InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ennesimo caso di malasanità: i cittadini di Giarre non ci stanno, è rivolta in città

Quando l’esasperazione si trasforma in rabbia. Questo quanto avvenuto ieri nella cittadina di Giarre, vicino Catania. Dopo la morte di M. Mercurio, le cui cause del decesso sono ancora da accertare, per un consistente ritardo dei soccorsi (sembra siano trascorsi 40 minuti prima dell’arrivo dell’ambulanza), si è scatenata una vera e propria rivolta. Dapprima i familiari della donna deceduta e mai giunta all’ospedale Cannizzaro di Catania, hanno sfogato il loro dolore sul mezzo dell’ambulanza e sul personale del 118. Ben presto la rabbia si è estesa in città: un corteo di più di 200 persone ha bloccato il traffico del piccolo paese ionico; in serata l’occupazione della stazione ferroviaria e il blocco di quasi tutti i binari hanno sbarrato il passaggio a treni regionali e nazionali. In generale si registra un clima ancora molto teso: dopo che ieri durante l’occupazione dei binari, alcuni rappresentanti istituzionali (come nel caso del sindaco di Riposto, altro comune nel catanese) non sono certo stati ben accolti alla protesta rischiando il linciaggio, nella notte su di un monumento ai caduti presente in città, uno striscione recitava: “Senza ospedale finisce male”.

Una rabbia verso le istituzioni che trova le sue ragioni nell’assurdità delle morti per mala, malissima sanità che ormai si susseguono da quando nello scorso marzo è stato chiuso il pronto soccorso dell’ospedale di Giarre (sono già due le morti ingiustificate fino a quella di ieri). Ma basta sapere che l’ambulanza che ha “soccorso” la donna, oltre ai 40 minuti di ritardo, non aveva neppure personale medico e infermieristico a bordo, tantomeno adeguati macchinari per gli interventi d’emergenza (ammesso che ci fosse qualcuno in grado di usarli!). Un taxi insomma, non certo un mezzo di soccorso pensato per salvare la vita delle persone. Racconti grotteschi quanto raccapriccianti a parte, non si può morire così, per il ritardo dei soccorsi; non si può più vivere con il terrore di essere troppo distanti da un ospedale per salvarsi o perché l’unica ambulanza nel raggio di chilometri è già impegnata in un altro soccorso. Questa è la realtà, insostenibile ormai per i cittadini di Giarre e dei piccoli comuni limitrofi; perché a quanto risulta, per un territorio in cui abitano circa 100000 persone c’è solo un’ambulanza adibita al soccorso! Come non comprendere allora tutta la rabbia dei cittadini di Giarre? Quali le ragioni e le giustificazioni dei politicanti di turno alla chiusura qualche mese fa del reparto di pronto soccorso!? Perché sindaci e assessori comunali e regionali dopo aver lasciati sprovvisti di un servizio sanitario decente i tanti comuni del catanese, si risvegliano solo adesso convocando tavoli straordinari e pretendendo di manifestare al fianco di chi vede messa a repentaglio la propria vita? Qualcuno ha il coraggio di invitare alla calma i cittadini di Giarre?! E con quali motivazioni potrebbe o vorrebbe farlo?

La crisi, i sacrifici, i necessari tagli, gli sprechi, i fannulloni…tutte storielle che ci raccontano  per “farci stare buoni” mentre si gioca con le nostre vite; mentre con la retorica dei dipendenti pubblici fannulloni e del mantra della crisi a cui conseguono tagli e tagli al welfare, si giunge addirittura a chiudere reparti e interi ospedali, ammazzando la gente. Dopo formazione e lavoro, tocca adesso alla sanità (Niscemi, Messina sono altri esempi di chiusura di indispensabili centri ospedalieri), e come sempre la Sicilia è un luogo privilegiato di avanscoperta per un sistema di governance, dal nazionale al locale, che gioca a scaricare tutti i costi e le perdite della crisi su cittadini e popolazioni. Come sempre la Sicilia sembra un luogo idoneo a diventare quella che in un approfondimento in merito al crollo della A19 (autostrada Palermo- Catania) avevamo definito la “discarica d’Italia” , dove in nome del dio denaro da far girare sempre e solo tra le solite tasche, anche la necessità di mantenere normalizzato il malessere sociale nella crisi ha lasciato il passo – senza troppe preoccupazioni ai piani alti – a incredibili e massimi livelli di dismissione “del pubblico”, depradazione economica, devastazione e sfruttamento di territori e persone che li abitano. Certo, i soldi per Expo, per il Tav, per le consulenze tecniche milionarie per un ponte che ne si farà mai ne nessuno vuole, quello sullo stretto, si trovano; anche quelli per le nuove trivellazioni a largo di Gela o delle prossime ricerche minerarie a uso e consumo delle multinazionali del petrolio o degli sceicchi sauditi si trovano, e come se si trovano. Se poi si muore perché hanno chiuso l’ospedale e l’ambulanza arriva dopo 40 minuti che importa. Se migliaia di trasportatori e agricoltori siciliani stanno subendo un danno economico incalcolabile per una negligenza e un magna magna di appalti che hanno spaccato l’ Isola in due dopo il crollo della A19, che importa…sono i cittadini a pagarne le conseguenze. Spesso con la vita.

Augurandoci vivamente che la rabbia a Giarre e nel circondario del catanese salga ancor più, non possiamo che riproporre la/e domanda/e posta/e in occasione del crollo del viadotto Himera (A19): chi decide sulla spesa pubblica? Chi ne paga, le amare e spesso mortali, conseguenze? Chi i responsabili?

Che la temperatura salga pure, e non solo per l’estate alle porte.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

corteooccupazionesicilia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Blackout Fest 2025!

