InfoAut
Immagine di copertina per il post

Zoo umani, esposizione di teschi, la frusta: capire la rivolta dei Kanak

Storia di una violenza coloniale

da Contre Attaque

In Palestina, come in Nuova Caledonia e in altri conflitti coloniali, quando i colonizzati si ribellano, i colonizzatori cancellano la storia e cercano di far dimenticare i loro crimini. Si comportano come se non ci fosse alcun motivo per insorgere.

Secondo la narrazione dominante, il conflitto israelo-palestinese è iniziato il 7 ottobre 2023 e gli attuali scontri a Kanaky sono apparsi improvvisamente nel 2024, senza alcun motivo. Questa cancellazione della storia è una delle armi principali dei colonialisti: mira a mascherare decenni, a volte secoli, di oppressione che spiegherebbero la situazione. Nel caso della Palestina, la grande pulizia etnica commessa da Israele nel 1948 non viene mai menzionata, anche se è stata la causa che ha portato a tutto il resto. Nel caso della Nuova Caledonia, tutti gli abusi commessi dallo Stato francese sembrano essere stati cancellati dalla memoria. Ecco quindi alcuni promemoria.

Zoo umani per i Kanak

Per glorificare il suo impero coloniale, la Francia amava presentare i suoi “popoli indigeni” in occasione di grandi mostre a Parigi. Portava con sé alcune persone provenienti da diverse colonie e le metteva in scena in pose animate e “villaggi” caricaturali, per mostrare quanto la Francia avesse fatto per “civilizzare” questi “selvaggi”.

L’ultima Esposizione Internazionale Coloniale di Parigi si svolse da maggio a novembre del 1931 e fu un grande successo. Milioni di visitatori accorsero per vedere il “padiglione della Cochinchina” o il “villaggio negro”.

In questo spettacolo abietto, decine di Kanak subirono un destino ancora più degradante. In Nuova Caledonia, sono stati ingannati, promettendo loro che sarebbero arrivati nella Francia metropolitana per presentare la loro cultura e poter visitare la capitale. Una volta arrivati in Francia, i Kanak non sono stati portati all’Esposizione Universale, ma direttamente in uno zoo, dietro cancelli, al Jardin d’acclimatation di Boulogne! Condividevano un recinto con i coccodrilli ed erano presentati come “cannibali”.

Sono costretti a fare spettacoli che dovrebbero mostrare il loro stile di vita “selvaggio”, ma è vietato loro di parlare, e soprattutto di parlare, il francese, una lingua che capiscono e parlano correntemente! I manifesti pubblicitari li presentano come “selvaggi, cannibali e poligami”. Altri sono stati affittati a un circo in Germania per uno “spettacolo” intitolato “Gli ultimi cannibali dei mari del sud”.

All’epoca ci furono proteste da parte di anarchici, comunisti e attivisti per i diritti umani. Le polemiche indussero le autorità a non presentare più i Kanak come animali cannibali dietro a recinti, ma come un’illustrazione dei benefici della colonizzazione, insieme agli altri padiglioni di Vincennes. Nel luglio 1932, i sopravvissuti poterono tornare a casa, ma l’umiliazione lasciò il segno per tutta la vita.

Esposizione del cranio di un combattente della resistenza Kanak

Tra il 1853 e il 1878, i Kanak si sollevarono contro l’occupazione francese venticinque volte. A quel tempo, Ataï era un capo Kanak della regione di Foa, vicino a una prigione istituita dai francesi. Dopo aver tentato di mediare con i coloni bianchi, guidò un’insurrezione nel 1878, quando si rese conto che era impossibile raggiungere un compromesso e che gli europei stavano commettendo violenze. Fu ucciso durante un’operazione militare e decapitato da un ausiliario Kanak. Il suo assassinio rimane un simbolo della resistenza alla colonizzazione nell’arcipelago.

La rivoluzionaria Louise Michel, deportata in Nuova Caledonia dopo la Comune di Parigi, raccontò la sua tragica fine con queste parole: “Ataï stesso è stato colpito da un traditore. Che i traditori siano maledetti ovunque! Nei suoi scritti, con una lucidità e un coraggio rari all’epoca, racconta di aver fatto amicizia con i Kanak: “Anche loro lottavano per la loro indipendenza, per la loro vita, per la libertà. Io sono con loro, come lo ero con il popolo di Parigi, ribelle, schiacciato e sconfitto”. Prima di morire, Louise Michel fece indossare ad Ataï un pezzo della sua sciarpa rossa della Comune in segno di solidarietà.

