InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dalla Calabria verso il 23 marzo a Roma!

||||

Seconda assemblea regionale dei comitati e dei movimenti contro le grandi opere inutili e imposte, per la giustizia ambientale.

L’ 8 dicembre a Trebisacce, in occasione della IX Giornata Mondiale contro le Grandi Opere Inutili e Imposte e per la Difesa del Pianeta ed in concomitanza con diverse decine di piazze in tutta Italia, si è tenuta un’assemblea pubblica regionale autoconvocata che ha messo al centro della discussione le pratiche in difesa del territorio e l’urgenza di reagire alle politiche di devastazioni e saccheggio perpetrate ai danni delle nostre comunità a partire dall’urgenza di bloccare il devastante progetto del III Megalotto della S.S. 106, le concessioni di ricerca estrazione di idrocarburi in terra e in mare (in particolare le concessioni “Tempa La Petrosa” sul Pollino fra Basilicata e Calabria e la perforazione di pozzi esplorativi fra la foce del Crati e Casoni, entrambi Siti di Importanza Comunitaria), la paradossale attività della centrale Enel a biomassa operante nella Valle del Mercure in pieno Parco Nazionale del Pollino e il più delirante progetto privato di una mega discarica di rifiuti speciali a Cammarata, nel cuore del distretto agricolo d’eccellenza della Piana d Sibari o, ancora, il mega progetto di ampliamento della discarica di Scala Coeli.

 

In realtà molto più numerose sono le emergenze ambientali e territoriali che flagellano la nostra regione. L’assemblea infatti, ha visto la partecipazione di diversi attivisti provenienti da tutta la Calabria in rappresentanza delle tante lotte in difesa del territorio e contro lo sfruttamento e la devastazione delle nostre comunità locali.

Il quadro sociale uscito fuori dopo oltre 4 ore di assemblea è stato chiaro: i territori calabresi e le sue comunità hanno pagato e continuano a pagare un prezzo elevato in termini di malattie, inquinamento e devastazioni ambientali e tutto ciò nonostante la Calabria non abbia mai avuto uno sviluppo industriale che possa giustificare l’attuale scempio ambientale e socio-sanitario.

La Calabria, negli anni, è diventata la pattumiera d’Italia e, nel contempo, territorio vergine da sfruttare e conquistare (trivelle, discariche, inceneritori, grandi impianti inutili e dannosi, depurazione, accaparramento e privatizzazione delle risorse idriche, ecc.).

A fare cassa i soliti gruppi nazionali ed internazionali (Astaldi, Impregilo, Cmc, Eni, Total, Veolia, ecc.); a farne le spese l’intera comunità calabrese e, tra essa, le fasce sociali povere e precarie.

Nessuno “sviluppo” dunque, nessun posto di lavoro reale ma soltanto false promesse elettorali; povertà, miseria e marginalità sociale oggi la fanno da padrona nel Mezzogiorno. Non è un caso se la Calabria risulta tra le Regioni più povere e depresse d’Europa e con livelli di accesso alle cure ad alla sanità tra le peggiori dell’Unione.

Le numerose realtà presenti all’assemblea di Trebisacce hanno portato nel dibattito le diverse urgenze ambientali e sociali in cui sono impegnate da anni, convergendo assieme sulla necessità di porre al centro della prossima agenda sociale alcune questioni dirimenti:

