InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’infamia razzista e i limiti di un certo antirazzismo: il caso delle “ong che fanno business sui migranti”

Solleticando gli istinti più beceri del peggiore elettorato leghista, probabile bersaglio di questa sparata propagandistica, le parole di Di Maio tradiscono un totale disprezzo per le vite di chi parte verso le coste della Fortezza Europa facendo intendere surrettiziamente che tra le cause principali delle migrazioni ci sia la spinta di gruppi organizzati pronti a farci business.

Il tutto è ancora più pericoloso se si considera che la polemica arriva proprio nelle ore in cui arrivano le richieste di condanna per le vicende di Mafia Capitale, addossando lo stigma di organizzazione mafiosa a chiunque entri in relazione con il tema dei migranti e dell’accoglienza. Da segnalare inoltre come il tutto accada all’interno di una sostanziale assenza di dati concreti, visto che lo stesso rapporto Frontex citato da Di Maio non tira assolutamente le somme fatte dal possibile candidato premier grillino.

In questo modo si cancellano completamente le ragioni reali del movimento migratorio; chi scappa per un futuro migliore è considerato solamente a partire dalla sua potenzialità di pedina utile per gli interessi dei racket, sul quale fare campagna elettorale che più becera non si può, spostando ulteriormente su coordinate razziste il dibattito sulle migrazioni sul modello di quanto già successo sul tema della sicurezza.

Il punto non è allora evitare i decessi, come dice l’anima bella Di Maio per spiegare il senso delle sue parole, ma disincentivare le partenze. Se i migranti devono morire, lo facciano a casa loro, evitandoci quelle pessime scene di sofferenza umana che non si sa mai possano scioccare i nostri cari concittadini mentre guardano il telegiornale delle 20. In questo circolo vizioso si scarica dalla responsabilità della politica a quella supposta delle ong la colpa dell’esodo da guerra, povertà e devastazione climatica.

Sembrerebbe quasi addirittura che le ong siano le vere responsabili delle migrazioni, dato che le renderebbero possibili: il loro ruolo, per Di Maio, dovrebbe essere quello invece di renderle meno attrattive, lasciando uomini e donne in fuga morire nei campi di concentramento libici in un contesto dove sono già più di mille le morti nel cimitero Mediterraneo dall’inizio del 2017.

Intendiamoci. Nessuno è cosi ingenuo da non conoscere l’utilizzo politico dei flussi migratori, l’apertura selettiva delle frontiere da parte di uno stato verso un altro a fini di destabilizzazione interna; il controllo delle migrazioni, come quello sui corpi delle donne, come quello delle relazioni sul luogo di lavoro, come un pò tutto insomma, è terreno di strumentalizzazione e manipolazione politica.

Lo sono di conseguenza anche le politiche migratorie criminali agite dagli Stati e dalle organizzazioni sovranazionali come l’Unione Europea. Il problema è che è proprio in questo scenario che eventuali racket trovano un terreno in cui crescere, che eventuali organizzazioni possano immaginare relazioni di mutuo guadagno con gli scafisti. E’ proprio il confine come strumento che produce tali effetti, permettendo ad Erdogan ad esempio di utilizzare i profughi siriani come arma di arricchimento e di ricatto nei confronti dell’Unione Europea, ben lieta di stringere accordi con veri e propri boia come il sultano turco.

Dobbiamo aggiungere qualche nota in più al discorso per immaginare come muoversi in questo quadro: abbiamo la necessità soprattutto di capire come sia possibile coniugare l’antirazzismo con una prospettiva che non offra, a livello di movimento, semplicemente una accoglienza alternativa, basata sull’assunto che il migrante debba essere ricevuto perchè poi si impegnerà in qualche progetto di integrazione ed inserimento.

In questo l’adozione della prospettiva dello “specchio” riguardo al tema delle migrazioni è utile più che mai, dato che lo scontro politico in atto sulle ong origina anche dallo stato dell’antirazzismo nel paese, dalle condizioni di vita di chi è riuscito a raggiungere le nostre coste. La stessa caratterizzazione del migrante in senso escludente rispetto al resto delle contraddizioni che attraversano la sua esistenza (lo sfruttamento sul lavoro, il razzismo nelle periferie e cosi via) produce quel framework in cui la ribellione non è ammessa le figure accettabili sono solo quella del migrante-terrorista o del migrante-da-accudire, chiudendo ogni spazio di ribellione e di autodeterminazione al soggetto che stia stretto controvoglia in questa tenaglia. 

Perchè del resto il migrante dovrebbe essere sfruttato e costretto a lavori di pubblica utilità al fine di essere accettato? Perchè dovrebbe dare il suo contributo alla crescita di un paese che produce, vende e utilizza bombe nei teatri di guerra più disparati, che è responsabile della sua fuga verso le coste di un paese che solo qualche giorno fa scondinzolava rispetto alla richiesta di Trump di aumentare le spese militari NATO? Ora come ora la trappola del razzismo istituzionale si combina in maniera letale con l’idea che il migrante debba meritarsi qualcosa e quindi essere soggetto al nostro sguardo inquisitorio che potrà decidere su quanto sia meritevole, creando distinzioni tra inclusi ed esclusi, tra accettabili e non accettabili.

