InfoAut
Immagine di copertina per il post

Stadi chiusi: la disfatta dei buffoni

Come redazione di Senza Soste abbiamo sempre seguito le vicende delle normative legate agli stadi, denunciando che si trattava di un settore dove gli apparati repressivi sperimentano tecniche di sospensione delle libertà costituzionali per creare norme e tecnicismi che superino o integrino la legge stessa. Basta ricordarsi del Daspo e di tutti gli aggiramenti di legge di questa disposizione che ha una vita autonoma e parallela rispetto ad ogni procedura penale. Naturalmente lo dicevamo in tempi non sospetti quando la politica, anche quella più vicina a certe dinamiche antirepressive e di piazza, chiudeva gli occhi di fronte a questa sospensione delle libertà che sapeva di leggi speciali.

E’ vero, negli stadi venivano e vengono fatte anche molte cose stupide e penalmente perseguibili ma ciò non significa che si possa accettare leggi speciali. Anche perchè la stadio è rimasto in molte realtà l’ultimo luogo pubblico dove interagisce contemporaneamente una massa di persone e dove parole e comportamenti generano dibattiti, reazioni e culture popolari.

La linea di contenimento e repressione scelta dallo Stato è avvenuta in due tempi: la prima nel 2007 dopo la morte di Raciti. Tornelli, biglietti nominali, divieto di striscioni, tamburi e coreografie se non autorizzati dalle questure. Tutto questo accompagnato dalle tessera del tifoso entrata in vigore qualche anno dopo.

La seconda fase, in atto, è invece quella di cercare di sostituire il tifoso-ultras, ormai svuotato di ogni strumento, con i clienti fidelizzati. Una sostituzione che per ora ha avuto successo solo nel business televisivo che ha gonfiato sempre di più i soldi per i diritti tv e ha svuotato gli stadi, spostando il peso di influenza sul sistema sempre più verso le televisioni e a discapito dei tifosi e della passione verso lo sport.

Ma il calcio senza cornice è deprimente, anche se la tv nasconde bene l’alopecia degli spalti arrivando a inquadrare i teloni con i tifosi disegnati come a Trieste. Quindi, come è avvenuto in Inghilterra, l’obiettivo del sistema adesso è quello di sostituire la working class o il tifoso medio spesso proveniente da quartieri disagiati e con una capacità di spesa bassissima, con un tifoso delle classi medio-alte con capacità di spesa e possibile cliente anche del potenziale business legato ai nuovi stadi con tutto il consumo legato a ristoranti, store e gadgets vari. Non scordiamoci poi che la tessera del tifoso inizialmente era integrata in circuiti bancari e agli albori c’era un progetto di legare la tessera a particolari servizi e ricariche bancarie.

Nel nostro ultimo editoriale abbiamo cercato di spiegare questi passaggi che hanno portato fiino alla norma sulla discriminazione territoriale che non è altro che un allargamento estremo e privo di basi concrete del concetto di razzismo.

La Champions League, massimo torneo dell’Uefa e di gran lunga il più redditizio, non a caso ha tra gli sponsor la MasterCard, un prodotto finanziario per lo shopping che si propone come protagonista in tutta la filiera del piacere da quello delle merci fino a quella dimensione sfuggente “che non ha prezzo”. E tra i tifosi MasterCard, quelli ad alto consumo complesso e alta influenza nel marketing, il calcio dell’”odio”, che sia razzismo o campanilismo, non piace. Il calcio europeo, una volta entrato nell’orbita degli sponsor dello spettacolo globale si modella, come per ogni sport, sul modello normativo dei desideri del tifoso upper class politicamente corretto.

Non è difficile capire che, al di là dell’aberrazione dei vari ululati e cori razzisti, in un calcio ormai denazionalizzato e in una fase avanzata post-Bosman, diventato ormai un prodotto globale da vendere, il razzismo rappresenti oltre che una piaga culturale anche un danno d’immagine e quindi economico per il sistema. Mentre tutte le squadre più blasonate vanno in giro per il mondo a fare preparazioni, esibizioni, tornei e hanno sponsor scritti in cirillico e cinese qui si continua a fare gli ululati o a impiccare alle balaustre i pupazzi neri? Sono cose ridicole e discriminatorie perchè in ogni caso attaccano e spregiano una situazione reale di esistenza drammatica per milioni di persone che nel mondo seguono il calcio europeo e vivono situazioni disperate.

