InfoAut
Immagine di copertina per il post

Mottarone: una ripartenza che si gioca sulle nostre vite

||||

Una funivia che era stata rinnovata da poco. Questo è stato il leitmotiv degli articoli usciti in questi giorni a proposito della strage avvenuta sul Mottarone, in provincia di Verbania, dove 14 persone hanno perso la vita. Infatti suonava quasi inusuale che questa volta la manutenzione degli impianti risalisse a poco tempo fa e che non ci fossero state incaute riaperture dopo mesi di chiusura.

Il tema dei controlli e della manutenzione delle opere infrastrutturali nel nostro paese si ripropone purtroppo troppo spesso. Il Ponte Morandi, le frane nell’entroterra ligure, le voragini nelle autostrade da Nord a Sud, sono solo alcune delle tragedie che hanno sconvolto l’Italia negli ultimi anni. Si ripropone con ancora più forza quando a fronte dei risparmi sulla sicurezza degli impianti e dei lavoratori e delle lavoratrici che rischiano la vita sul posto di lavoro, la priorità per il governo sono le grandi opere come il Tav, il Mose, il ponte sullo stretto, il Terzo Valico. Dopo un anno e mezzo di pandemia e di chiusura totale, di perdita del lavoro e dei propri car* infatti, Conte prima e Draghi poi, hanno messo in atto in un territorio come la Val Susa cosa significhi schiacciare la salute delle persone sotto ai macigni del profitto. Prima di riaprire ospedali abbandonati, prima di immaginare come riorganizzare il sistema sanitario nazionale, prima di scucire un quattrino per le famiglie in crisi e obbligate a quadruplicare il lavoro di cura per sopravvivere alla pandemia, i soldi sono stati investiti per allargare il cantiere di Chiomonte e per iniziare i lavori dell’ex autoporto di San Didero. Certo non ci saremmo aspettati altre scelte da parte di chi ci governa.

Questa volta ci sono alcuni elementi inquietanti, violenti e spietati che si incarnano nelle persone che hanno adoperato una scelta ben precisa e che sono state arrestate questa notte in quanto indagate per aver volutamente tenuto aperto un forchettone impedendo così al freno della funivia di funzionare correttamente in caso di emergenza. Questo per evitare le continue anomalie che avrebbero mandato in blocco l’intero sistema e che avrebbero necessitato di un intervento importante che ne avrebbe causato la chiusura per ulteriore tempo. Troppo tempo da aspettare, troppo tempo in cui stare fermi, senza lavorare e senza guadagnare.

Cosa dobbiamo aspettarci allora? Vili calcoli sui costi e sui rischi. Quasi non si contano le riflessioni dal basso, costruite secondo una visione che rispetti la possibilità dell’esistente di riprodursi provando a scadinare le logiche di dominio. Sono molteplici i documenti, i percorsi di lotta, le comunità che si organizzano per vivere in maniera sostenibile o almeno che tendono a questo. Di fronte alla cieca fame di profitto nulla conta più, siamo sopravvissuti (forse) alla prima pandemia della nostra epoca, o almeno ora proviamo a vederne la luce in fondo al tunnel, e la stessa si ripiega sui soliti meccanismi di mercificazione e consumo. La ripartenza quante vittime dovrà contare? Lo sdegno e la rabbia non saranno mai abbastanza, si tratta di non dover permettere nessuna scelta di questo tipo, si tratta di bloccare in tempo questa roulette russa alla quale nessuno ha deciso di concorrere.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

morti sul lavoroMOTTARONERIPARTENZA

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Macron, à la guerre!

Il presidente francese si lancia in dichiarazioni apparentemente scomposte sulla guerra russo-ucraina, palesando lo “spirito dei tempi” di una parte delle elites europee. Il tronfio militarismo da prima guerra mondiale ci avvicina al disastro.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Agricoltura: la fabbrica impossibile

Non possiamo comprendere queste mobilitazioni senza cercare un nuovo modo di vedere le cose.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

“Difendiamo la nostra terra!” Reportage dalle proteste degli agricoltori Piemontesi

Si tratta di un racconto situato e parziale, a metà strada tra la cronaca e l’analisi, che speriamo possa servire da spunto tanto per una riflessione più ampia quanto per la scrittura di altre analisi situate.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Costante trumpista: la guerra civile latente negli Stati Uniti

In molti avevano creduto che dopo i fatti di Capitol Hill il trumpismo come fenomeno politico sarebbe stato archiviato, presentandosi al limite nelle forme di un estremismo suprematista tanto più radicale quanto residuale.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Palestina, il “senso storico” e noi

Quanto sta accadendo in Palestina crediamo sia un elemento chiarificatore. Lo è sicuramente per le masse che si sono messe in movimento per sostenere la popolazione di Gaza non solo nel mondo arabo, ma anche in tutto l’Occidente.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Salvini: una vita al servizio dei potenti

La nuova trovata di Salvini: una campagna d’odio verso l’islam per distrarre l’opinione pubblica dal genocidio in corso a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Caselle: la propaganda di guerra uccide

Lo schianto della Freccia Tricolore che ha ucciso una bambina di cinque anni ha scosso il paese. Quanto avvenuto però merita una riflessione più profonda sulla militarizzazione della società e sul concetto di sicurezza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Quale futuro ci aspettiamo?

