 km di distanza sia dire chel’FMI ha vinto grazie all’ingenuità della leadership indigena.

Il popolo ha vinto in strada, nel tavolo di trattative e nella percezione generale della popolazione.

Marcelo Jara

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ecuador

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dalla strategia di Trump ai pakal

Nelle analisi non è bene separare le diverse dimensioni della dominazione, né di nessun oggetto di studio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nel Paese Basco meridionale: risposta antifascista contro i nostalgici di Franco

Durante il raduno, i sostenitori della Falange hanno moltiplicato i saluti fascisti, sfilando con bandiere spagnole e simboli della dittatura militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: quasi 7 milioni di persone partecipano alla giornata di protesta No Kings Day

Di seguito traduciamo il comunicato del movimento No Kings dopo l’imponente mobilitazione di ieri che ha visto la partecipazione di milioni di persone in tutti gli Stati Uniti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Questa notte ho fatto un sogno.. Cronache della mobilitazione di Udine contro la partita Italia-Israele

Ripubblichiamo il comunicato congiunto scritto dalle polisportive popolari che hanno partecipato e animato la mobilitazione a Udine contro la partita Italia-Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: i/le giovani scendono due volte in campo contro Israele

Più di 15.000 a Udine solidali con la Palestina: considerazioni sul corteo del 14 ottobre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ricostruzione a Gaza: il business della “pace” dopo la distruzione

Mentre le macerie di Gaza raccontano l’ennesimo atto di pulizia etnica e annientamento coloniale, il governo italiano si prepara a “sedersi al tavolo della ricostruzione”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alba: Blocchiamo tutto! Free Palestine!

Alba. Venerdì scorso un corteo in sostegno alla popolazione palestinese è partito da Zona h (parco cittadino) in direzione del teatro sociale: si inaugurava la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco; oltre al presidente della regione Alberto Cirio, era previsto l’intervento di Paolo Zangrillo ministro del governo Meloni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Udine: in 15mila mostrano il cartellino rosso ad Israele

In migliaia da tutta Italia hanno raggiunto Udine per manifestare contro la partita della vergogna Italia – Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

In Belgio ondata di proteste contro l’austerità

140.000 persone nelle strade di Bruxelles, blocchi mattutini, traffico aereo quasi paralizzato, scontri violenti: questo è ciò che è successo martedì 14 ottobre dai nostri vicini belgi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù: destituzione veloce di Dina Boluarte. Ragioni, scandali e un rimpiazzo poco raccomandabile

Con un brusco finale di cui è stata la prima presidente, il Perù scrive un nuovo capitolo di una lunga agitazione politica che il paese vive dal 2016.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: proteste e manifestazioni contro il governo. Due morti nelle ultime ore

Proseguono da ormai diversi giorni le proteste in Ecuador per le ultime misure neoliberiste del governo Noboa che con autoritarismo continua il suo programma politico sotto le direttive del Fondo Monetario Internazionale. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il popolo ecuadoriano continua lo sciopero nazionale

L’Ecuador sta vivendo uno sciopero nazionale convocato dalla Confederazione delle Nazionalità Indigene (CONAIE) e da altre organizzazioni. L’aumento dei combustibili e i dettami del FMI ne sono la causa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli occhi dell’impero sulle Galapagos

La decisione del presidente ecuadoriano Daniel Noboa di cedere una base nelle Galapagos alle forze armate degli Stati Uniti dovrebbe scuotere la società

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudamerica: crisi diplomatica dopo l’assalto della polizia ecuadoregna all’ambasciata del Messico a Quito.

Il presidente messicano Obrador ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ecuador, dopo che la polizia ha fatto irruzione nell’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas, legato all’ex presidente Correa, da tempo rifugiatosi in Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: In una settimana sono saliti a 1.500 gli arrestati

Da quando Noboa ha dichiarato che il paese vive un “conflitto interno” sono più di 1.500 i detenuti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: Una guerra contro il movimento indigeno

Il decreto di Conflitto Armato Interno emesso dal governo di Daniel Noboa “si inscrive in modo diretto nella Dottrina dello Shock come condizione di possibilità per l’aggiustamento economico”, sostiene l’economista ecuadoriano Pablo Dávalos.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Ecuador si apre all’intervento militare degli Stati Uniti

La violenza e l’insicurezza che da più di un lustro imperano in Ecuador, promosse da una successione di governi di destra, ha raggiunto oggi una nuova pietra miliare, dopo che il 2023 si è chiuso con circa 8 mila morti violente, il tasso più alto nel numero di assassinati nella storia del paese, e quasi il doppio rispetto alle più di 4 mila avvenute un anno prima.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecuador: “L’opacità è una strategia di controinsurrezione”. Intervista a Raquel Gutiérrez

In questo Paese, dal 2021, sono stati denunciati circa 500 assassinii nelle carceri e, allo stesso tempo, il numero di omicidi aumenta ogni giorno, soprattutto nei quartieri periferici delle città costiere come Esmeraldas e Guayaquil.