InfoAut
Immagine di copertina per il post

Tribunale di Torino: due pesi due misure

||||

Guardando agli ultimi eventi repressivi che riguardano il movimento a Torino, il pensiero che automaticamente fa capolino è quello di una realtà giudiziaria particolarmente “severa” verso le lotte e decisamente “indulgente” verso chi, a vario titolo, è coinvolto nella gestione del potere. Certo, chi conosce la natura dello Stato e delle sue articolazioni uscite dalle spire neoliberiste, sa che la sua funzione storica non è sicuramente processare i suoi apparati, ma garantire la tenuta degli interessi capitalisti. Processo questo che, per ragioni di tenuta, in termini di consenso e di rapporti di forza con le classi subalterne, deve garantire un minimo di imparzialità ed “equità”.

Ora, interrogarsi sulla deriva degli ultimi anni è cosa profonda, ma due sono i principali meccanismi coagenti. Il primo è la costruzione di un comparto del tribunale ad hoc per garantire la repressione del movimento No Tav, attraverso canali processuali preferenziali – pool speciali e altro – e dall’altra, un erodersi progressivo dei rapporti di forza accumulati dai movimenti sociali nel paese che, di fatto, alimenta l’avvitarsi della situazione e contribuisce all’esportazione del modello torinese nel resto della penisola in chiave preventiva.

Prendiamo alcuni esempi. Il primo che, non solo a noi ma a molti piemontesi e campani viene subito in mente, è il caso Eternit, parliamo di una vicenda nota, divisa in più tronconi processuali sparsi nei tribunali competenti, per le sedi produttive dell’azienda produttrice di amianto. Dopo migliaia di vittime e ammalati, il tribunale di Torino prima e la Cassazione poi, ha condannato in prescrizione i responsabili dell’azienda, lasciando quindi “impuniti” gli assassini a cui è dovuta la morte di tanti lavoratori e lavoratrici. È ora in corso un “processo bis” che però non promette di avere esiti diversi.

Negli stessi anni invece, la procura e il tribunale hanno istituito un pool apposta per inquisire i No Tav e i processi sono andati a velocità anormale, come documentato e denunciato più volte dai legali del movimento. Non solo Max e Stephan Schmidheiny, i boss di Eternit, non hanno scontato un giorno di carcere ma diverse e diversi No Tav hanno passato anni in carcere e ai domiciliari per reati minori. Pensiamo ai casi di Dana e Nicoletta, incarcerate per aver parlato ad una manifestazione in autostrada, pensiamo a Stefano che per diverse condanne accumulate si trova a scontare in carcere a Torino. Questo è solo uno dei tanti casi che possono essere citati per sostanziare il titolo del nostro articolo.

Presidio femminista sotto il Tribunale 1

Si potrebbe per esempio parlare delle numerose archiviazioni strategiche di tutte le denunce da parte dei No Tav o in generale da chi ha subito violenza dalle forze dell’ordine. Vessazioni, molestie sessuali, botte e calunnie da parte della polizia sono state archiviate e addirittura, a volte, le persone che le avevano sporte sono state condannate, come nel caso di Maya. La riproduzione di una violenza da parte del tribunale, in particolar modo quando si tratta di violenza di genere, è un’evidenza chiara e netta. Pensiamo al caso di qualche settimana fa, dell’assoluzione dello stupratore di una ragazza che ha denunciato la violenza subita nel 2019 e che oggi si trova davanti a una sentenza della Corte d’Appello di Torino che assolve quest’uomo, in quanto “indotto ad osare perché la porta del bagno era aperta e la ragazza alterata da smodato uso di alcool”. Una sentenza aberrante e indicativa della melma in cui la magistratura sguazza senza vergogna.

Un altro esempio dell’ormai spudorata ingiustizia del tribunale di Torino è sicuramente l’uso strumentale e politico delle misure cautelari. In questo ambito diventa impossibile elencarle tutte, ma ci sembra esemplare che per tutti gli agenti penitenziari accusati di torture ai detenuti non ci siano state misure cautelari, ma anzi, siano attivi e continuino a lavorare. Allo stesso tempo però, studenti incensurati, accusati di aver manifestato per la morte di due loro coetanei, sono ancora in carcere e ai domiciliari. L’ultimo climax repressivo a cui assistiamo è il tentativo di trasformare il centro sociale askatasuna e il movimento No Tav in un’associazione criminale, con un’inchiesta che in quanto a strumentalità e faziosità farà sicuramente scuola. Dopo aver sperimentato questo meccanismo per sgomberare l’Asilo Occupato di via Alessandria, la procura prova a moltiplicare questo modus operandi. Sin dalle prime mosse, è evidente come questo tentativo repressivo sia orchestrato con una massiccia campagna mediatica di supporto, grazie anche ad un atteggiamento acritico e supino da parte della stampa locale. In questo caso è ancor più palese che l’iter processuale parta con l’acceleratore premuto, sostanzialmente delineando un quadro di un “tribunale speciale” informale che, beffandosi delle sue stesse leggi, non ha nulla da invidiare a Stati definiti politicamente dittatoriali dai nostri governanti.

Quale giustizia? E giustizia per chi? Sono domande che a prima vista possono sembrare banali, ma un dibattito serio sul ruolo politico della magistratura nel nostro paese è quanto mai urgente. In questa fase, durante la quale questo modello repressivo si moltiplica e si riproduce sul sindacalismo di base e contro i lavoratori, è importante costruire un ragionamento, critico e scevro da vittimismi, sullo strapotere dei tribunali.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

ASSOCIAZIONE A DELINQUEREMALAGIUSTIZIATRIBUNALE DI TORINO

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un appello a difesa del Servizio Sanitario Nazionale.

