InfoAut
Immagine di copertina per il post

‘Non si ruba sul latte versato’ un libro sullo sciopero dei pastori sardi

||||

È uscito per l’editore DeriveApprodi un libretto curato dalla nostra redazione, “Non si ruba sul latte versato. Sullo sciopero dei pastori sardi”. Riportiamo di seguito un estratto dall’introduzione.


Il libro si può acquistare ordinandolo presso l’editore ed è disponibile anche presso:
Su Tzirculu, via Molise 58, Cagliari.
Infoshop Senza Pazienza, via artisti 13a, Torino.
Spazio Antagonista Newroz, via Garibaldi 72, Pisa.
(L’elenco è in aggiornamento…)

________________________________

Il sei febbraio attorno alle nove e mezza di mattina in località Giana, nelle campagne tra Serramanna e Villacidro, in provincia di Cagliari, un’autocisterna che trasporta latte ovino viene fermata da alcuni uomini mascherati. L’autista viene fatto scendere e accompagnato verso il rubinetto della cisterna. Migliaia di litri di latte di pecora destinati a un vicino caseificio industriale per essere trasformato in pecorino romano da vendere alla grande distribuzione vengono versati nei campi. Gli uomini invitano l’autista a filmare la scena e a inoltrare il video sulla sua rubrica whatsapp con un saluto particolare al suo principale, l’industriale che gli paga il trasporto del latte, il padrone dei pastori, degli uomini che probabilmente si celano sotto la maschera. Il video circola vorticosamente. Tanti pastori lo vedono. Annuiscono. Un allevatore di Fonni, Nando, è un uomo strozzato dai debiti, il suo latte come quello dei suoi colleghi, è pagato sottocosto: 60 centesimi al litro. Secondo il rapporto ISMEA 2018 il costo medio di produzione di un litro di latte per un’azienda di medie dimensioni, tra i 50 e i 384 capi, il 76% delle 12, 058 aziende censite in Sardegna, è di 1,82 euro1. Il pastore paga tutto: i mangimi, gli affitti delle mungitrici, spesso l’affitto dei pascoli. L’industriale raccoglie, trasforma e guadagna. Nando si dirige verso il refrigeratore dove conserva il latte, mette play sulla camera del suo smartphone e apre il rubinetto: «meglio buttarlo che regalarlo agli industriali». Il giorno successivo altri pastori prendono il proprio smartphone e dopo aver munto si dirigono ai propri ovili e si filmano mentre gettano alla fogna il frutto del proprio lavoro. Prima qualche decina, poi centinaia di video. È uno sciopero. Dopo pochi giorni sono in migliaia a non conferire più il latte agli industriali: «vogliamo un euro a litro di latte. Lo paghino gli industriali». Si vuole tutto subito. I pastori si incontrano e gettano collettivamente il latte a terra in decine e decine di paesi di tutta la Sardegna. Iniziano i blocchi stradali, i posti di blocco dei pastori ai porti che perquisiscono camion e cisterne, altre cisterne del latte ancora sono fermate e svuotate. Iniziano i presidi davanti ai caseifici per non fare entrare il latte conferito dai crumiri e non fare uscire prodotto lavorato. Il 13 febbraio la Sardegna è completamente paralizzata. Comunità intere si accodano alla lotta dei pastori contro gli industriali sospendendo ogni attività. È uno sciopero sociale. Durerà un mese. Costretta da una sollevazione repentina la politica corre ai ripari e confusamente convoca tavoli per cercare degli accordi. Saranno otto in tutto. Prima fatica a trovare interlocutori. I pastori non vogliono farsi catturare. Tutto è spontaneo, caotico e veloce: non ci sono capi, non ci sono rappresentanti e le vecchie figure del Movimento Pastori Sardi, l’organizzazione storicamente alla testa delle mobilitazioni degli allevatori isolani, sono in ritardo, spiazzate, superate. La politica media, cerca di far incontrare pastori e industriali per salvare la filiera e perché la lotta diventa un fatto di “ordine pubblico”. Mano a mano gli esponenti di MPS riprendono posto ai tavoli come semplici pastori. Si cerca un compromesso ragionevole. «Non possiamo ottenere il risultato dall’oggi al domani»2. Prima 72 centesimi, poi il rilancio a 80, infine si chiude a 74 centesimi IVA esclusa. È l’otto marzo, e…

come spesso succede
quando in mezzo a una folla s’è accesa la rivolta
e l’ignobile plebe infuria, sassi volano
e tizzoni, il furore arma tutte le mani,
ma ecco i rivoltosi vedono un personaggio
illustre per i suoi meriti e per la sua pietà
e ammutoliscono, tendono l’orecchio; quegli frena
con le parole gli animi, intenerisce i cuori:
così il fragore del mare cessò3.

