InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’alluvione in Emilia Romagna non è una tragica fatalità

L’alluvione in Emilia Romagna ha provocato due morti, 500 evacuati nel Ravennate, danni e disagi, ma ancora una volta non si parla a sufficienza della matrice di questo fenomeno: la crisi climatica e la devastazione ambientale.

Può sembrare un paradosso, ma tra le cause principali dell’alluvione vi è la grande siccità che ha colpito il paese in questo inverno. Infatti le piogge anomale (200 mm in 24 ore, pari alla pioggia di due mesi) si sono riversate su terreni resi secchi dalla siccità che non sono riusciti a trattanere l’acqua. A ciò si è unito lo scioglimento delle ultime nevi sugli Appennini e i torrenti si sono gonfiati anche di 10 metri in poche ore, oltre alla rottura degli argini in terra.

Ovviamente per quanto persistenti queste piogge non risolveranno il deficit idrico degli scorsi mesi su un tempo più lungo: una buona frazione delle precipitazioni degli ultimi giorni andrà persa per dilavamento e ruscellamento, quindi non sarà resa disponibile ai terreni e alle colture.

D’altronde la possibilità che questi territori fossero investiti da un fenomeno del genere era ampiamente prevista alla luce dei cambiamenti climatici: secondo i dati Ispra del dicembre 2022 elaborati da OpenPolis:

Ferrara è la prima provincia italiana per quota di terreno esposto a rischio alluvioni (99,9%). Segue Rovigo con il 99,1%. Nel complesso sono sette le province in cui la percentuale supera il 50%: oltre le già citate Ferrara e Rovigo, anche Ravenna, Venezia, Mantova, Reggio Emilia e Bologna. Tra lo 0% e l’1% invece soltanto 7 province, tutte siciliane tranne Bolzano.

E ancora:

Come già evidente a livello provinciale, è l’Emilia-Romagna a presentare la quota più elevata del proprio territorio esposta al rischio alluvione. Come rileva Ispra stessa nel suo report 2021 sul dissesto idrogeologico, questo è dovuto “alla presenza di una complessa ed estesa rete di collettori di bonifica e corsi d’acqua minori che si sviluppano su ampie aree morfologicamente depresse, di tratti arginati spesso lungo alvei stretti e pensili, di regimazioni e rettifiche in specie nei tratti di pianura”.

Tuttavia, la regione maggiormente esposta allo scenario di rischio elevato è la Calabria.

Non a caso entrambe regioni che stanno vivendo grandi disagi in questo momento (in Calabria a causa delle forti piogge è crollato un viadotto sul fiume Trionto).

L’altro aspetto che emerge con forza dall’analisi dei dati Ispra è che il rischio alluvioni è approfondito dalla significativa infrastrutturazione ed irregimentazione delle acque che sono direttamente collegate al complesso agro-industriale di queste aree. Il dissesto idrogeologico in questo caso ha poco di naturale, ma è figlio di un preciso modello di sviluppo agricolo e produttivo. Naturalmente un loro ruolo lo giocano anche la scarsa manutenzione degli argini e i problemi cronici della malagestione dei territori.

Ora mentre i governi che si sono susseguiti progettano di spendere miliardi di euro in opere inutili e gettare il PNRR nelle mani di privati e speculatori i nostri territori sono sempre più soggetti ad eventi di questo genere e nessun serio processo di prevenzione e messa in sicurezza è stato avviato.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

alluvioneCRISI CLIMATICAdevastazione ambientaleemilia romagna

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

17 giugno: diecimila stivali per una ricostruzione sociale dei territori alluvionati

Il 17 giugno, a un mese esatto dall’alluvione: 10mila stivali per portare sotto la Regione il fango che abbiamo raccolto – Per una ricostruzione sociale dei territori

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Sicilia: 1600 ulivi abbattuti per il Thyrrenian link. Parte la mobilitazione a Termini Imerese

1600 ulivi secolari abbattuti per fare spazio al Thyrrenian Link di Terna. Parte la mobilitazione a Termini Imerese

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I folletti della Clarea fanno visita al cantiere TAV di Chiomonte

I folletti della Clarea hanno nuovamente fatto visita al cantiere della Maddalena abbattendo le reti milionarie del fortino inutile e dannoso e spalancandone le porte!

