InfoAut
Immagine di copertina per il post

In Italia e in Francia, questa volta, vince l’astensionismo. Domani?

||||

E’ sempre stato vero che le elezioni amministrative obbediscono a leggi diverse di quelle politiche. Ma il dato di queste elezioni comunali è incontrovertibile.
Il movimento 5 stelle ha perso molto, nella maggior parte dei comuni non è arrivato neanche al ballottaggio. Allo stesso modo, dall’altro lato si evidenzia un Pd debole tanto quanto la Lega e Forza Italia.
In queste comunali si può dire che hanno avuto la meglio le grandi coalizioni o di centrodestra o di centro sinistra perchè nessuno è abbastanza credibile da poter correre da solo.

Ma chi batte ogni record è l’astensione, più alta di quella delle precedenti elezioni comunali. A livello nazionale sono andati a votare il 60 % degli aventi diritto al voto contro il 66% delle precedenti comunali. Tra tutte le città si distingue Genova che non ha superato nemmeno il 50% di affluenza.

Questo voto ci restituisce sicuramente un movimento pentastallato che sta perdendo colpi grazie alle scelte che sono state messe in campo proprio in quei comuni dove ha stravinto appena un anno fa.
Scelte che non hanno segnato un cambio di passo rispetto alle precedenti amministrazioni. La “democrazia diretta” tanto paventata sembrerebbe sia stata esclusivamente uno strumento per conquistare poltrone altrimenti inarrivabili. Il m5s ha pensato che l’unico modo per sbarazzarsi della classe dirigente fosse quella di governare pur che sia e ha usato, come hanno fatto tutti d’altronde, i propri elettori come il malconento che si è acceso negli ultimi anni in Italia, come volano necessario.
Oggi, sembrerebbe però che l’unico interesse che esprime a livello nazionale sia quello di garantirsi una posizione di potere, di dimostrare di essere diversi e capaci tra gli incapaci ma senza un punto di vista chiaro: “va dove ti porta il consenso”.
Se c’era qualcuno che affidava al movimento una speranza di cambiamento e di riscatto nei confronti delle istituzioni si sta ritrovando a dover fare i conti proprio con l’ingenutià della base e con l’arrivismo dei vertici. Un connubio che prima o poi si rompe.

La reazione mainstream, infatti, è tutta concentrata nel festeggiare una possibile allontanamento del pericolo “populismo” dalle elezioni politiche che per il Partito Democratico significa esclusivamente sperare in un superamento della propria crisi.
La “sinistra” istituzionale ripone in queste elezioni amministrative la sperenza che succeda proprio come in Francia dove il neoliberismo targato Macron ha sconfitto Le Pen.
Ma nonostante i grandi proclami della stampa francese e italiana rispetto al “trionfo” de “La Republique En Marche”, alle legislative di ieri ritroviamo, come in Italia, una Francia marcatamente astensionista.
Il 51,3% degli elettori non si è presentato alle urne, per rendere ancora meglio l’idea: un francese su due non è andato a votare. Un risultato a cui in pochi danno un peso e lungi dal fare l’apologia ideologica del partito dell’astensione ci sembra interessante pensare, alla luce di questi dati, due strade possibili di fronte a noi: quella di un rinnovato disinteresse, ancora più convinto, verso qualsiasi forma che si presta alla compatibilità istituzionale o il trionfo comunque delle forze conservatrici che cambiano volto ma non di certo la propria sostanza.

Nelle compagini che si rifiutano di votare, in quelle che hanno votato il 5 stelle in passato e in quelle che desiderano o sperano in un presente diverso è lontana la consapevolezza di poter essere in grado di direzionare da sé la propria volontà di cambiamento.
Sono poche le tendenze rivendicative in grado di fare la differenza oltre che quelle di rifiuto e malcontento, almeno in Italia.
Il rischio è che questo malcontento non solo sia difficile da cavalcare ma che torni indietro difronte alla mancanza di una strada precisa da imboccare.
Siamo in grado di indicarne una e spingere questo malcontento in avanti e soprattutto in alto ?

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

astensioneelezioniitaliamacronmovimento 5 stelle

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Le ultime parole scritte da Malcolm X riguardavano il sionismo. Ecco cosa disse

Per Malcolm X, il sionismo era indissolubilmente legato al più ampio colonialismo europeo. In un passaggio poco conosciuto scritto poco prima del suo assassinio, affermò chiaramente che vedeva il sionismo non solo come una minaccia per la Palestina, ma per l’intero Terzo Mondo.

Immagine di copertina per il post
Culture

Oscar 2024: celebrità e stelle del cinema chiedono cessate il fuoco a Gaza

Numerose celebrità e stelle del cinema di Hollywood di alto profilo hanno manifestato il loro sostegno e la loro solidarietà ai palestinesi della Striscia di Gaza, chiedendo un cessate il fuoco sul tappeto rosso degli Oscar 2024.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alle radici della Rivoluzione industriale: la schiavitù

E’ considerato come uno dei più noti storici dei Caraibi, insieme a Cyril Lionel Robert James, soprattutto per il suo libro intitolato “Capitalismo e schiavitù”, appena pubblicato in Italia da Meltemi editore.