Ma già che c’erano, i padroni del calcio hanno messo anche il divieto sui simboli politici e gli striscioni commemorativi o rivendicativi. Il business, secondo loro, non deve aver nemmeno colore politico, potrebbe distrurbare, sia il cliente da divano che il manovratore. L’obiettivo vero infatti è annullare la valenza conflittuale o rivendicativa della massa per riportare tutto a un politically correct di Stato dove i minuti di raccoglimento o i messaggi politici sono distribuiti con parsimonia e solo ufficilamente dall’alto verso il basso. Un modo come un altro per plasmare le masse e renderle innocue.

Ma l’apice si è raggiunto con la norma sulla discriminazione territoriale che riportiamo qui sotto

L’art. 11, comma 1, del Codice di Giustizia Sportiva che, testualmente, recita: “Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori”.

Infatti in questo caso si supera ogni steccato repressivo e si scende nel ridicolo. La norma sulla discriminazione territoriale è la rappresentazione vivente di un potere che non sa nemmeno interpretare i sentimenti della gente comune, che non sa guardare oltre la propria fame di business per vendere un prodotto perfetto e depurato da ogni sentimento. Perchè parliamoci chiaro, chiudere uno stadio per il coro “Napoli colera” che rappresenta uno dei tanti cori “storici” delle curve italiane è da cervelli malati. Non ci pare che a Napoli si muoia di colera, tanto che la domenica successiva i napoletani hanno fatti cori e striscioni contro se stessi come gesto di sfida ai palazzi del potere. E in questi giorni tante curve italiane hanno dichiarato che avrebbero fatto i loro cori contro le tifoserie “nemiche” di altre città ogni domenica. Fine del calcio? No, i palazzi del potere se la sono fatta addosso e San Siro domenica sarà aperto in attesa di un più serio approfondimento delle norme. I marziani, quindi, si sono resi conto di essere sulla terra? Forse sì, perchè, calcolatrice alla mano, hanno capito che il loro mondo ovattato di norme, business e grattacieli con i vetri a specchio è parecchio lontano dalla realtà e che se vogliono continuare a vendere il loro prodotto devono darsi una regolata.

Intanto non sarebbe male che a Livorno si riniziasse a cantare i cori a noi tanto cari: “Como merda i tuoi monti verranno giù”, “Sei un pisano tifoso contadino”, “Veronesi tutti appesi” e tanti altri. E’ giusto rispolverare ogni comportamento che disturbi il palazzo. Non per ribellismo fine a sè stesso ma per riappropriarci di spazi e parole che i padroni del calcio vogliono occupare. Con il rischio di sentire in giro per gli stadi anche cose stupide e aberrazioni, ma che non saranno mai pericolose come il mondo che ci propinano loro, dall’alto. Perchè chi non riconosce un coro sfottò per “tifare contro” da un coro che offende o umilia un popolo sulla base di fatti drammatici realmente accaduti e ancora vivi nel sentimento popolare è da persone malate e pericolose.

da SenzaSoste

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

Milanosan sirostadio

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Addio a Giovanna Marini: custode della musica popolare

E’ morta a 87 anni Giovanna Marini, cantautrice e ricercatrice della tradizione orale. Ha percorso tutta Italia raccogliendo una massa sterminata di canti popolari in lingua italiana e nei vari dialetti e lingue regionali.

Immagine di copertina per il post
Culture

50 anni dalla strage di Piazza della Loggia – Maggio 2024 su Radio Onda d’Urto

Radio Onda d’Urto dedica la programmazione dell’intero mese di maggio (dal 6 al 31 maggio 2024) al 50esimo anniversario della Strage fascista, di Stato e della Nato di Piazza della Loggia, avvenuta il 28 maggio 1974 a Brescia.

Immagine di copertina per il post
Culture

Quando il polemos si fa prassi

Majakovsky aveva paura che «una corona» avrebbe potuto «nascondere la sua fronte così umana e geniale e così vera» e «che processioni e mausolei» avrebbero offuscato la «semplicità di Lenin».

Immagine di copertina per il post
Culture

Altri Mondi / Altri Modi – Conclusa la seconda edizione. Video e Podcast degli incontri

La seconda edizione del Festival Altri Mondi/Altri Modi si è chiusa. E’ stata un’edizione intensa e ricca di spunti: sei giorni di dibattiti, musica, spettacoli, socialità ed arte all’insegna di un interrogativo comune, come trovare nuove strade per uscire dal sistema di oppressione, guerra e violenza che condiziona quotidianamente le nostre vite?

