In questa fase la questione dell’energia, della sua produzione e gli effetti della gestione dei flussi sono centrali, inoltre, pur parlando di energie rinnovabili occorre fare una riflessione per quanto riguarda il consumo del suolo che ne deriva. Infatti, il consumo del suolo dato dalla messa in opera di pannelli solari, per esempio, implica che il suolo non sia più vitale, né abbia possibilità produttive, esattamente come accade per la cementificazione.
In Piemonte è giunta notizia della costruzione del primo impianto fotovoltaico galleggiante, progetto che vorrebbe essere realizzato a Carignano, su un terreno di cava che è stato rivitalizzato negli anni: la contraddizione è palese a partire dal fatto che quest’opera fosse stata fatta con soldi pubblici mentre il progetto in questione andrebbe a beneficio di un privato.
Nonostante la questione del consumo del suolo in Piemonte non sia così critica se messa in comparazione con altre regioni d’Italia (parliamo di 111 ettari coperti da pannelli solari in Piemonte, mentre in zone come la Puglia ci sono 5 mila ettari, ossia ex aree agricole ora riconvertite per la produzione di energia) c’è da considerare che questi dati riguardano le energie rinnovabili, il che dovrebbe porre la questione in tutta la sua contraddizione. Si tratta infatti di scelte politiche, in quanto prima di “decarbonizzare” bisognerebbe pensare al risparmio di energia e dare priorità alla questione del consumo di energia e per quali obiettivi. Inoltre, il discorso della dispersione dell’energia dovrebbe essere uno dei primi punti sui quali lavorare partendo dal presupposto che se ci sono sprechi, perdite lungo le reti, anche più del 50% dell’acqua trasportato, il rapporto non funziona.
Altre piste di riflessione in merito riguardano la costruzione di comunità energetiche, tramite una ricostituzione della distribuzione dell’energia in termini locali, il che favorirebbe sia questioni logistiche sia la tutela del territorio, abbandonando la priorità data nei confronti dei grandi impianti.
Ne abbiamo parlato con Fabio Balocco del Comitato Salviamo il Paesaggio di Torino
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