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A Modena ri-vive l’ex Cinema Olympia

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Il 3 novembre 2017 Modena ha visto riaperte le porte di quello che era stato un suo luogo storico, ormai dimenticato. A tre settimane esatte da quella riapertura possiamo già tracciare un primo bilancio attorno all’occupazione dell’ex cinema Olympia.

Superata una fase iniziale “col vento in poppa”, grazie a una riappropriazione che ha mostrato chiaramente a tutta la città quanto anche la Storia stessa del territorio possa ritrovarsi vittima delle logiche di trasformazione urbana che soggiacciono unicamente alla regola del profitto a tutti i costi, ora ne comincia una nuova: quella del lavoro di riattivazione dello spazio e del suo consolidamento. Calati gli “occhi di riguardo” e gli interessi momentanei della stampa cittadina, che è tornata immancabilmente ad occuparsi esclusivamente del binomio degrado/sicurezza maggiormente funzionale al potere e alla governance neoliberale, gli incontri, le assemblee e le attività all’interno dell’Ex Cinema Olympia occupato sono intanto proseguite con maggiore intensità e consapevolezza. 

I problemi di Modena, comuni a gran parte delle città poste sulla via Emilia e del tessuto produttivo che le circonda, cominciano a farsi improrogabili. I nodi giungono al pettine e, in città, la recente popolarità sia del comitato #mobastacemento che dell’occupazione dell’ex cinema Olympia non fanno che confermarlo. Dopotutto, con un’aria tra le peggiori d’Europa, un contesto urbano che vede parallelamente una miriade di edifici sfitti o lasciati all’abbandono e un primo posto tra le città italiane in quanto a sfratti esecutivi, con la gentrificazione in agguato da una parte e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dall’altra, un’amministrazione completamente genuflessa agli interessi di pochi grandi gruppi (CMB in cima alla lista) e infine un progetto di “sviluppo” estremamente vetusto e totalmente slegato dai bisogni e dai desideri dei cittadini, non potrebbe certo essere altrimenti. Non a caso, è con rara celerità che il “dibattito pubblico” ha subito virato di 360 gradi, per rimettere la testa sotto la sabbia e nascondere i problemi sotto al tappeto. 

“Bisogna tornare a parlare solo di sicurezza, legalità, eccellenze enogastronomiche, tutte discipline nelle quali a Modena si è già espresso un prodigioso talento per la rimozione dei problemi reali. Bisogna tornare a parlare di polizia e marketing.”

Qualche attacco di panico in giro per Modena dunque sembra che l’occupazione dell’ex cinema Olympia l’abbia creato. Abbiamo visto di tutto in questi giorni ma la medaglia d’oro va sicuramente assegnata alla coordinatrice di Forza Italia provinciale, Mazzacurati, che prima propone di fare dell’ex cinema occupato una sorta di FICO in salsa modenese, non viene cagata di striscio per poi andare a gridare al lupo al lupolegalità, legalità sui giornali cittadini.

Lontano dal teatrino della “politica” ufficiale modenese, l’assemblea dell’Olympia continua a produrre mostre, iniziative, proiezioni, spettacoli, socialità e aggregazione dal basso. La “restituzione” alla città di questo luogo storico, quasi “affettivo”, attraverso l’autogestione e la condivisione prosegue dunque a ritmo serrato. La volontà c’è tutta, ora la sfida sarà quella di ottenere un tavolo di trattative diretto e senza mediazioni col Comune nel tentativo di instaurare un dialogo franco su questo luogo storico della città per far sì che torni effettivamente uno spazio attraversato e utilizzato dai cittadini. Una specie di utopia considerati i nostri “interlocutori”, ma un’utopia che ci rafforza e che ci consegna, passo dopo passo, un pizzico di quella legittimità che altri stanno rapidamente perdendo. 

 

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