InfoAut
Immagine di copertina per il post

Che succede ad Italpizza? Cronache di una nuova settimana di mobilitazione

|||||

Nuova settimana di blocchi e cariche davanti all’Italpizza in un nuovo capitolo della vertenza che da oltre 6 mesi sta scuotendo il colosso alimentare modenese.

Da una parte uno stabilimento che viaggia proprio grazie a un sistema di caporalato votato costantemente verso l’aumento degli utili e un ampliamento del sito produttivo con un nuovo comparto logistico. Dall’altra lavoratrici e lavoratori che, rialzando la testa, stanno intaccando sempre di più le fondamenta non solo dell’azienda ma anche dei rapporti economici e politici che si muovono nella provincia.

Quello che a fine 2018 poteva apparire come un muro compatto fra aziende, organizzazioni di settore, sindacati, politica cittadina e istituzioni del territorio, compatto contro le istanze sollevate dagli scioperi, sulla spinta della mobilitazione si contraddice e perde pezzi. Sono passate un paio di settimane da quando sono cadute le accuse mosse contro Aldo Milani, dirigente nazionale del SiCobas durante la vertenza ad Alcar Uno nel vicino distretto carni, un castello di carta funzionale alla criminalizzazione delle lotte.

Anche la conclusione del tavolo indetto al Ministero del Lavoro dello scorso sabato eluso da  Italpizza insieme a Cofamo, Evologica, Confindustria Emilia e Uil Trasporti dà uno spaccato di chi detiene effettivamente gli interessi del territorio.L’azienda di fatti dichiara a mezzo stampa che: “Non parteciperà mai a incontri o tavoli alla presenza dell’organizzazione Si Cobas, per gli evidenti motivi di ordine pubblico di cui sono portatori.” aggiungendo Italpizza sta operando nella regolarità e nel rispetto delle norme, e che è anticostituzionale obbligare una società ad applicare un contratto di lavoro anzichè un altro”.

Si arriva così alla cronaca della settimana che sta andando verso la sua conclusione. Dalla prima mattina di lunedì lo sciopero riprende con forza, si continuerà per tutta la settimana, questa volta anche la cgil ha dichiarato sciopero e il presidio cresce.

Non ci sono ancora gli interventi repentini della celere visti negli ultimi mesi, si parla del fatto che siano tutti utilizzati nella vicina Bologna per proteggere il comizio di Forza Nuova dal corteo antifascista. Intanto l’azienda ri-gioca la carta dell’investimento da 25 milioni di euro per la costruzione in deroga (col decreto sblocca-Modena approvato dalla giunta Muzzarelli del PD nel 2017) di un nuovo polo logistico Italpizza adiacente all’attuale stabilimento produttivo.

È nella giornata di martedi che celere e questura ritornano al lavoro per garantire il funzionamento delle linee produttive e intimidire gli e le scioperanti, imponente uso di lacrimogeni e le ripetute cariche però non ottengono, come da mesi, alcun effetto, si segnalano alcuni feriti lievi fra scioperanti e solidali ma ad agni tentativo di sgombero il presidio si ricompatta e riprende il picchetto.

Al terzo giorno, mercoledì, la repressione poliziesca si fa, per quanto possibile ancora più pesante e nervosa, ormai la produzione è ridotta al minimo. La polizia attacca i blocchi dei lavoratori con lacrimogeni e manganellate fin da subito tuttavia, nonostante l’indicazione dei delegati sindacali CGIL di non partecipare ai blocchi, la maggior parte dei lavoratori iscritti alla Camera del lavoro solidarizzano coi colleghi opponendosi alle cariche.

Nel frattempo alcuni dipendenti al lavoro vengono mandati ad aprire un varco nelle reti che circondano lo stabilimento cosi da creare un possibile ingresso per i crumiri. A pochi metri di distanza la dirigenza della coop Cofamo viene sorpresa mentre tenta di far entrare altri lavoratori chiamati a giornata che però rifiutano di entrare slidarizzando con lo sciopero. Nel pomeriggio, a seguito di una carica, Assouli, delegato da anni attivo nel coordinamento SiCobas modenese viene fermato e portato in questura. Immediatamente si forma un secondo presidio sotto la questura per richiederne il rilascio immediato, alle risposte poco chiare della questura si risponde creando rallentamenti nella strada adiacente, a questo punto il delegato viene velocemente rilasciato.

Giovedì il presidio cresce ancora nei numeri, alle cariche della celere si aggiunge il lavoro di sicurezza privata dellazienda e polizia municipale che in piu momenti della giornata fermano completamente la circolazione della strada per garantire arrivi e partenze piu veloci ai camion di pizze surgelate. La performance della questura aumenta nuovamente in nervosismo: non solo davanti ai cancelli ma pure nei parcheggi lungo la strada si trovano lavoratori che in solidarietà allo sciopero rallentano e bloccano i camion. Dal mattino al pomeriggio nuove cariche, minacce di arresto, manganellate a chi viene buttato a terra, ma al pari delle altre giornate il picchetto non fa che aumentare in compattezza.

La situazione quindi è in continuo aggiornamento. Nuove azioni sono all’ordine del giorno all’interno di una lotta che non accenna a diminuire di peso ed importanza.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

ITALPIZZAModena

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Manovra 2026: La “responsabile” Meloni, atto terzo. 