  • tutto il territorio regionale, già abbondantemente flagellato dalla mancanza di servizi essenziali legati soprattutto alla sanità e alla viabilità, diventa di fatto territorio coloniale al servizio della predazione neoliberista che non prevede alcuna ricompensa se non in termini di inquinamento e malattie correlate, improduttività agricola e culturale, disgregazione sociale e mistificazione identitaria;
  • i circa 1,5 miliardi di euro di costi imputabili all’attuale tracciato previsto dal III Megalotto della SSS106 e i tanti altri miliardi di euro sprecati per altrettante grandi opere inutili e dannose sparse sul territorio regionale, diventerebbero molto più utili e vicini alle esigenze delle popolazioni se fossero investiti nel recuperare il grave dissesto idrogeologico, per normalizzare la situazione sanitaria, per ripristinare e migliorare la viabilità interna, interpoderale e rurale, per incrementare le attività di valorizzazione e ricerca archeologica, storica, naturalistica e antropologica e realizzare un’offerta turistica, culturale, enogastronomica e naturalistica integrata ed ecosostenibile;
  • ridare centralità alle forme della democrazia diretta, della partecipazione attiva e dell’autogoverno dei territori come unico antidoto alle pratiche capestro che hanno caratterizzato per decenni le politiche regionali e nazionale: rivendicare, qui ed ora, la necessità che a decidere sulla propria vita e sul proprio futuro debbano essere le comunità locali e non una ristretta élite politica;
  • promuovere processi che vedano protagonisti gli abitanti dei territori, i comitati popolari, le organizzazioni sociali e le comunità locali nella costruzione di mobilitazioni in difesa del territorio e della salute, per la riappropriazione sociale dei beni comuni, per una nuova economia sociale territoriale che metta al centro dell’agire l’autogestione, l’autogoverno e forme sperimentali di democrazia diretta, allontanando dal proprio agire quotidiano il meccanismo della delega e delle scorciatoie elettoralistiche. Tutto ciò è la base per la costruzione di una nuova soggettività che sappia mettere in campo un’economia socialmente ed ecologicamente orientata, partendo dalla condivisione collettiva su cosa, come, dove e per chi produrre; che si riappropri della ricchezza sociale prodotta per garantire redistribuzione e investimenti socialmente utili; che faccia della partecipazione sociale diretta l’humus per una nuova società;
  • la necessità di inquadrare qualsiasi lotta condotta all’interno dei nostri territori in una dinamica di contrasto e opposizione attiva rispetto alle strategie politico-economiche che trovano espressione nei cosiddetti trattati commerciali di “libero scambio” (TTIP, CETA, ecc.), accordi transnazionali il cui unico scopo è quello di garantire libertà di azione e di espansione alle grandi corporazioni, legando le prospettive di profitto all’abbattimento di quelle che vengono denominate “barriere non tariffarie” (ovvero i diritti e le garanzie a tutela del cittadino, del lavoratore, del consumatore e, non ultimo, dell’ambiente).La ratifica di tali accordi – è stato sottolineato durante l’incontro sia dal rappresentante del movimento Stop TTIP Calabria che da quello della Coldiretti – comporta un rischio altissimo per il benessere delle comunità locali, sia in termini di sfruttamento del territorio, sia in quanto espropriazione di autonomia decisionale.
  • Anche su questo punto l’atteggiamento del governo si sta dimostrando particolarmente ambiguo, per non dire schizofrenico, con la proclamazione a gran voce (si veda la campagna elettorale del M5S) della propria contrarietà a simili trattati, in contraddizione con il recente via libera concesso dal MiSE all’accordo UE- Giappone e con l’assenso espresso rispetto al patto con il Vietnam;