Se a certe ong in termini astratti si può fare una critica è quella che tocca questo tipo di sguardo: la carità, il semplice umanitarismo non mutano i rapporti di forza, la richiesta di nuove politiche alle istituzioni non pagano, non denunciare in maniera costante e profonda le relazioni tra impoverimento sociale diffuso, guerre e migrazioni in termini complessivi nemmeno. Non abbiamo bisogno di “buone politiche” di controllo delle migrazioni, ma di dire no alla guerra, al neoliberismo e alle politiche di rinnovato imperialismo, come ad esempio fatto a Lucca qualche settimana fa.

Abbiamo insomma bisogno di puntare il dito sul ruolo delle istituzioni, che cristallizzano l’opinione pubblica nella società rispetto ad argomenti di questo tipo, rendendo i rapporti di forza che la attraversano alla mercè della competizione politica più infame come ci ha ben mostrato diMaio con le sue parole. CinqueStelle, Lega, PD giocano solamente il loro ruolo in un teatrino dove tutti possono guadagnare qualcosa: è ai migranti e alle lotte antirazziste che spetta il compito di far saltare il banco.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Potenza e impotenza contemporanee

Come mai tutte le mobilitazioni di massa degli ultimi trent’anni non sono riuscite a produrre e stabilizzare nuovi rapporti di forza, né a inventare forme di organizzazione capaci di passare alla controffensiva?

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ancora catene da spezzare – Appunti su pratiche di libertà e ed autodifesa

Negli ultimi anni, all’interno dei movimenti transfemministi italiani ed europei, si è manifestata una dinamica preoccupante: l’uso di linguaggi e strumenti nati per la liberazione come dispositivi di delegittimazione e controllo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Nuova strategia Usa e chi non vuol capire

A proposito della nuova strategia degli Stati Uniti e le reazioni che ha suscitato

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Bulgaria: cade il governo dopo le proteste. Quali scenari?

Giovedì il primo ministro della Bulgaria Rosen Zhelyazkov ha annunciato le sue dimissioni.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’importante non è partecipare

Penso tuttavia che il punto cruciale, l’oggetto della nostra critica, debba essere la democrazia nel suo pieno sviluppo: la democrazia politica moderna.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecomarxismo e Prometeo liberato

Nel Prometeo incatenato di Eschilo, Prometeo è una figura rivoluzionaria.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

I tatuaggi di Pete Hegseth, l’America Latina e la guerra che viene

Mentre scriviamo queste righe il Presidente degli Stati Uniti dichiara unilateralmente chiuso lo spazio aereo sopra il Venezuela.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ex Ilva: il riarmo divora la politica industriale (e la transizione ecologica)

Tutti i nodi vengono al pettine. Il governo sovranista con la sua manovrina accantona risorse per acquistare armi e manda alle ortiche quasiasi politica industriale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Restare a galla insieme in un mondo difficile: Bilancio 2024 delle questioni del lavoro in Cina (Parte 2). 

Proseguiamo la traduzione in lingua italiana di questi preziosi contributi sul contesto delle lotte in Cina nel 2024, tradotti in inglese dal collettivo Chuang.  Consapevoli delle profonde differenze tra il nostro contesto e quello cinese, a sua volta molto difficile da restituire come un intero, alcuni dati e considerazioni che vengono avanzati nel testo sembrano […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La violenza che non fa notizia

La violenza dello Stato: sgomberi, gas CS, idranti ad altezza persona e una narrazione mediatica che assolve chi colpisce e criminalizza chi resiste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ha vinto Kast e il Cile si aggiunge all’ondata di ultradestra

È il primo pinochetista a giungere a La Moneda in democrazia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

È solo imperdonabile ignoranza?

Ecco che afferra l’immagine, la tira, la strappa, se ne impadronisce e con violenza la butta via, in modo che chi è fuori veda che si cancella tutto.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Torino città partigiana: Que viva Askatasuna! 

Ripubblichiamo il comunicato uscito dal centro sociale Askatasuna in merito alla giornata di lotta di ieri. Alleghiamo anche un video racconto della giornata.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sgombero di Askatasuna: chi fa i piani e chi fa la storia

Lo sgombero di Askatasuna non può essere trattato come un semplice atto di repressione da parte di un governo di ultradestra.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Askatasuna: uno sgombero contro la città

Negli anni, poi, Askatasunaè diventata, per l’attuale maggioranza politica (a livello locale e nazionale), una vera e propria ossessione

Immagine di copertina per il post
Contributi

Falce ed Algoritmo, eccedenza e dispositivi

Note a partire dal disordine complessivo contemporaneo

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lo sgombero di Askatasuna riguarda tutti noi

L’azione violenta del governo contro il centro sociale torinese è un attacco a tutte le forme di resistenza sociale e dissenso