Immagine di copertina per il post
Culture

ALTRI MONDI / ALTRI MODI VOL.II “Viaggio al centro della Terra”

Non si tratta di cercare degli altrove impossibili, altri mondi alternativi, comunità utopiche. Il centro della Terra è qui, in un angolo di mondo inesplorato.. in altri modi di agire, di contrapporsi, di emanciparsi, tutti da esplorare.

Immagine di copertina per il post
Culture

Art Not Genocide: oltre ventimila artisti firmano contro la presenza israeliana alla Biennale di Venezia

«Offrire un palcoscenico a uno Stato impegnato in continui massacri contro il popolo palestinese a Gaza è inaccettabile».

Immagine di copertina per il post
Culture

Immagini di classe. Produzione artistica, operaismo, autonomia e femminismo

Jacopo Galimberti, Immagini di classe. Operaismo, Autonomia e produzione artistica, DeriveApprodi, Bologna 2023

Immagine di copertina per il post
Culture

Dune nell’immaginario di ieri e di oggi

Dune può dirsi un vero e proprio mito contemporaneo capace di segnare profondamente l’immaginario collettivo

Immagine di copertina per il post
Culture

La propaganda di Israele nel più popolare sport americano

Israele ha approfittato dei 123 milioni di telespettatori, il massimo dallo sbarco sulla Luna del 1969, che hanno visto la finale del campionato di Football americano, per fare propaganda.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’ecosocialismo di Karl Marx

Disponibile la tesi di dottorato del filosofo giapponese Kohei Saito, pubblicata dalla casa editrice Castelvecchi.

Immagine di copertina per il post
Culture

Contadini

La premessa: alla base di tutta la nostra vita c’è la produzione agricola.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le elezioni USA: non solo uno scontro tra un “rimbambito” e un “delinquente”

Dopo il Super Tuesday del 5 marzo, la partita delle primarie presidenziali negli Stati Uniti si è chiusa con lo scontato risultato della vittoria di Biden da un lato e di Trump dall’altro, che quest’estate verranno incoronati quali candidati per la corsa del novembre 2024 nelle Conventions dei rispettivi partiti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Alcune valutazioni post elezioni in Turchia.

Con Murat Cinar facciamo il punto sulle condizioni delle elezioni in Turchia e gli scontri tra popolazione e forze dell’ordine nei giorni immediatamente successivi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: Erdogan tenta di delegittimare la vittoria di Dem nel sud-est del paese. Manifestazioni e scontri

Proseguono i tentativi del sultano Erdogan e del suo partito AKP di delegittimare i risultati espressi nel voto per le elezioni amministrative del fine settimana.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Macron, à la guerre!

Il presidente francese si lancia in dichiarazioni apparentemente scomposte sulla guerra russo-ucraina, palesando lo “spirito dei tempi” di una parte delle elites europee. Il tronfio militarismo da prima guerra mondiale ci avvicina al disastro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele vuole Anan Yaeesh, l’Italia intanto lo fa arrestare

Il caso del 37enne palestinese, residente a L’Aquila, accusato da Tel Aviv di finanziare la Brigata Tulkarem.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cannoni italiani contro i palestinesi di Gaza

La conferma giunge adesso direttamente dalla Marina Militare di Israele: alle operazioni di guerra contro Gaza partecipano le unità navali armate con i cannoni di OTO Melara del gruppo italiano Leonardo SpA.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Golpe istituzionale, sostegno francese, rivolta: cosa sta succedendo in Senegal?

Da molti mesi il Senegal è in preda a una grave crisi politica e sociale, culminata negli ultimi giorni.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Costante trumpista: la guerra civile latente negli Stati Uniti

In molti avevano creduto che dopo i fatti di Capitol Hill il trumpismo come fenomeno politico sarebbe stato archiviato, presentandosi al limite nelle forme di un estremismo suprematista tanto più radicale quanto residuale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Proteste degli agricoltori in tutta Europa. In Francia una giovane donna investita durante un blocco

Dopo le mobilitazioni degli agricoltori in Germania il movimento si estende in Francia, in particolare nella regione dell’Occitanie. Bloccata la A64 a Carbonne, i blocchi si moltiplicano a macchia d’olio intorno a Tolosa nella Haute-Garonne, bloccata anche l’autostrada A20 di Montauban.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: Madame 49.3 parte, Monsieur SNU arriva

Dopo aver giocato con i media e con i suoi stessi ministri come il manager perverso e tirannico che è, Macron ha emesso il suo verdetto. Per guidare il suo governo nel 2024, licenzierà Elisabeth Borne e nominerà il suo protetto Gabriel Attal.