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Euskal Herria: niente terrorismo per i fatti di Altsasu ma pene altissime

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Il tribunale di appello spagnolo, l’Audencia Nacional, ha negato ieri ci sia stato “terrorismo” nella maxi rissa scoppiata nella cittadina di Altsasu nell’ottobre 2016 a seguito di una provocazione poliziesca ma ha confermato pene altissime, dai due ai tredici anni, per gli otto giovani baschi sotto processo.

Il 15 ottobre del 2016 e i media di tutta la Spagna riportavano la notizia di un aggressione al bar Koxka a danno di due agenti della Guardia Civil da parte di 50 persone. Alla conferenza stampa tenutasi il giorno dopo gli abitanti di Altsasu hanno smentito con forza le accuse e affermato che gli agenti avevano causato la rissa dentro il bar. Uno di questi invece ha dichiarato che almeno sei erano stati quelli che li avevano attaccati. La sera stessa sono partiti gli arresti che hanno avuto l’appoggio e il sostegno del Presidente spagnolo Rajoy. Da allora, uno degli imputati è ancora in carcere, tre degli otto ci sono rimasti per 500 giorni, gli altri 4 per un anno.

Le finalità terroristiche dei reati contestati, sono state respinte, ma l’Audencia Nacional ha applicato le pene massime previste per i reati di resistenza e lesioni ad agenti di pubblica sicurezza con l’aggravante di “abuso di superiorità e odio per motivi ideologici e di ostilità nei confronti della Guardi Civil”. Insomma un vero accanimento politico che, pur non riuscendo ad assimilare alla casistica terroristica la resistenza alle provocazioni poliziesche, mira comunque a punire esemplarmente qualsiasi forma di contestazione alla presenza dello Stato spagnolo nel territorio basco con gli strumenti della provocazione e dell’abuso sistematico.

Ainara Urkijo è stata condannata a due anni di carcere, mentre tra gli altri sette sono stati condannati a pene che oscillano dai sette ai nove anni: Jon Ander Cob, Julen Goikoetxea e Aratz Urrizola. A tredici anni Oihan Arnanz e Iñaki Abad. A dodici Jokin Unamuno e Adur Ramírez de Alda. Si tratta dello stesso numero di anni di carcere comminati per un omicidio. Appresa la lettura della sentenza i genitori dei giovani si sono mossi in corteo per Iruñea, Pamplona, tra gli applausi di centinaia di altre persone: “invitiamo tutti a scendere in strada, continueremo a lottare per ottenere giustizia”.

 

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