Questa mattina all’alba sono stati notificati 15 obblighi di firma in commissariato a diversi studenti e studentesse dell’Università di Torino con annesse altre 7 denunce.
La vicenda per la quale la digos ha impacchettato questa operazione risale a maggio di quest’anno, quando, a seguito della riapertura del Campus dopo un anno e mezzo di pandemia, gli studenti e le studentesse si sono riappropriat* dell’aula C1 occupata. La C1 è stata per anni punto di riferimento in quest’università: è stata un’aula studio, un luogo in cui organizzare dibattiti, incontri, serate di socialità, un approdo felice dove fermarsi a prendere un caffè all’interno di un’università sempre più chiusa, isolata, impossibile da vivere realmente. Nel luglio 2020 l’aula venne chiusa con i sigilli in concomitanza di un’altra operazione repressiva nei confronti di 33 studenti e studentesse antifascist* che si opposero alla presenza del fuan in università.
Oggi la risposta che ci viene data dal Rettore Geuna è di far intervenire di nuovo la questura costituendosi parte offesa quando non si è mai preoccupato delle reali esigenze degli studenti e delle studentesse della sua università. Dopo due anni in cui l’università come luogo di incontro e di formazione è stata lasciata all’oblio, dopo due anni di lezioni online e di esami senza senso, dopo due anni di pandemia quest’operazione mostra con evidenza da che parte sta il Rettore e come vengono affrontati i bisogni dei e delle giovani.
E’ evidente che ciò che serve agli/alle student* sia un luogo dove studiare, creare spazi di dibattito o semplicemente stare insieme in università.
Vogliamo tutte e tutti liberi!
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