Ma la tragica storia di Ataï non finisce qui. La sua testa fu recuperata dall’esercito francese, il volto del capo Kanak fu modellato e il suo cranio e il suo volto furono esposti come trofei nei musei francesi. I suoi resti sono stati restituiti al popolo Kanak solo nel 2014, con una cerimonia tenutasi al Muséum d’Histoire Naturelle di Parigi.

La frusta

Tra i sostenitori della colonizzazione francese a Kanaky c’è il deputato Thomas Metzdorf, membro del gruppo macronista all’Assemblea e rappresentante dei bianchi della Nuova Caledonia, i Caldoches. Negli ultimi giorni è apparso su tutti i canali televisivi per lamentare il presunto “razzismo anti-bianco” dei Kanak.

Qualche settimana fa, tuttavia, l’uomo, che si fingeva una vittima, ha inscenato una serie di crudi attacchi ai politici. Aveva offerto una frusta al ministro Gérald Darmanin: un regalo immortalato in una foto e diffuso dallo stesso deputato su internet con questo messaggio: “È un’occasione per parlare del futuro istituzionale della Nuova Caledonia, ma anche e soprattutto dell’industria del nichel. Per incoraggiarlo a portare a termine le nostre questioni, gli ho regalato uno «stockwhip» realizzato appositamente per lui da un Broussard”.

La “stockwhip” è una frusta usata dai coloni bianchi nel Pacifico, con una lunga coda di cuoio intrecciata e una cinghia lungo il manico, progettata per frustare il bestiame.

Pochi giorni dopo, il 7 febbraio, ha regalato lo stesso oggetto all’ex presidente Sarkozy, che in un video postato online ha detto “è come per i gauchos, in ogni caso mi fa molto piacere”. Un gaucho, pronunciato in spagnolo ga-ou-tcho, è un mandriano in America Latina, ma è pronunciato da Sarkozy come il diminutivo di sinistra.

Non c’era niente di più sottile da offrire ai leader francesi per parlare del futuro dell’arcipelago colonizzato del Pacifico che grida la sua sofferenza di una frusta?

Zoo umani, furti di terre, animalizzazioni, esposizione di teschi Kanak: sono solo alcune delle umiliazioni subite dai Kanak per mano dello Stato francese, fino alle esecuzioni nella grotta di Ouvéa negli anni Ottanta. Questa è la lunga genealogia che sta alla base dell’attuale rivolta. Come possiamo chiedere la pace dopo tanta ingiustizia? Come si può sperare in una pacificazione senza tenere conto e riparare le controversie storiche?

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

DarmaninFranciamacronneocolonialismonuova caledoniarivolta

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dall’Italia a Israele passando per gli USA, le armi di Leonardo consegnate a Tel Aviv

Quanto ha fatturato Leonardo S.p.A. con i cannoni utilizzati dalle unità della Marina militare israeliana per bombardare ininterrottamente dal 7 ottobre 2023 Gaza e il suo porto?

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: nuovi incendi contro Cop City

L’incendio è avvenuto in Memorial Drive e le due macchine da costruzione incendiate intorno alle 2 del mattino appartenevano alla Brent Scarborough and Company.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Barnier come primo ministro, il figlio del RN e del macronismo

Macron voleva concludere il suo mandato governando con l’estrema destra. È con questo obiettivo che ha inaspettatamente lanciato uno scioglimento d’emergenza prima dell’estate.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: “Aysenur, attivista ISM, è stata uccisa a sangue freddo”

Le Nazioni Unite hanno chiesto “un’inchiesta approfondita” sull’uccisione per mano israeliana di Aysenur Ezgi Eygi, 26enne attivista statunitense dell’International Solidarity Movement

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hezbollah lancia la “prima fase” di attacchi di rappresaglia contro Israele dopo l’assassinio del comandante Shukr

