
Prosegue l’attacco al movimento No Tav: altre 10 condanne per chi resiste alla devastazione ambientale
Ieri, 14 luglio, il Tribunale di Torino ha emesso pesanti condanne che vanno dagli 11 mesi ai due anni, oltre alla richiesta di risarcimento per le parti civili e per la violazione della zona rossa, per dieci attivisti del movimento No TAV per la giornata di lotta del 24 luglio 2020.
da notav.info
Condanne particolarmente spropositate rispetto all’entità dei fatti.. uno degli elementi che ha fatto sì che si marciasse pesante sull’episodio é il fatto che Sertorio, ora Questore di Aosta e conosciuto in Valle per essere stato commissario di Bardonecchia, stando a capo delle forze di occupazione e, quindi, responsabile delle innumerevoli violenze portate avanti sulla popolazione valsusina, era stato accidentalmente colpito da un tronco durante le cariche da loro stessi portate avanti. Quindi ci chiediamo é il grado del poliziotto ferito a determinare l’entità della condanna?
All’epoca da ben più di un mese viveva di partecipazione attiva e eterogenea il presidio permanente dei Mulini, oggi messo sotto sequestro da un’operazione giudiziaria. In quei mesi giovani e meno giovani dalla Val Susa all’ Italia intera avevano reso quella porzione di territorio baluardo di resistenza a fronte degli allargamenti del cantiere di Chiomonte. Un viavai di persone con a cuore la difesa della Val Clarea e dei suoi abitanti costruivano il presidio, rendendolo vivibile ognuno con il proprio contributo, mangiavano insieme, lottavano con iniziative quotidiane contro lo scempio della devastazione del tav. Un’esperienza unica per tutti e tutte coloro che l’hanno attraversata e che ha reso possibile continuare a resistere sino ad oggi.
Per difendere questo luogo erano state costruite barricate grazie alla creatività e all’ingegno di tutti e tutte poste al limitare del presidio lungo il sentiero Gallo Romano. Il 24 luglio le forze dell’ordine avevano messo in atto un’operazione di rimozione delle barricate messe a difesa dei mulini per tentare di accerchiare chi li presidiava. Chi era presente quella mattina aveva così deciso immediatamente di intervenire per impedire la provocazione, ne nacque così una giornata di resistenza che evidentemente fu mal digerita da chi vuole criminalizzare chi si oppone alla devastazione ambientale e allo spreco di risorse.
Non ci é dato conoscere la logica arzigogolata che ha fatto sì che questo episodio non finisse processato all’interno dell’inchiesta Sovrano, dato che li vi sono presenti innumerevoli episodi similari, a maggior ragione quando la giudice, Federica Bompieri, chiamata a dare la sentenza per questo processo é proprio la stessa del collegio giudicante di Sovrano. Misteri della fede della giustizia o volontà vessatoria verso il Movimento No Tav?
Quel che sappiamo è che ancora una volta, la lotta contro l’Alta Velocità Torino-Lione, opera inutile e imposta, si confronta con la criminalizzazione di un intero territorio che da più di trent’anni difende con determinazione la propria dignità e la propria terra ma, ancora una volta, compagni e compagne non saranno lasciati soli.
L’estate di lotta già in programma sarà la migliore risposta a questo ennesimo attacco giudiziario. Vi aspettiamo tutti e tutte a Venaus per il festiva “Alta Felicità dal 25 al 27 luglio.
A sarà dura!
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