Centinaia di attiviste e attivisti climatici sono a Strasburgo in questi giorni per manifestare e fare pressione sul Parlamento Ue che, alle 12 di oggi (mercoledì 6 luglio), è chiamato a votare la risoluzione che potrebbe includere gas e nucleare nella tassonomia europea degli investimenti sostenibili e “green”. La risoluzione si inserisce in un contesto segnato dalla guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica. A Strasburgo, infatti, è arrivata una lettera del governo ucraino, firmata del ministro dell’Energia Galushenko: “un’obiezione all’atto delegato – si legge nella missiva – metterebbe in difficoltà la ricostruzione post bellica del settore energetico ucraino. La produzione di energia nucleare e la produzione locale di gas rimarranno una solida spina dorsale per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la sovranità dell’Ucraina nel prossimo decennio (fino al 2030)”.
Come spiegano Fridays for future Italia e ActionNetwork.org, «gli attivisti della coalizione #NotMyTaxonomy sono nella città sede del parlamento europeo per una settimana di mobilitazioni, proteste e dimostrazioni, rivolte agli europarlamentari che voteranno il 6 luglio per decidere sull’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia europea degli investimenti sostenibili. Nel mese di giugno due commissioni parlamentari hanno già rifiutato la proposta, mandando un segnale importante al resto del parlamento europeo. Per fermare l’atto delegato, 353 membri del parlamento dovranno votare a favore del veto». Oltre alle manifestazioni, in questi giorni a Strasburgo si sta svolgendo anche un campeggio climatico, nel quale attiviste e attivisti – oltre a dormire – coordinano e organizzano le proteste.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, in collegamento da Strasburgo:
Mattia Lolli, di Legambiente. Ascolta o scarica.
Simone Pepe, di Fridays for Future Brescia. Ascolta o scarica.
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