Ma la tempesta si è placata del tutto o correnti turbinose ancora agitano le acque in profondità?

§§§

 

Perché interessarsi di quanto successo in Sardegna nel febbraio 2019? È stato un avvenimento inedito. La più virulenta esplosione di protesta nella storia della pastorizia sarda. E quindi? Solo il fascino di raccontare un avvenimento di grossa portata? Il desiderio di riscattarlo da una mediocre visibilità mediatica? No. Un primo chiarimento allora va fatto: non abbiamo scritto da giornalisti, non abbiamo studiato da sociologi. Siamo rimasti colpiti da un fenomeno dirompente perché abbiamo scorto dei frammenti comuni ad altre sollevazioni di questo tempo e, azzardando, vi abbiamo intuito le tracce della lotta di classe oggi. Nell’arroganza di questa ipotesi c’è già la volontà di attraversare un’esperienza, di darle forza per farla scontrare con altri mondi: sensibilità e culture politiche scarsamente comunicanti con questa realtà, perplesse, scettiche o più semplicemente ignoranti rispetto allo scontro verificatosi. Se una sensazione precisa ci ha mosso nell’avvicinarci ai blocchi, ai presidi, alle riunioni dei pastori quella è stata la curiosità. Sentire rispetto per uomini che si sottraggono a un ruolo preordinato, negando il proprio lavoro, unendosi e rischiando tutto: il mezzo presente della loro riproduzione come pastori, la libertà presente e quella futura per guadagnarne una nuova e migliore. Una curiosità che si sviluppa in una tensione etica a voler crescere assieme trasformandosi nello stesso movimento di chi ha iniziato a lottare. Oggi serve soprattutto questo. Per prendere contatto con la realtà laddove si increspa. Per non correre il rischio di vederla da fuori, dall’alto, come una planimetria. Questo è un pianeta che ha sbandato dalla sua orbita. Abbiamo provato a seguirne le traiettoria.
Siamo militanti politici di base. Cosa ci ha obbligato a interrogarci? Innanzitutto la potenza dell’autonomia dell’iniziativa conflittuale. Anteporre questa impressione a ogni pregiudizio ci ha permesso di avere un campo visivo sgombro, di essere aperti e determinati a imparare da quanto stava succedendo. Un’attitudine per noi importante, fondamentale e preliminare ma che, se presa per sé sola, comunque risulta insufficiente a comprendere in profondità la materialità di un processo.