E’ uscito un appello firmato a nome di quattordici personalità nell’ambito della sanità e della scienza per tutelare il servizio sanitario nazionale, qui è possibile leggerne il contenuto.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sgomberi al Quarticciolo. In borgata nessuna persona resta sola.

Ieri mattina 3 famiglie della borgata sono state sgomberate da ATER e dalla Prefettura di Roma. Una ragazza incinta, una donna sola con due figli, persone in attesa di una casa popolare da decenni. Persone che abitano in quelle case dal 2002. Persone che pagano la colpa di non potersi permettere una casa. Non veniteci […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il Fentanyl e la dolorosa condizione umana

Il dilagante consumo di fentanyl negli Stati Uniti rappresenta certamente «un dramma americano», come si legge negli ultimi due anni sui quotidiani

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quando tagliava l’erba risparmiava i fiori. Le parole della madre di Stefano

Sono rimasta molto colpita dall’enorme affetto che in questi giorni tutti mi hanno dimostrato e voglio ringrazio tutti. Il legame con Stefano era totale, in simbiosi, a lui avevo trasmesso tutto, purtroppo anche le mie allergie, i problemi di tiroide.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Stefanino Milanesi, una vita per la lotta

Uno dei più noti compagni e protagonisti delle lotte comprese tra gli anni Settanta e quelle odierne del popolo NoTav se n’è andato, improvvisamente.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Ciao Ste, che la terra ti sia lieve

Se ne è andato Stefano, compagno, No Tav. Come redazione di InfoAut ci uniamo al ricordo del movimento No Tav ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza ed affetto ad Ermelinda, ai compagni ed alle compagne che hanno condiviso le piazze, le strade ed i sentieri di montagna con Stefano.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Giocate, giocate! L’azzardo del Governo

Il gioco d’azzardo nel nostro Paese non conosce crisi e la crescita del gioco online sembra sempre più inarrestabile. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Roma: morta a 75 anni Barbara Balzerani

In carcere e poi fuori la Balzerani ha riletto a lungo la storia – personale e collettiva – degli anni ’70 e ’80, attraverso molti incontri pubblici, prese di posizione e soprattutto con numerosi libri.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano 2-3 marzo 2024: assemblea nazionale dei movimenti per il diritto all’abitare

La fase economica, sociale e politica che stiamo vivendo racchiude in sé tutte le contraddizioni che il sistema capitalistico porta in seno.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Askatasuna: siamo ancora qua… eh già!!

Prendiamo parola a seguito dell’inizio del percorso di co-progettazione che porterà il pian terreno e il giardino del centro sociale a diventare bene comune.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

L’attività sindacale equiparata ad “associazione a delinquere”: la Procura di Piacenza ci riprova

Dunque, sebbene il carattere tutto politico di questo teorema sia stato ampiamente smascherato, ciò non ha frenato la procura di Piacenza dal perseguire il proprio scopo di criminalizzare il SI Cobas

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La quadratura della rete: criminalizzazione e sorveglianza tecnologica

Analiziamo alcuni dei passaggi chiave che hanno attraversato la societa’ francese a partire dagli attentati di Parigi del 2015 per capire come hanno influenzato il sistema di sorveglianza tecnologica fino ad arrivare ai piu’ recenti processi a carico di attivist*.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: l’attacco finale dello Stato contro il Rouvikonas

Da alcuni anni i militanti del collettivo vengono inquisiti sulla base di accuse false o pretestuose, che hanno come obiettivo la criminalizzazione dei movimenti e delle lotte sociali.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Pennivendoli a “mano armata”. Sulla mediatizzazione delle motivazioni della Cassazione sul caso Askatasuna

Passato il Santo Natale, riesplode la canea mediatica contro il centro sociale Askatasuna e il movimento Notav.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo per associazione a delinquere contro il Movimento No Tav rinviato a settembre 2024.

Scriviamo per condividere alcuni aggiornamenti e valutazioni rispetto al processo per associazione a delinquere che vede alla sbarra il Movimento No Tav, i centri sociali Askatasuna e Murazzi, lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: associazione a delinquere siete voi, ops l’avevamo già detto!

Breve ritorno sul processo per “associazione a delinquere” che coinvolge numerosi compagni e compagne che partecipano ai percorsi di lotta nella città di Torino e in Val di Susa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il procuratore generale anti notav Saluzzo e la loggia Ungheria

Inizia forse così, con un pranzo e un calcio nel sedere l’ascesa di Francesco Saluzzo al vertice della procura generale di Torino.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Atlanta: RICO contro 61 attivisti di Stop Cop City

Il 29 agosto l’ufficio del procuratore generale della Georgia ha presentato un’accusa RICO contro 61 persone che si presume facciano parte del movimento Stop Cop City.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Ennesimo PM anti-No Tav nei guai per un favore ad un potente

Che sorpresa, ancora una volta un magistrato che si occupa di No Tav e lotte sociali in Val Susa e a Torino è finito nei guai per aver aiutato un potente a farla franca. Questa volta si tratta di Enzo Bucarelli, pm che negli ultimi anni ha sostituito insieme ad altri lo storico pool nella repressione di chi lotta contro la devastazione in Val Susa.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Processo Cospito: le richieste della Procura ignorano la Corte Costituzionale

La Procura generale di Torino, incurante delle indicazioni della Corte Costituzionale, ha nuovamente chiesto l’ergastolo per l’anarchico. Sentenza rinviata al 26 giugno