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

End Fossil Occupy: “Basta accordi tra università e aziende del fossile”. Mobilitati gli studenti della Sapienza

Anche le Università italiane aderiscono alla mobilitazione internazionale #EndFossilOccupy! Per denunciare i rapporti tra le aziende del fossile e le università prosegue a Roma l’occupazione del piazzale davanti alla facoltà di Geologia della Sapienza dove sono state montate una ventina di tende.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Raid della polizia tedesca contro Ultima Generazione

Perquisizioni in tutta la Germania, sequestrati beni e conti bancari dei militanti di Ultima Generazione, oscurato il sito.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Con l’approvazione del Mountain Valley Pipeline, Biden preferisce i profitti dei combustibili fossili al pianeta

In un’altra mossa che contraddice le promesse di azione sul clima fatte in campagna elettorale, l’amministrazione Biden ha recentemente concesso l’approvazione di un gasdotto di 303 miglia nel cuore dell’Appalachia, nonostante il clima si stia rapidamente destabilizzando.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Cosa c’è di più negazionista di inserire un rigassificatore nel decreto alluvione?

E’ così, si stenta a crederci, ma il governo Meloni ha approfittato del decreto sull’alluvione in Emilia Romagna per semplificare l’iter per i nuovi rigassificatori.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’Emilia Romagna e l’alluvione… di cemento

Nel dicembre 2017 la giunta della Regione Emilia Romagna a guida Bonaccini varò la Legge 24/2017 per la “disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio”.Nonostante fosse venduto al pubblico come una legge contro il consumo di suolo, il provvedimento disponeva lo smantellamento delle prerogative di programmazione urbanistica da parte dei Comuni, sostituendole con un […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Emilia Romagna: We are not fucking Angels!

Il tempo si sospende di nuovo, come all’inizio dei lockdown. Non bisogna uscire di casa. Questa volta è alluvione. Oppure da casa bisogna fuggire, perché l’acqua sale.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Emilio, il pescivendolo.

Da un’intervista realizzata da tre membri della Mauvaise Troupe nell’aprile 2015, nel mercato di Sant’Ambrogio e pubblicata sul sito MarsInfo e poi tradotta su notavinfo

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gran Bretagna – Benvenuti nel futuro: questa ondata di scioperi è solo l’inizio

Dal 2008 le cose sono andate sempre peggio per i lavoratori, ma non ci sono stati molti scioperi. D’altra parte, dalla metà del 2022 il numero di giorni di sciopero è salito a un livello che non si vedeva dal 1989.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Salone del libro Torino: interrotto intervento della ministra Roccella.

Interrotto l’intervento della ministra per la famiglia, Eugenia Roccella, nel padiglione della Regione Piemonte, da parte di diversi movimenti di Torino, da Extinction Rebellion a Non Una di Meno. “Siamo di fronte alla cecità di un governo che continua a investire in combustibili fossili e in politiche volte a restringere il diritto all’aborto” dichiarano le persone presenti. Molte le attiviste pedinate e perquisite senza motivo. Striscioni e sit-in anche all’esterno del Salone.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TENIAMO BOTTA EMILIA-ROMAGNA! Chiamata alla solidarietà – Sosteniamo i gruppi volontari nell’alluvione in Emilia-Romagna

L’alluvione che ha devastato ampie aree del territorio emiliano-romagnolo avrà effetti di lungo periodo sulle nostre colline e montagne, sui nostri campi e le nostre città, sul sistema idro-geologico. E avrà effetti di lungo periodo su di noi che questi luoghi li abitiamo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

L’alluvione in Emilia-Romagna: le lacrime di coccodrillo sopra un consumo di suolo senza argine

La Regione sconvolta in questi giorni è la prima in Italia per cementificazione in aree alluvionali, come mostrano i dati dell’Ispra, ignorati dai più fino a ogni disastro: più 78,6 ettari nel 2021 nelle aree ad elevata pericolosità idraulica; più 501,9 in quelle a media pericolosità. Altro che “è colpa delle nutrie”, osserva il prof. Paolo Pileri