Prima di dilungarci nel merito dell’allocazione dei miserrimi 18 miliardi previsti, quattro aggettivi possono sintetizzarne il contenuto. Una manovra “responsabile”, pavida, iniqua e belligerante. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendere i padroni. Un commento sulla norma affitti brevi, l’organizzazione delle lotte e l’inasprirsi dei conflitti abitativi a Bologna

Due dirette sulla questione abitativa in Italia, tra le mistificazioni del dibattito pubblico sugli affitti brevi e l’inasprimento del conflitto sulla casa a Bologna.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: lo Spazio Popolare Neruda sotto attacco: la risposta di chi abita e vive lo spazio per la tutela della salute collettiva

Da ieri i quotidiani locali a Torino hanno alimentato la bufera in merito allo Spazio Popolare Neruda dove si è verificato un caso di tubercolosi al quale è seguita un’attenta gestione per la tutela della salute collettiva, sia della comunità che vive e attraversa lo spazio, sia del quartiere e di chi lo anima con le più varie attività. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il problema è il Neruda o l’assenza di prevenzione?

Questa mattina è uscita la notizia su “La Stampa” e altre testate locali riguardo alla presenza di alcuni casi di tubercolosi all’interno dello Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Chi paga il “miracolo economico” (che poi è la solita austerità) del Governo Meloni

Il prelievo fiscale è salito dal 2024 al 2025 dal 41,4% al 42,6% del Pil, toccando un picco da record a danno di milioni di contribuenti con redditi medio bassi

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fuori dalla metropoli. Quaderno di lavoro su lotta per la casa e capitale immobiliare

Una lettura necessaria per ragionare sulla militanza e le lotte sociali fuori dai grandi conglomerati urbani.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

I privati all’assalto della sanità (con l’appoggio del Governo)

Lo scorso 8 luglio Mediobanca ha dato notizia dell’aggiornamento del suo Report 2024 sui maggiori operatori sanitari privati in Italia (con fatturato superiore a 100 milioni) nel 2023.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Francia: Lecornu s’est mazziat

500 000 persone in tutta la Francia contro Macron e la sua politica a due giorni dalla caduta del Primo Ministro francese Bayrou, record per il neo incaricato Sébastien Lecornu, contestato al suo secondo giorno di mandato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aria frizzante. Un punto di vista dalla provincia sulla marea del «Blocchiamo tutto»

Riprendiamo questo ricco contributo di Kamo Modena, in attesa dell’incontro di questo weekend a partire dalla presentazione del documento «La lunga frattura»

Immagine di copertina per il post
Formazione

Senza dargli pace

In un mondo che scende sempre più in guerra, il problema che si pone è come rompere la pace che l’ha prodotta. da Kamo Modena «Senza dargli pace». È l’indicazione di metodo che ci consegna la lunga tradizione di lotta degli oppressi nel difficile movimento a farsi classe, tra sviluppo di autonomia e costruzione di […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il laboratorio della guerra. Tracce per un’inchiesta sull’università dentro la «fabbrica della guerra» di Modena

Riprendiamo questo interessante lavoro d’inchiesta pubblicato originariamente da Kamo Modena sul rapporto tra università e guerra.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Due anni di carcerazione domiciliare per Enrico, referente sindacale del SI Cobas di Modena

Carcerazione domiciliare di due anni per il referente del sindacato in lotta Si Cobas di Modena, Enrico Semprini, esponente anche della redazione di Radio Onda d’Urto Emilia Romagna. Tale disposizione riguarda una condanna collegata alle lotte No Tav e una per un’iniziativa antifascista a Modena. A Enrico Semprini non è stato consentito di accedere a pene alternative alla […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Al fianco di Enrico, rispondere compatti contro la repressione

Riprendiamo di seguito il comunicato del SI Cobas sull’ordine di carcerazione domiciliare che ha raggiunto Enrico, compagno modenese da sempre attivo nelle lotte sul territorio e nella logistica. Esprimiamo la nostra massima solidarietà! In queste ore è arrivato un ordine di carcerazione domiciliare di due anni per il compagno di Modena, Enrico Semprini. Tale ordine […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Solidarietà a Giovanni Iozzoli

Il giorno 7 maggio 2024 il Tribunale di Modena ha condannato Giovanni Iozzoli, scrittore, delegato sindacale e redattore di “Carmilla online”, al pagamento di circa 20.000 euro (tra risarcimento e spese legali) a favore dell’azienda Italpizza, colosso dell’export agroalimentare emiliano.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Modena: il carabiniere violento già indagato per la morte di Taissir Sakka

Uno dei due carabinieri ripresi nel violento arresto ai danni di Idrissa Diallo il 13 marzo a Largo Garibaldi a Modena è già indagato per la morte di Taissir Sakka avvenuta il 19 ottobre 2023 sempre a Modena

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

L’anomalia giudiziaria modenese

Alla luce delle centinaia di imputazioni che nel giro di pochi anni hanno coinvolto militanti, lavoratori e lavoratrici nel modenese, pubblichiamo la segnalazione ricevuta di una iniziativa pubblica che si terrà sabato 25 novembre a Modena per richiamare l’attenzione sul livello repressivo a cui si è giunti in città.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Strage nel carcere Modena: chiesta archiviazione per 120 agenti della polizia penitenziaria

La procura di Modena ha chiesto l’archiviazione per i 120 agenti della polizia penitenziaria che sono accusati di reato di tortura e lesioni personali aggravate in concorso in relazione al fatti avvenuti l’8 marzo del 2020.