copertina

Dare valore alle esperienze. Alle figure, ai contesti, ai processi organizzativi che le hanno prodotte nonostante ogni previsione, contro ogni pessimismo, a dispetto di qualsiasi rassegnazione. Abbiamo incontrato pastori di ogni età. Uomini e donne. Abbiamo visto la forza dei più giovani, abbiamo visto cosa generava la loro sofferenza, ciò contro cui lottavano. Questa è stata prima di tutto una lotta contro gli industriali. Abbiamo collezionato e messo in fila le nostre impressioni, abbiamo provato a sistemarle sulle parole dei pastori. Questo librino raccoglie e mette in forma questa esperienza e per questo semplicemente si compone di un racconto di un mese di lotta filtrato dai nostri occhi, di un testo di riflessione su ciò che ci sembra di aver imparato e infine di alcune interviste raccolte nei giorni immediatamente successivi all’accordo dell’8 marzo. Sul breve testo di approfondimento confessiamo un nostro debito significativo nei confronti del lavoro di Romano Alquati che, come si noterà, ha orientato sia analiticamente che metodologicamente la nostra ricognizione nel tentativo di farci strada in quella circolarità che da alcune pre-ipotesi provvisorie largamente approssimative ci ha condotto ai terreni di verifica della lotta per poi tornare a confrontarci con un livello di astrazione un po’ più determinata. Ogni sezione adotta una prospettiva e un registro differente di interpretazione degli stessi fenomeni quindi ogni parte può essere letta come un contributo in sé concluso.
Abbiamo sentito essere il nostro compito soprattutto quello di dare valore all’esperienza dell’autonomia dei comportamenti di classe alle condizioni del nostro tempo. Soprattutto a posteriori, dopo la lotta o alla fine di una sua fase. Perché chi ha visto confermare i propri pregiudizi ha sempre solo fatto i conti con i propri preconcetti: sostenendo che si trattasse di una battaglia egoista, opportunista, priva di qualsiasi carattere ricompositivo. Perché – dicono i detrattori della protesta – questo hanno oggettivamente sempre espresso gli interessi di questo settore e la loro traduzione politica o perché, peggio ancora, soggettivamente i pastori non hanno mai fatto la politica, seguendo il suo linguaggio universalista, le sue forme rappresentative, i suoi valori di conciliazione con la società. Ma la politica, in queste forme, è un ostacolo, crediamo, al contrario, noi. Allora ci è sembrato importante proporre un pensiero che provasse a leggere la politicità dei fenomeni a un livello ulteriore, facendo parlare i comportamenti e non gli specchi deformanti ai quali vengono ricondotti e che di volta in volta, sempre più spesso in questo tempo, restituiscono immagini di fascisti in luogo di uomini stremati dal risentimento, di nichilisti in luogo di uomini semplicemente diffidenti. Sono storture. Solo perché non si riesce a comprendere. Perché non ci si vuole immergere in quanto accade. Ma la realtà preme e gli specchi si infrangono. In questo senso si può dire, senza scomodare grosse pretese, che è comunque sempre in gioco un’ontologia politica nuova. Quali valori, lenti, categorie interpretano ciò che produce nuova realtà? Bisogna concedere qualcosa alla possibilità che esperienze collettive nuove covino sotto la realtà ufficiale, risalendola, organizzandosi per cambiarla di segno. Chi ci obbliga d’altra parte a condividere una prospettiva che sempre dall’alto sfiducia o promuove ciò che si muove in basso? Non è forse la vecchia storia dell’ideologia come falsa coscienza?
La verità è che la maggior parte delle categorie di cui disponiamo per interpretare i conflitti sociali oggi non sono altro che delle goffe mistificazioni ideologizzanti foriere di una paralisi del pensiero. Anche e soprattutto l’uso di quelle di derivazione vagamente marxista o riferibili a un’ampia tradizione di sociologismo marxista travestito da posa militante. La sinistra ha parlato storicamente sempre male dei pastori. In Sardegna ha prima provato a estirparli, per trasformarli in proletariato industriale, ha tolto loro l’uso comune delle terre di pascolo, poi li ha criminalizzati, offesi, combattuti. Seguiva un suo progetto: l’industrializzazione, la modernità, il progresso, il compromesso tra lavoro e capitale. Aveva un’idea di mondo che tradiva semplicemente l’interesse materiale e irriducibile di chi viveva di bestiame. Come è possibile che ci siamo liberati di quell’orizzonte ma continuiamo a pensare e giudicare la realtà come se ancora ci fossimo dentro? Non basta più consolarsi assumendo che la realtà di oggi è spuria e ambigua perché non quadra con la rappresentazione che ce n’eravamo fatti. Abbiamo davvero da reclamare molta più libertà da quella concessaci dalla nostra capacità di giudizio. Di pensiero. Di azione.

________________________

1Costi di produzione del latte ovino: i risultati dell’annata 2016/17, ISMEA Mercati, 2018, p.10. http://www.ismeamercati.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8702 . URL consultato il 19-03-2019. ISMEA è l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare.

2Intervista a Gianuario Falchi, rappresentante dei pastori sardi, dopo il tavolo il Prefettura a Cagliari del 16 febbraio pubblicata su YouTG.net, Il rappresentante dei pastori: “Soddisfatto dei 72 cent? No, ma così arriveremo all’euro”, https://www.youtg.net/v3/primo-piano/14512-gianuario URL consultato il 19-03-2019.

3Virgilio, Eneide, Libro I, vv. 177-185, versione di Cesare Vivaldi, Edisco Torino, 1995, pp. 30-31.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

GUERRA DEL LATTE

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Cronaca e riflessioni sulla mobilitazione per la Palestina a Pisa

In questi mesi Pisa, come molte altre città d’Italia, ha visto e continua a vedere un’intensa e articolata mobilitazione per la libertà della Palestina e per lo stop al genocidio. Dallo scorso autunno, sin dall’intensificarsi dell’offensiva israeliana sulla Palestina e la ripresa dei bombardamenti su Gaza dopo il 7 ottobre, giovani e studentǝ della città […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

“Lavender”: la macchina dell’Intelligenza Artificiale di Israele che dirige i bombardamenti a Gaza

L’esercito israeliano ha contrassegnato decine di migliaia di gazawi come sospetti per l’assassinio, utilizzando un sistema di puntamento AI con scarsa supervisione umana e una politica permissiva per i danni collaterali, rivelano +972 e Local Call.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

ELEZIONI LOCALI DEL 2024 IN TURCHIA

Riprendiamo dall’osservatorio internazionale per la coesione e l’inclusione sociale questo quadro sulle elezioni a livello locale che si sono tenute in Turchia il 31 marzo 2024. Pur non condividendo l’enfasi sulla rinascita della socialdemocrazia, il testo ha il merito di fornire un panorama chiaro sulla sconfitta subita dall’AKP di Erdogan. La Turchia ha vissuto una […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Uscita la legge europea sull’Intelligenza Artificiale: cosa va alle imprese e cosa ai lavoratori