  • la presenza di una delegazione lucana di ritorno da Riace, dopo tre giorni di studio e solidarietà nel paese della locride ha permesso di legare l’analisi delle vicende del cosiddetto “modello di accoglienza” di Riace a quella dei temi propri della giornata. Riace fa paura non solo perché ha saputo declinare il problema dell’accoglienza in un’opportunità di crescita comunitaria a partire dalla considerazione paritaria dell’altro in un processo virtuoso che ha annichilito le gerarchie e l’odine semantico che inquadra le persone fra quelle che danno e quelle che ricevono… Riace fa paura perché questo incontro paritario è potuto accadere sulla base di un’autorganizzazione e di un’autogestione delle risorse naturali, produttive e culturali del luogo che hanno portato il paese a essere, oltre a un modello di accoglienza (termine abbastanza critico e politicamente ambiguo per chi scrive), un tentativo reale di economia circolare ecosostenibile;
  • l’ostinata non accettazione e opposizione a qualsiasi discorso falsamente ecologista che risulta sempre funzionale a interessi di parte o di natura elettorale: da un lato infatti, il discorso di amministratori locali e regionali che si pavoneggino parlando di sviluppo e difesa dei territori esponendo però – di fatto – le popolazioni al saccheggio sanitario, ecologico, paesaggistico e delle risorse produttive e culturali; dall’altro, l’ecologismo opportunista dell’attuale governo Giallo/Verde e, nella fattispecie, del M5S che non intravede alcuna contraddizione nel votare compattamente un dispositivo come il D.L. Salvini che nega la protezione umanitaria a persone che molto spesso sono costrette alla fuga e a rischiare la propria vita in conseguenza anche di immani disastri ambientali e climatici prodotti nelle loro terre dalle multinazionali e dai Governi del mondo capitalista occidentale. Un Governo – è giusto ricordarlo – che con la stessa disinvoltura promette l’elemosina di un reddito di cittadinanza finanziato, in accordo con l’UE, con 18 miliardi di privatizzazioni di beni pubblici;
  • l’urgenza, espressa a più riprese durante l’assemblea, di ridare vita e forza a un coordinamento regionale di realtà impegnate a difesa del territorio, contro le grandi opere inutile ed imposte e per la giustizia ambientale, che sappia produrre una mappatura delle crisi e dei conflitti ambientali in Calabria, che sappia analizzare e produrre una strategia comunicativa efficace e un’alternativa di proposte e soluzioni.
  • La convinzione che ha spinto le diverse realtà ad autoconvocarsi a Trebisacce è che non esiste nessun tipo di avanzamento delle lotte contro la crisi, l’austerità e la devastazione territoriale senza la creazione di un rapporto di forza reale, fatto di corpi in carne ed ossa, di uomini e donne che divengono forza sociale impattante proprio nei processi di autorganizzazione.

    È con questo spirito che le diverse realtà regionali si autoconvocano domenica 3 FEBBRAIO 2019 a Rende (ore 16:00 | Spa Arrow – Via Panagulis) con la volontà di riprendere un percorso – mai del tutto abbandonato – ma soprattutto per riprendersi il proprio futuro, qui ed ora!

    Terre di Calabria, 16.01.2019

    I COMITATI, I MOVIMENTI E LE REALTÀ SOCIALI CALABRESI CONTRO LE GRANDI OPERE INUTILI ED IMPOSTE E PER LA GIUSTIZIA AMBIENTALE

    Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

    pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

    23 MARZO GIUSTIZIA AMBIENTALEcalabriacalamità naturali

    Articoli correlati

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Al via il campeggio No Pizzone II

    Il coordinamento No Pizzone II organizza l’11 e 12 agosto 2025 a Rocchetta al Volturno (IS) due giornate di confronto, escursioni e proposte collettive contro la speculazione energetica e la marginalizzazione dei territori. Il programma definitivo.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Sul tentativo di discredito del Movimento No Tav in seguito alla marcia del 26 luglio: la parola al Comitato di Susa

    Si é appena conclusa la 9a edizione del Festival Alta Felicità.

    Un’edizione ricchissima, giovane (nel corpo e nello spirito), colorata, consapevole, affamata di verità, coinvolgente, inclusiva.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Taranto: il sindaco Bitetti ritira le dimissioni e partecipa all’incontro al ministero. Slittate le decisioni sull’ex-ILVA il 12 agosto

    Gli ambientalisti denunciano ciò che emerge chiaramente dalle carte: il processo di decarbonizzazione, se attuato, verrà portato a termine tra 10-12 anni.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Il ponte della propaganda: il 9 agosto corteo No Ponte a Messina

    Messina. Manca poco alla prossima manifestazione No Ponte. L’appuntamento è il 9 agosto alle 18.00 a Piazza Cairoli. Di seguito l’appello del movimento No Ponte.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Taranto: il sindaco si dimette di fronte alla rabbia dei cittadini per il dossier Ilva

    Il sindaco di Taranto Piero Bitetti si è dimesso in seguito alla contestazione da parte dei cittadini sul suo ruolo nel dossier Ilva.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    No Tav: diecimila in marcia in Valle di Susa. Azioni dirette contro i cantieri dell’alta velocità

    Diecimila No Tav hanno marciato sabato 26 luglio 2025, in Valle di Susa, contro l’Alta velocità Torino-Lione.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    La marcia No Tav invade i cantieri

    Volevamo una grande manifestazione No Tav, e come sempre la realtà ha superato ogni aspettativa!