Il gruppo libanese Hezbollah ha annunciato domenica di aver lanciato centinaia di razzi e droni in profondità in Israele come parte della “prima fase” della sua risposta all’assassinio del suo comandante senior Fouad Shukr da parte di Tel Aviv.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Spettri di Working Class, il classico strumento repubblicano per vincere le presidenziali

Paul Samuelson, per quanto sia stato un genio della astrazione economica e della regolazione dei mercati, ci ha lasciato modelli matematici di efficienza delle transazioni di borsa che, nella realtà, si sono paradossalmente rivelati soprattutto strumenti ideologici. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Irlanda: intervista a Danny Morrison, segretario del Bobby Sands Trust

Radio Onda d’Urto intervista Danny Morrison, 71 anni, nato e cresciuto a Belfast, figura storica del movimento repubblicano irlandese e protagonista di diverse fasi cruciali della storia dei Troubles.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le armi uccidono anche se non sparano

Le guerre ci hanno catapultato nel vortice di una furiosa corsa al riarmo globale, come non accadeva da prima dell’89 del ‘900.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cronaca da Beirut: “Magari una guerra potrebbe ridurre la pressione su Gaza”

Durante la scorsa settimana, i jet israeliani hanno sorvolato il Libano a bassa quota, un costante promemoria della minaccia di guerra imminente. “Se vogliono fare guerra contro di noi, così sia. Forse potrebbe ridurre la pressione su Gaza,” dice mia madre.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bangladesh: il riscatto di una generazione

Ripubblichiamo il contributo del Collettivo Universitario Autonomo – Torino in merito alle rivolte in Bangladesh. Un punto di vista e una riflessione sulla componente giovanile e il carattere studentesco delle mobilitazioni.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia: migliaia in corteo a difesa delle risorse idriche. Lancio di lacrimogeni da parte della polizia che vieta le manifestazioni

Movimenti e organizzazioni di base sono impegnati da ieri mattina in Francia in una mobilitazione internazionale lanciata da Soulevementes de la Terre e Bassines Non Merci in difesa della terra e delle risorse idriche, contro la costruzione di mega-bacini idrici nell’area di Poitou, nell’ovest del paese. Migliaia di persone in corteo. La polizia, anche a […]

Immagine di copertina per il post
Traduzioni

Un suspiro de alivio, nada más

Más que la victoria a medias de la izquierda en Francia, lo que realmente podemos celebrar es la derrota de la Agrupación Nacional de Le Pen. Una derrota clara, una buena noticia a corto plazo pero que, después de haber suspirado de alivio, nos obliga a hacernos unas cuantas preguntas

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Un sospiro di sollievo, nient’altro

Più che la vittoria dimezzata, per quanto in parte sorprendente, della sinistra in Francia ciò che c’è possiamo festeggiare è la sconfitta del Rassemblement National. Una sconfitta chiara, ed una buona notizia nel breve termine, ma che, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, ci costringe a porci diverse domande.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Elezioni in Francia: a che punto è la notte

Le elezioni francesi hanno confermato l’ascesa della destra del Rassemblement National e la fine del regno incontrastato della Macronie.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Tav segna il campo anche nella Francia in campagna elettorale.

Nel contesto di crisi di governo in Francia, dopo le dimissioni di Macron e lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale che ha portato a chiamare nuove elezioni, il tema del tav si pone ancora una volta come campo di battaglia.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Le guerre per l’acqua: attualità in Francia, prossimo futuro in Italia?

Lunga intervista realizzata dal progetto Confluenza a un attivista della regione del Poitou dove, in Francia, da quasi dieci anni va avanti un’importante lotta per la difesa del territorio contro il progetto dei mega bacini idrici.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Mantenere il sangue freddo, rimanere strategici, definire gli obiettivi a breve, medio e lungo termine, acquisire forza, puntare al 2027.

Abbiamo tradotto questo contributo di Houria Bouteldja apparso su QG Décolonial per continuare ad approfondire quanto sta accadendo in Francia in merito alla costituzione di un nuovo Fronte Popolare per le prossime elezioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Dentro e fuori il G7. Il bilancio del contro-vertice e l’esito (debole) del documento finale

Si è chiuso il meeting in Puglia del G7 presso il resort di lusso di Borgo Ignazia, alla presenza delle elitè mondiali: al tavolo i leader di Italia (che l’ha presieduto), Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone, Canada e Gran Bretagna.