Il 13 marzo 2024 è stato approvato l’Artificial Intelligence Act, la prima norma al mondo che fornisce una base giuridica complessiva sulle attività di produzione, sfruttamento e utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il colore dei manganelli

Quei fatti si inseriscono in un contesto nel quale la repressione – nelle piazze, nei tribunali, nelle carceri, nei centri di detenzione per migranti – è diventata strumento ordinario di governo

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Guerre, decoupling ed elezioni negli USA. Intervista a Raffaele Sciortino

Le prospettive del conflitto sociale saranno sempre più direttamente intrecciate con le vicende geopolitiche mondiali, con l’evoluzione delle istanze che provengono da “fuori” e dunque anche con la tendenza alla guerra scaturente dall’interno delle nostre società

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Per una lettura condivisa sul tema pensionistico

All’innalzamento dell’età pensionabile va aggiunto poi un ulteriore problema: mentre gli  importi pensionistici vengono progressivamente abbassati la convenienza  del pensionamento anticipato diminuisce.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Digitalizzazione o giusta transizione?

Sfinimento delle capacità di riproduzione sociale, economia al collasso e aumento del degrado ecologico: di fronte a queste sfide per il settore agricolo non basta il capitalismo verde

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Agricoltori calabresi in rivolta, un’analisi

Ancora sulle proteste degli agricoltori, pubblichiamo questa interessante analisi sulle mobilitazioni in Calabria apparse originariamente su Addùnati il 24 gennaio.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

600 indagati tra i pastori sardi. Persecuzione di massa contro una lotta giusta

Dopo i circa 180 procedimenti penali avviati già nelle prime settimane successive alla cosiddetta “guerra del latte” sono arrivati ora a 600 gli indagati tra pastori e solidali attivi nello sciopero dello scorso febbraio. Una vera persecuzione di massa che deliberatamente intende punire le migliaia di persone – pastori ma non solo – che per […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sardegna, pastori e una lotta inconclusa

Il settimo tavolo di trattativa ieri in Prefettura a Sassari ha sancito la tregua definitiva nella guerra del latte che ha visto scontrarsi i pastori sardi con gli industriali dei caseifici sul prezzo del latte. Un accordo è stato raggiunto dai rappresentanti dei pastori e degli industriali: nuovo prezzo del latte a 74 centesimi a […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Guerra del latte: un primo quasi accordo che non soddisfa nessuno

Al quinto tentativo ieri dal tavolo tecnico di filiera in Prefettura a Sassari un primo verbale firmato: latte mai sotto i 72 centesimi e possibilità di un rialzo del prezzo con il ritiro del pecorino romano invenduto dal mercato. Positivi gli industriali, “piccoli passi” per i pastori presenti in trattativa. Ma tra chi ha lottato […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lotta di classe in Sardegna – seconda puntata

Seconda parte di un viaggio dentro la lotta dei pastori sardi. Leggi qui la prima puntata.   Bivio di Lula Il bivio di Lula sulla 131 si trova al centro di un poligono virtuale con ai vertici i principali centri della Barbagia: Orani, Bitti, Onanì, Nùoro. La 131 è una trincea che si spinge in […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Gli industriali non si presentano al tavolo, la protesta dei pastori non rientra

Sarebbe dovuto essere l’incontro decisivo quello di stamani al ministero delle politiche agricole per la risoluzione della cosiddetta guerra del latte ma una delle due parti, i padroni, gli industriali dei caseifici, non si sono presentati. Al tavolo del dicastero di via XX Settembre, a ricevere la nutrita delegazione di pastori da tutta la Sardegna […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Corrispondenze isolane: cronache dalle prime proteste dei pastori in Sicilia

Le migliaia di litri di latte ovino versato a terra in Sardegna hanno scosso tutto il paese. Le immagini dei pastori esasperati che gettano via il frutto della loro fatica, distruggendo il prodotto del loro lavoro, sono entrate in tutte le cellule della società: dentro le case, dentro il governo, dentro le piazze e i […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Tenere il passo, la danza prosegue

Ancora nessun accordo: perché c’è ancora tanto da imparare da quanto succede in Sardegna. Prima l’incontro al Viminale: “è una questione di ordine pubblico, si avrà una soluzione entro 48 ore per raggiungere un euro a litro”. Missione fallita. Era giovedì. Il giorno prima a Cagliari, in regione un altro tavolo senza esito. Ieri sera […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lotta di classe in Sardegna – prima puntata

  “È stanco, mischino. Si alza alle cinque, va a mungere e poi a scuola all’istituto agrario di Elmas. Ogni giorno così e ora viene sempre qui”. Ha 14 anni ed è sdraiato per terra a fianco alla brace che si consuma sull’asfalto e che ha arrostito la carne di agnello e maiale per il […]