
Terni, la polizia carica i lavoratori dell’Ast in sciopero
Al termine dello sciopero la decisione di prolungarlo di un’ora fino alle 14, per permettere al corteo di arrivare fin sotto la Prefettura; lungo il percorso, però, i manifestanti hanno deciso di deviare dalla meta prestabilita e con un blitz a sorpresa hanno fatto irruzione dentro la stazione.
Una volta dentro si sono radunati sui binari con l’intenzione di bloccare i treni per alcuni minuti e portare l’attenzione sulla propria vertenza ma la scelta ha immediatamente innervosito le forze dell’ordine presenti, evidentemente prese in contropiede dalla deviazione del corteo, che si sono avvicinate al presidio di lavoratori e li hanno attaccati brutalmente con una carica a freddo.
La carica ha causato diversi feriti, tra cui il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, colpito alla testa mentre cercava di mediare e tranquillizzare il cordone di celerini che minacciava i lavoratori; un’aggressione confermata come assolutamente spropositata anche dalle parole dello stesso sindaco, che quest’oggi aveva scelto di appoggiare la protesta e la rabbia dei lavoratori dell’Ast.
Nonostante l’aggressione vigliacca della polizia, il corteo ha poi proseguito fino a raggiungere la prefettura.
Le immagini del sindaco ferito hanno suscitato un’ondata di condanne contro l’atteggiamento tenuto falle forze dell’ordine: tra queste anche quella del prefetto di Terni che si è detto ‘addolorato’ per l’accaduto, mentre i capigruppo del Pd già tuonano per chiedere un’indagine sui fatti e il viceministro degli Interni, Bubbico, garantisce di voler ‘far chiarezza’ (ma si affretta a specificare di difendere comunque l’operato della polizia): forse bisognerebbe ricordare a lor signori che le teste aperte dai manganelli sono tutt’altro che reazioni inspiegabili o eccezionali ma sono all’ordine del giorno nella gestione delle proteste da parte della polizia e che tanta indignazione stenta a vedersi quando ad essere aggrediti non sono i primi cittadini…
Dal canto loro i lavoratori non si sono fatti intimidire dalle cariche di questa mattina e promettono di tornare presto in piazza per denunciare quanto accaduto e proseguire la propria battaglia.
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