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    SABATO 26/07 – ORE 12 – PRESIDIO NO TAV DI VENAUS – MARCIA AI CANTIERI DELLA DEVASTAZIONE

    Sabato 26 luglio ore 12 –  Presidio No Tav di Venaus MARCIA NO TAV AI CANTIERI DELLA DEVASTAZIONE In Val di Susa è in corso un’aggressione sistematica al territorio, sotto il segno del Tav e delle grandi opere inutili. A Chiomonte, San Didero, Salbertrand e ora anche a Susa, i cantieri si moltiplicano e si […]

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Report del campeggio studentesco No Tav

    Pubblichiamo di seguito il report scritto dagli studenti e dalle studentesse che lo scorso fine settimana hanno dato vita al campeggio al Presidio di Traduerivi e a quello dei Mulini.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Val di Susa: si è svolto nel fine settimana il campeggio di lotta No Tav organizzato dagli studenti

    Posto di fronte al cantiere che dovrebbe ospitare montagne di smarino proveniente dagli scavi del tunnel di base, a Traduerivi è nato il nuovo Presidio No Tav.

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Piano strategico per le aree interne: la fine dei paesi calabresi

    Nel nuovo piano strategico per le aree interne il governo Meloni ha appena sancito il coma irreversibile di molti borghi periferici.

    Immagine di copertina per il post
    Sfruttamento

    Lamezia: difendere le persone!

    Una comunicazione fulminea, proveniente dalla Sezione Liquidazione Giudiziale del Tribunale di Lamezia Terme, ha spazzato via da un giorno all’altro ogni certezza per 27 famiglie

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Falerna: uomo muore per strada dopo aver trovato la guardia medica chiusa

    La vicenda di Falerna, in cui un uomo muore davanti alla guardia medica chiusa, rappresenta una realtà drammatica e simbolica della situazione della Calabria, dove gli interessi privati hanno divorato i servizi essenziali. da Addùnati Questo episodio non è un caso isolato, ma la conseguenza di anni di abbandono, tagli e decisioni politiche sbagliate frutto […]

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Se si muore di sanità in Calabria

    La sanità in Calabria è in condizioni disastrose.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Criminale è chi nega la crisi climatica, non chi la denuncia!

    L’alluvione che lo scorso 20 ottobre ha colpito la piana di Lamezia ha mostrato, ancora una volta, tutta la fragilità idrogeologica del nostro territorio.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    Non abbandoniamo i paesi interni!

    Sono anni che sentiamo da più parti (specialmente negli ambienti politici), il richiamo alla necessità di ripopolare i paesi dell’entroterra calabrese.

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Cosentine in lotta per il diritto alla salute

    Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

    Immagine di copertina per il post
    Sfruttamento

    Inauguriamo una nuova stagione di lotte al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della Next Elettronica di Piano Lago!

    Il sogno e la lotta sono due facce della stessa medaglia. Scaturiscono da una percezione della realtà come stato delle cose da modificare profondamente e da una volontà di cambiare radicalmente ed eversivamente lo status quo.

    Immagine di copertina per il post
    Crisi Climatica

    “Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

    Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

    Immagine di copertina per il post
    Approfondimenti

    Agricoltori calabresi in rivolta, un’analisi

    Ancora sulle proteste degli agricoltori, pubblichiamo questa interessante analisi sulle mobilitazioni in Calabria apparse originariamente su Addùnati il 24 gennaio.