InfoAut
Immagine di copertina per il post

Donald Trump ha vinto con il risentimento dell’ Uomo Bianco, ma non confondete questo con la classe lavoratrice

Un punto di vista particolare quello dell’ autrice, che da un lato demistifica la letteratura presente in gran parte della narrazione mainstream statunitense sul plebiscito pro-Trump della classe lavoratrice, insistendo in realtà solo su un segmento specifico (ed elettoralmente rilevante, se non decisivo, per il magnate americano), “l’uomo bianco con la tuta e il caschetto”, che sommerge e silenzia i lavoratori poveri, le donne e con una profonda linea di demarcazione razziale. dall’ altro ragiona sulle possibili conseguenze di questa tornata elettorale, non mancando di interrogarsi sulle contraddizioni in seno al Partito democratico.

Buona lettura.

 

La squisita politicità del Presidente Barack Obama, che ci ha dato una riforma della sanità accessibile a molti, seppur in tutta la sua imperfezione, lascerà la Casa Bianca al presidente meno qualificato della Storia, un insignificante e bambinesco narcisista che userà la sua elevata posizione esattamente per rivalersi sui suoi nemici così da attendere alle sue peggiori promesse – costruendo un muro lungo il confine messicano, imponendo un test sulla religione agli immigrati, riesumando il rastrellamento delle persone in strada (stop-and-frisk), e sbarazzandosi di molti dei governi federali.

Le persone che saranno maggiormente colpite saranno ovviamente quelle di colore, tutte le donne e i poveri. Ciò include anche le persone bianche povere, e la loro rilevanza in queste elezioni deve venire analizzata.
Questa stagione elettorale non ha visto una mancanza di edulcorazione e raffigurazioni preoccupate della classe lavoratrice bianca e delle sue lamentele economiche. La classe dei lavoratori bianchi vive in tutto il Paese, ma è sovra-rappresentata negli Stati rurali che hanno maggiormente pesato per Trump,e negli stati in bilico come Nord Carolina, Wisconsin e Michigan, nel mio stato, l’Arkansas, e quello in cui vivo attualmente, il Virginia.

Ma molti nell’ elite confondono la povertà con l’appartenere alla classe lavoratrice. I membri di questa, in questa parte di mondo, guadagnano più soldi dei loro poveri vicini. Sono la classe media delle loro comunità rurali-. Mentre potrebbero far di meglio e sicuramente lottare, è la loro identità culturale ciò che conta in queste elezioni. Credono di lavorare duramente, e credono che le altre persone – i loro vicini, gli immigrati, gli Afroamericani nelle “loro città” – non lo facciano.

In gran parte il sostegno a Clinton è fortemente correlato al reddito, e le persone che guadagnano sotto i 50mila dollari hanno votato democratico. Non vediamo questi numeri sminuiti dall’ appartenenza razziale. Ma ciò che dobbiamo sapere è che la gente bianca sulla soglia di quel reddito ha votato fortemente Trump. Il 55% dei bianchi han votato per Trump,incluso il 63% dei maschi bianchi.
Coloro che non hanno superato il College lo hanno sostenuto in forze, e anche il 49% dei bianchi laureati lo hanno votato, il che significa che ci sono milioni di donne negli States che vengono dai College e hanno accettato di eleggere un uomo che dice che le vorrebbe acchiappare per la figa.

Se ciò fosse il grido disperato della popolazione che soffre realmente dal punto di vista economico, dobbiamo chiederci perché hanno votato per eleggere un uomo che credono sia un multimilionario di Manhattan e che è già mormorato per essere pronto ad affidare la segreteria del Tesoro a un veterano della Goldman Sachs. Se nessuno pensa che il senatore Bernie Sanders, contendente della Clinton alle primarie democratiche, potrebbe essere stato capace di strappare parte dell’ astio economico pilotato verso Trump, allora mi dispiace che loro abbiano dimenticato le antisemitiche, destrorse connessioni con cui la campagna di Trump e giornalisti ebrei di spicco hanno caratterizzato la stagione elettorale. Ciò non sa di angoscia. Ci parla di indentità.  Tutta la retorica riguardante “riprendersi il proprio paese”  potrebbe porre fine ad ogni dubbio riguardo ciò.

Anche laddove Trump parla di lavoro durante la sua campagna, promettendo di ridarlo loro nei comizi propagandistici, si sta riferendo a una certa tipologia di lavoro. Non sta certamente parlando di lavori di insegnamento o sociali, professioni fortemente femminili che quasi certamenmte soffriranno nel caso portasse avanti le sue promesse di tagli al Dipartimento di Educazione e quello della Casa e dello sviluppo Urbano. Lui sta evocando un certo tipo di lavoro di fabbrica, una immagine old-school del lavoro che vede gli uomini vestirsi con i caschetti. Come molto altro nella sua campagna, le sue promesse sono state fatte esplicitamente ad uomini, e uomini bianchi, tra l’altro.