Immagine di copertina per il post
Culture

Le ultime parole scritte da Malcolm X riguardavano il sionismo. Ecco cosa disse

Per Malcolm X, il sionismo era indissolubilmente legato al più ampio colonialismo europeo. In un passaggio poco conosciuto scritto poco prima del suo assassinio, affermò chiaramente che vedeva il sionismo non solo come una minaccia per la Palestina, ma per l’intero Terzo Mondo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Oscar 2024: celebrità e stelle del cinema chiedono cessate il fuoco a Gaza

Numerose celebrità e stelle del cinema di Hollywood di alto profilo hanno manifestato il loro sostegno e la loro solidarietà ai palestinesi della Striscia di Gaza, chiedendo un cessate il fuoco sul tappeto rosso degli Oscar 2024.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alle radici della Rivoluzione industriale: la schiavitù

E’ considerato come uno dei più noti storici dei Caraibi, insieme a Cyril Lionel Robert James, soprattutto per il suo libro intitolato “Capitalismo e schiavitù”, appena pubblicato in Italia da Meltemi editore.

Immagine di copertina per il post
Culture

ALTRI MONDI / ALTRI MODI VOL.II “Viaggio al centro della Terra”

Non si tratta di cercare degli altrove impossibili, altri mondi alternativi, comunità utopiche. Il centro della Terra è qui, in un angolo di mondo inesplorato.. in altri modi di agire, di contrapporsi, di emanciparsi, tutti da esplorare.

Immagine di copertina per il post
Culture

Art Not Genocide: oltre ventimila artisti firmano contro la presenza israeliana alla Biennale di Venezia

«Offrire un palcoscenico a uno Stato impegnato in continui massacri contro il popolo palestinese a Gaza è inaccettabile».

Immagine di copertina per il post
Culture

Immagini di classe. Produzione artistica, operaismo, autonomia e femminismo

Jacopo Galimberti, Immagini di classe. Operaismo, Autonomia e produzione artistica, DeriveApprodi, Bologna 2023

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La polizia odia i/le giovani

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un inasprimento della violenza poliziesca e delle intimidazioni nei loro confronti.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torture al carcere minorile “Beccaria” di Milano

Torture e violenze (anche sessuali) sui minorenni al Beccaria: arrestati 13 poliziotti penitenziari, 8 sospesi dal servizio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

23 – 24 febbraio: sciopero generale e manifestazione nazionale per la Palestina

Riprendiamo l’appello per la due giorni di mobilitazione per fermare il genocidio in corso in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Solidarietà agli studenti del Severi-Correnti!

Esprimiamo la nostra totale solidarietà nei confronti degli studenti e delle studentesse del liceo Severi Correnti di Milano, che la mattina del 30 gennaio occupavano il loro istituto per denunciare il genocidio in atto in Palestina e contro l’indifferenza per le morti di decine di migliaia di persone sotto le bombe israeliane.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano 2-3 marzo 2024: assemblea nazionale dei movimenti per il diritto all’abitare

La fase economica, sociale e politica che stiamo vivendo racchiude in sé tutte le contraddizioni che il sistema capitalistico porta in seno.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Milano: dalla montagna alla città contro le Olimpiadi insostenibili

Il 10 febbraio alle ore 15 partirà da Piazzale Lodi a Milano un corteo contro le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

27 gennaio: in Italia cortei per la Palestina vietati, confermati o…posticipati

In Italia ieri, sabato 27 gennaio 2024, diverse manifestazioni per il popolo palestinese, come accade costantemente ormai dall’ottobre 2023. In mezzo ci sono le Questure che hanno disposto, con prescrizioni, il divieto dei cortei.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Prima Classe e sfruttamento di classe

Il commissariamento dell’azienda Alviero Martini Spa di Milano per sfruttamento lavorativo è l’ennesima occasione per riflettere sulle trasformazioni delle filiere del nostro paese e sulle devastanti condizioni di lavoro che stanno dietro il tanto celebrato “Made in Italy”.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Milano: sabato 13 gennaio corteo nazionale antifascista. Concentramento alle 15.00 in Piazza Durante

Oltre al sempre più evidente inasprimento di politiche securitarie, misure di segregazione ed esclusione, meccanismi di controllo della popolazione, che negli ultimi decenni stanno caratterizzando la gestione del territorio definito Europa, assistiamo contestualmente al rafforzamento di posizioni di estrema destra.