Dal 13 al 15 Giugno a Manituana (Torino)
Torna la festa dell’unica radio libera dell’etere torinese, qui il programma da Radio Blackout.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta: neve letale su Javier Milei

C’era molta attesa per l’uscita della serie Netflix tratta da L’Eternauta, il capolavoro del fumetto di fantascienza scritto da Héctor Oesterheld, disegnato da Francisco Solano López, e pubblicato sul periodico argentino Hora Cero Suplemento Semanal dal 1957 al 1959, poi ristampato nel 1961 su testata omonima.

Immagine di copertina per il post
Culture

Alcune riflessioni sulla natura e sulla guerra dei contadini tedeschi

Nel 1525 gran parte dell’Europa centrale è stata infiammata da una rivolta sociale: i contadini si sollevarono contro coloro che governavano le loro vite.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il nuovo Papa: perché chiamarsi Leone?

Son stati scritti fiumi di parole sull’esito inatteso del conclave e anche sulla ripresa di un nome desueto da oltre un secolo Leone, dicendo troppe banalità.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta

Fu durante le feste di Natale del ’77 che mio padre, due miei zii e un loro amico si misero d’accordo per vedersi tutti i sabati di gennaio, dopo cena, per giocare a poker.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il gruppo rap nordirlandese Kneecap è indagato dall’antiterrorismo inglese per il sostegno alla Palestina

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina. Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 4 – Il partito e la dialettica marxiana

Il terzo paragrafo del breve saggio è dedicato alla questione del partito e alla sua funzione direttiva nel processo rivoluzionario, qui Lukács offre la più chiara e nitida esposizione della teoria leniniana del partito che il movimento comunista abbia mai elaborato. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Ma proprio detta esposizione sarà oggetto di non poche […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Tonino Miccichè, crucifissu cumu a Cristu!

Senza il libro di Filippo Falcone, Morte di un militante siciliano (1999) probabilmente si sarebbe persa quasi del tutto la memoria. Con la necessità di ricordare viene orgganizzato il festival “Memoria e Utopia per Tonino Miccichè” a Pietraperzia, il 9, 10 e 11 maggio. di Angelo Maddalena, da La bottega del Barbieri Rocco D’Anna poco […]

Immagine di copertina per il post
Culture

“Carcere ai Ribell3”: Mamme in piazza per la libertà di dissenso

Presentiamo il libro “Carcere ai ribell3”, scritto dalle donne del gruppo Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Con una delle “mamme” ripercorriamo alcune storie di compagn* e attivitst* che hanno incontrato il carcere nel loro percorso di lotta; raccontiamo delle pratiche di solidarietà portate avanti dalle “mamme” in sostegno dei/delle figli/e e delle […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Decolonizzare la scienza

Dalle spedizioni dell’Ottocento al divario nella geografia dei centri di ricerca, c’è ancora un problema di colonialismo?

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Italia: una società anziana, malata e sempre più diseguale

Due recenti rapporti ci offrono un affresco delle condizioni in cui versa la società italiana, disegnando uno scenario di forti diseguaglianze, frammentazione sociale e crisi demografica.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La Procura (sconfitta),si vendica sugli studenti!

Riprendiamo qui di seguito il comunicato degli studenti e delle studentesse torinesi che continuano a battersi per chiedere giustizia per Ramy e per un futuro migliore per tutti e tutte.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Le lotte non fanno un passo indietro: nuova occupazione a Milano della rete CI SIAMO di viale Sarca

I fattiIl 19 settembre un incendio divampa nello stabile situato in via Fracastoro 8, dove vivevano 70 migranti della rete Ci siamo, già sottoposti a molteplici sgomberi senza che le istituzioni milanesi fossero in grado di trovare soluzioni abitative per le famiglie e i lavoratori/lavoratrici che da tempo si confrontavano con le difficoltà di trovare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: migliaia in piazza contro il governo Meloni. Scontri tra collettivi universitari e polizia

Si è svolto ieri a Roma, partito da piazza Vittorio Emanuele II, il corteo “contro il governo Meloni” diretto a Porta Pia a cui si sono aggiunti i collettivi universitari e liceali che si sono dati appuntamento a Piazzale Aldo Moro.  In testa al corteo lo striscione con lo slogan della manifestazione e il sottotitolo […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Occupazione temporanea del MAXXI: dal mondo dell’arte pro Palestina

Occupazione temporanea del MAXXI – mobilitazioni dal mondo dell’arte
in sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

“Il Ponte sullo Stretto è uno specchietto per allodole”. Calabria e Sicilia si preparano alla manifestazione popolare

Il ponte sullo Stretto” tra la Calabria e la Sicilia è uno “specchietto per le allodole.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Uno sguardo sulle barricate studentesche in Francia

Da quando gli studenti hanno occupato la Columbia University in solidarietà con i palestinesi, le occupazioni e gli accampamenti studenteschi contro il genocidio a Gaza si sono diffusi a macchia d’olio, oltre cento università sono state occupate in tutto il mondo, un vasto movimento che richiama alla memoria le mobilitazioni contro la guerra in Vietnam.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: Columbia occupata, iniziano le sospensioni, prosegue la repressione poliziesca. Centinaia di arresti

Il campus di New York è off limits anche alla stampa. E i ragazzi erigono le barricate. La Polizia entra a Columbia, centinaia di arresti

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La lotta per fermare il genocidio nelle università statunitensi: un reportage dall’Università del Texas

Abbiamo tradotto questo interessante reportage apparso su CrimethInc sulle proteste che stanno coinvolgendo i campus degli Stati Uniti contro la complicità del governo USA nel genocidio del popolo palestinese.