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Paraguay: è rivolta contro il golpe

En ningún caso” il presidente può essere rieletto. Così recita la costituzione paraguaiana, oggetto di un tentativo di modifica in sordina da parte del presidente in carica Haracio Cartes, in accordo con l’ex presidente Fernando Lugo. L’ombra della dittatura si staglia dietro questa manovra golpista scatenando un’insurrezione popolare che nella sera di venerdì assalta il parlamento di Asunción con la parola d’ordine “en ningún caso”. La polizia risponde e uccide il giovane Rodrigo Quintana. I funerali nella giornata di ieri vengono partecipati da migliaia di persone.
Di seguito la cronaca degli eventi e un approfondimento dal blog Cronache Latinoamericane.

 


Dopo l’annuncio dell’approvazione segreta di una legge che prevede la possibilità di ricandidatura presidenziale, migliaia di persone hanno riempito le strade del Paraguay per protestare contro questa decisione che viola l’attuale costituzione del paese. Le immagini del saccheggio e l’incendio del Parlamento hanno fatto il giro del mondo, ma come si è giunti a questa situazione?

I protagonisti di questa storia sono il Partito Colorado di Horacio Cartes, presidente conservatore in carica e il Frente Guasù di Fernando Lugo, ex presidente. Entrambi sono interessati a modicare la costituzione per poter restare al potere, nel caso di Cartes, o esser rieletti, nel caso di Lugo. Il terzo protagonista è Blas LLano e il suo Partido Liberal Radical Auténtico (PLRA).

Durante la scorsa settimana i tre partiti hanno deciso di creare un tavolo di lavoro parallelo a quello della Camera de Senadores per accelerare la votazione della legge, arrivando a cambiare il presidente della Camera per riuscire ad accorciare i tempi.

Tutto questo é avvenuto mentre il popolo paraguayano guardava attonito le notizie che arrivavano preparandosi ad uno scenario già visto: il ritorno alla dittatura, come successe 25 anni fa con Alfredo Stroeesner. Il ricordo dei tempi della dittatura è ben impresso nella mente dei paraguayani; per questo, davanti all’egoismo e alla sete di potere dei politici  appena hanno saputo della decisione dell’approvazione della legge, si sono riversati nelle strade di Asunciòn.

Quelli che oggi criticano la decisione della maggioranza nella camera dei Senatori in passato hanno impedito che alcuni senatori potessero assumere le loro funzioni come senatori dopo aver vinto le elezioni; per questo motivo, la questione non riguarda solo l’aver violato la legge o la costituzione,  quello che sta avvenendo da tanto tempo in Paraguay è uno scontro di poteri in cui non ci sono buoni né cattivi, ma gruppi che litigano tra di loro per mantenersi al potere.

La giornata di venerdì ha aperto una lunga discussione anche sulla violenza della polizia. Sono stati sparati migliaia di proiettili di gomma che hanno ferito decine di persone e ucciso un ragazzo di 25 anni, Rodrigo Quintana. La polizia, verso la mezzanotte di venerdì, ha fatto irruzione nella sede del partito liberal in Asunciòn sparando sulla folla che in quel momento si trovava a discutere sul da farsi vista la situazione. La morte di Rodrigo ha sconvolto la popolazione, ieri al suo funerale c’erano migliaia di persone. La repressione che si è vista ieri in Asunciòn non si vedeva dai tempi della dittatura e le responsabilità sono del governo.

A partire da ieri sera, fuori dal Congresso, centinaia di giovani si sono riuniti e hanno deciso di passare la notte in piazza per mantenere in piedi la resistenza contro questa legge. “Todos somos Rodrigo” ha gridato la piazza, piangendo di rabbia per la perdita di un ragazzo come loro che voleva difendere la democrazia del suo paese.

Di sicuro chi si oppone a questa legge avrà la possibilità di fare ricorso alla magistratura, chi è a favore sa bene che la legge prima di essere approvata definitivamente dovrà essere sottoposta a un referendum. Quello che farà la differenza però è la riappropriazione di spazi di democrazia e organizzazione da parte del popolo paraguayano, che in questi ultimi decenni ha lasciato che la corruzione e i capricci dei politici si consolidassero nel paese e che la politica diventasse un affare dei soliti partiti politici stipendiati dai poteri forti.

Ciò che è certo è che nei piani alti il timore è tanto perché non si aspettavano una reazione del genere, erano abituati alla rassegnazione della gente. In questo periodo di incertezza e di schizofrenia politica, gli sviluppi della crisi politica in Paraguay potrebbero dare degli spunti e delle coordinate al resto del continente in resistenza.

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