Trump ha ottenuto questi votanti bianchi perché hanno pensato che, nelle parole di Wayne LaPierre dell’anno scorso, “8 anni di un presidente simbolico demograficamente fosse troppo”. Se avessero avuto difficoltà economiche nel Rust Belt, ciò significherebbe che loro hanno maledetto il proprio primo presidente nero per politiche che avrebbero dovuto sapere essere di almeno 30 anni fa – le politiche reaganiane – dato che è da allotra che le industrie importanti hanno cominciato ad andarsene. É un elettorato che non potrebbe scegliere una donna, competente , che ha portato il peso di una politica non maschile così come ha sempre avuto l’iniqua macchia di una carriera di alti e bassi, di cambiare la propria opinioni di fronte a nuove evidenze, e di essere volonterosa di negoziare e trovare il compromesso.

Inoltre, quando questi votanti urlano riguardo alla loro condizione economica, quando Trump gli si rivolge loro, più e più, dicendo che il Governo sta sprecando i loro soldi, una buona parte di questo è la percezione che i soldi del Governo siano diretti ad aiutare Afroamericani, madri single, e la popolazione bianca dei loro quartieri giudicata fanfarona. Roger Stone, alleato di Trump, ha detto a Settembre, riguardo l’appello del suo candidtao ai votanti neri: “Quando stai tradendo il tuo voto per un assegno welfaristico, si, questa è una forma di schiavitù. Si”-

Loro hanno votato contro una economia che credevano stesse conducendo le donne un gradino più su. A luglio, david Frum, nel “The Atlantic”, ha trascritto tutte le interviste e le conversazione da lui fatte a elettori di Trump in uno screed anti-élite preso dalla  loro prospettiva”, “nella nostra America, le differenze di genere era tematica chiusa anni fa – e ora si sono ribaltate”, ha scritto. “Obama nello studio Ovale ci sta umiliando troppo. Ma Hillary sarebbe peggiore: Stiamo perdendo ogni idea che la tutta la leadership è un affare maschile”. Ho guardato ciò è non è vero. Ovunque negli States, le donne stanno peggio degli uomini sia nella partecipazione nel mercato del lavoro che nei salari. Anchese ci fosse una piccola nicchia dove le donne stiano meglio degli uomini, sarebbe troppo piccola per misurare o fare anche solo una piccola differenza in ciò che misuriamo.  Ciò che é vero è che le donne stanno conquistando terreno. Gli uomini nelle comunità rurali degli States non sono capaci di percepire ciò come qualsiasi altra cosa ma come perdita dei propri vantaggi.

La strategia sudista ha funzionato, e Trump ha fatto le sue promesse in maniera esplicita. Porterà gli interessi dell’ uomo bianco in cima, non importa chi altro popoli gli States, e qualsiasi dannato diritto abbia.
Il fatto che le donne bianche hanno votato per lui non diminuisce questa pretesa. Mostra solamente quanto profondo sia il sessismo, e quanto possa essere più importante l’identificazione razziale rispetto a quella di genere. Chiunque dica altro sta solamente tenatndo di negare ciò che mostrano i numeri crudamente; gli uomini hanno votato molto più favorevolmente bianchi, e così erano persone bianche. La semplice spiegazione è proprio questa.

E’ il bilancio umano a cui queste elezioni possono portare che mi turba di più. Può darsi che Trump non inizi deportando Musulmani e Latinos. Può darsi che sia incastrato dalle regole delle istituzioni che ora rappresenta, nonostante non ci sia dubbio che è il tipo di persona che segue nessun altro consiglio al di fuori del proprio incontrollato ego. Anche di fronte a tale scenario, che sarebbe il migliore dei casi, il Congresso Repubblicano ora ha mandato di promulgare l’ agenda dello speacker Paul Ryan, un uomo che ha promesso di tagliare ogni programma di previdenza sociale. (Ha compilato tale agenda ignorando la matematica, mentre veniva lodato come persona  affidabile da uomini di Washington che sono alla mercé della propaganda conservatrice riguardo l’attuale politica). Ogni scelta a cui ci apprestianmo come Paese –  cambio climatico, ineguaglianza, senza tetto, riforma delle giustizia e criminale, anche se la favorita da Trump, terrorismo – è pegiorata da un governo che sistematicamente sarà depauperato delle sue risorse ed effettività. Io credo che coloro che pensavano che non ci fosse differenza reale tra a i partiti mainstream, repubblicano e democratico, ci diranno presto quali saranno queste differenze.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’uso dei reati associativi per contrastare il conflitto sociale: il processo contro il CSOA Askatasuna (1° parte)

Il processo contro 28 militanti del centro sociale Askatasuna e del movimento No Tav, conclusosi il 31 marzo scorso, costituisce il tassello principale di un’articolata strategia volta a contrastare il conflitto sociale a Torino e in Val di Susa

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Russia: i segreti della resilienza economica

Abbiamo tradotto il testo di Mylène Gaulard, docente di economia presso Università Pierre Mendes France – Grenoble 2, apparso originariamente su Hors-serie in quanto intende mettere a nudo l’enorme distanza tra la narrazione dominante occidentale (e principalmente europea) sul conflitto in Ucraina e la realtà materiale dei rapporti di forza economici e geopolitici che si stanno ridefinendo su scala globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump 2.0: una svolta epocale?