Come incidere in questo scenario? Come porre una rigidità nei confronti delle dirigenze occidentali, a partire dal nostro governo, per frenare l’escalation bellica alla quale stiamo assistendo? Assumendosi il compito di non voler fare parte di chi può essere sacrificabile e, con noi, la nostra parte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

SPECIALE BANLIEUE | Toute la symphonie ardente

Apriamo questa nuova pagina di approfondimento rispetto alla vicina Francia, per comprendere quanto sta accadendo e per trarne alcuni spunti interessanti da convogliare nella nostra riflessione in questa fase e nel nostro agire.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Esselunga di Firenze: qualcosa si muove

A due settimane dal crollo nel cantiere per la costruzione di un nuovo negozio Esselunga nel quartiere di Rifredi, che ha provocato la morte di cinque operai, la popolazione locale continua a mobilitarsi

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Crollo di Firenze: la destra diventa europeista quando si tratta di deregolamentare il lavoro

Cinque operai morti e tre feriti, questo è il tragico bilancio del crollo avvenuto venerdì 16 febbraio nel cantiere del supermercato Esselunga in via Mariti, a Firenze, morti che si aggiungono alla lunga lista di una strage silenziosa.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Firenze: crollo in un cantiere Esselunga. Cinque operai morti, lunedi sciopero sindacati di base

L’azienda committente e la ditta appaltatrice del crollo nel cantiere Esselunga a Firenze sono gli stessi degli incidenti avvenuti nel cantiere di un altro supermercato del gruppo lombardo della Gdo a Genova, nella zona di San Benigno

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Un altro morto nei cantieri Tav francesi

Nel silenzio delle testate di informazione italiane, anche locali registriamo un altro morto nei cantieri geognostici della Torino Lione in Francia. E’ un ragazzo di 31 anni, dipendente della ditta Vinci, colosso delle costruzioni francese che lavorava nel cantiere di Saint Martin la Porte.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Questo lavoro uccide, non lo possiamo più accettare

Questa notte cinque operai sono stati travolti da un treno mentre si apprestavano a sostituire un tratto di rotaie presso Brandizzo sulla linea Torino-Milano. Altri due operai sarebbero rimasti feriti non a causa dell’impatto.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

A difesa del profitto

Ancora una volta, la repressione si avventa su chi davanti ai cancelli della fabbrica esprime il proprio pensiero e la propria azione, dimenticandosi che oltre quei cancelli avvengono costantemente reati.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Morti sul lavoro: fermare la strage continua

Mentre rendiamo tributo ai 6 lavoratori uccisi e impegno a fianco dei parenti perchè sia resa loro giustizia, rendiamo noto e condanniamo la perenne strage di lavoratori, che in corso 2022 già ne vede uccisi al 1dicembre ben 1003 (709 sui posti di lavoro, 289 in itinere, 5 causa Covid): uno lavoricidio a fronte di 600.000 denunce di “incidenti”. Il lavoro uccide.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Imprese criminali

Secondo le ultime stime riferite al 2021, il “giro d’affari” dell’economia sommersa, in Italia, vale almeno 203 miliardi di euro. Di questi, oltre 70 miliardi, è nel mondo del lavoro, sotto forma di “vizio del rapporto contrattuale”, e “senza diritti individuali e sindacali” per gli occupati.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Fino a quando morire d’amianto?

Apprendiamo del decesso di Nino Dall’Olio già operaio della “Officina grandi riparazioni” di Bologna appartenente alla sottocoorte più a rischio quanto a livello di esposizione.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Firenze: ancora un rider morto sul lavoro, è ora di dire basta

Sebastian Galassi, 26 anni, è morto a Firenze alle 21.30 del primo ottobre 2022 nel corso del tragitto di lavoro, una strage continua che come dice Vito Totire della Rete Nazionale Lavoro Sicuro non è casuale ma determinata dalla “diffusione di attività lavorative ad altissimo tasso di costrittività che assomigliano più allo schiavismo che ai […]