Un confronto sulla percezione che sulle due sponde dell’Atlantico si ha della crisi in corso è importante, ma deve scontare uno choc cognitivo dovuto alla difficoltà di mettere a fuoco una svolta forse epocale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Blackout: è il liberismo bellezza!

Riprendiamo dal sito SinistrainRete questo contributo che ci sembra interessante per arricchire il dibattito a riguardo del recente blackout iberico. I nodi sollevati dall’articolo ci interessano e rimandando a ragionamenti complessivi sulla fase e la crisi energetica, che animano il nostro sito in questi ultimi tempi. Sembra interessante e da approfondire, il ruolo dei mercati finanziari nella gestione delle reti energetiche nazionali e come questo si intersechi con l’utilizzo di fonti rinnovabili, fossili e nucleari.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

György Lukács, Emilio Quadrelli e Lenin: tre eretici dell’ortodossia marxista

György Lukács, Lenin, con un saggio introduttivo di Emilio Quadrelli e una lezione di Mario Tronti, DeriveApprodi, Bologna 2025 di Sandro Moiso, da Carmilla La recente ripubblicazione da parte di DeriveApprodi del testo su Lenin di György Lukács (1885-1971), accompagnato da una corposa introduzione di Emilio Quadrelli (1956-2024) oltre che da un’appendice contenente una lezione di […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Vertenza LEAR: tutto fumo, niente arrosto

Gli anni passano, tragedie come queste rimangono però all’ordine del giorno e trasformano il tessuto sociale delle nostre metropoli. Sembra che non si impari mai niente dagli errori commessi nel passato.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il nuovo disordine mondiale / 28: l’antifascismo europeista e la diplomazia delle armi

La vera novità del nuovo giro di valzer di “The Donald 2.0” e dai suoi cavalieri dell’Apocalisse hi-tech è rappresentata dall’aggressività di carattere economico, ma anche politico, nei confronti degli “alleati” europei e non solo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Festival Altri Mondi / Altri Modi: i video della terza edizione

Si è conclusa la terza edizione del festival Altri Mondi / Altri Modi. Anche quest’anno centinaia di persone hanno condiviso quattro intense giornate di confronto, dibattito, socialità ed arte all’interno del giardino di Askatasuna.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sulla guerra in OpenAI e sull’intelligenza artificiale che promuove le diseguaglianze

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Stefano Borroni Barale sull’intelligenza artificiale. Stefano parteciperà al dibattito di giovedi 10 aprile alle 18 dal titolo “Transizione energetico-tecnologica: intelligenza artificiale, sfruttamento e […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Aquila: aggiornato al 18 giugno il processo per Anan, Ali e Mansour

Questa mattina presso il tribunale de L’Aquila si è tenuta una nuova udienza all’interno del processo contro gli attivisti palestinesi Anan, Alì e Mansour. Sono accusati di terrorismo per aver, secondo accuse formulate dalle autorità israeliane, finanziato la Brigata Tulkarem, attiva nella resistenza palestinese nei territori occupati. Le prossime udienze saranno il 18, 25, 26 […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Alcune considerazioni dei compagni/e del SI Cobas F.P. sul referendum del 8 e 9 giugno

Raccogliamo volentieri l’invito del SI Cobas a dare diffusione al loro punto di vista sul referendum dell’8-9 giugno.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Venezia: cariche di polizia sul corteo No DL Sicurezza contro l’arrivo in laguna di mezzo governo Meloni

La polizia ha caricato i manifestanti chiamati in piazza a Venezia dal nodo locale della rete “A pieno regime – no decreto sicurezza”

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Zone di sacrificio e territori in lotta: intervista a Paola Imperatore (II PARTE)

I primi due cantieri stanno cominciando a mostrare le loro conseguenze disastrose sul nostro territorio, un terzo sta per essere installato e sarà potenzialmente il più impattante su tutto l’eco-sistema (ambientale, economico e sociale) valsusino.

Immagine di copertina per il post
Contributi

Putin: un politico professionale

A distanza di tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina, ultimo atto di un lungo conflitto tra due paesi e tra due imperi, riprendiamo un’intervista inedita di qualche mese fa alla studiosa Rita di Leo, sulla biografia politica di Vladimir Vladimirovič Putin.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Nakba dei Bambini: come Israele sta prendendo di mira il futuro palestinese

Questa guerra non riguarda solo la morte. Si tratta di rendere la vita impossibile.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

25 Aprile 2025: Appunti di lotta dalla piazza Milano

Mentre a Gaza da oltre due anni si consuma una tragedia quotidiana fatta di violenza, occupazione, distruzione e genocidio; mentre l’Europa si riarma e si prepara alla guerra, mentre in Italia il fascismo e la repressione avanzano di giorno in giorno, questo 25 aprile la piazza milanese ha finalmente deciso da che parte stare. Dopo […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Il nuovo Papa: perché chiamarsi Leone?

Son stati scritti fiumi di parole sull’esito inatteso del conclave e anche sulla ripresa di un nome desueto da oltre un secolo Leone, dicendo troppe banalità.