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La lotta a Sainte Soline contro il progetto di mega bacino idrico.

Lo scorso weekend si è tenuta una manifestazione importante a Sainte Soline, nel nord ovest della Francia, dove migliaia di persone messe in rete dal movimento Soulevement de la Terre si sono ritrovate per opporsi al progetto del mega bacino idrico.

Abbiamo intervistato una compagna francese, simpatizzante della rete SDT, che ci ha raccontato le origini, gli sviluppi e le prospettive del movimento e della lotta contro il progetto. Di seguito riportiamo la traduzione dell’intervista radiofonica.

  • Come nasce la rete Soulevement de la Terre, quali sono gli obiettivi e dove si sta sviluppando maggiormente?

SDT e’ un movimento, una campagna nata da 2 anni in un contesto in cui i movimenti del clima, i sindacati, i partiti politici ed altri soggetti erano incapaci di costruire forza, quindi nasce il bisogno di creare una forza politica dove varie componenti si incontrano: abitanti di territori in lotta come nelle ZAD, giovani dei movimenti ecologisti, agricoltori sindacadicalizzati e giovani in rivolta. L’obiettivo parte dalla necessità di fare qualcosa di potente a partire da due assi: la crescente distruzione delle terre, dei campi, l’opera di cementificazione e la distruzione di risorse idriche; la constatazione di un aumento delle terre vuote o abbandonate, tanti contadini vanno in pensione e la lotta che portiamo avanti libera anche dei territori. Dunque la domanda è anche cosa facciamo con queste terre, come organizzarci per riprendere in mano queste risorse e affrontare la sensazione di essere privati delle proprie risorse.

  • La lotta di Sainte Soline: in che cosa consiste il progetto del mega bacino idrico, quali sono le conseguenze, come si inserisce nel ragionamento la questione dell’agroindustria in Francia, quali sono gli obiettivi di chi si batte contro questa grande opera?

Prima di rispondere a questa domanda vorrei dare degli esempi delle lotte di SDT. Per esempio le lotte contro la distruzione e cementificazione nel sud della Francia, un anno e mezzo fa vi è stato un grande evento di più di 800 persone che hanno messo in atto una grande azione di sabotaggio che ha portato a grande visibilità ; attaccare direttamente le grandi industrie come Lafarge a Parigi, l’occupazione di Monsanto a Lione con i vari tentativi di entrare; la lotta contro la costruzione di riserve idriche artificiali nelle montagne delle Alpi, progetto che poi e’ stato abbandonato.

Arriviamo dunque alla lotta contro il bacino a Sainte Soline. Possiamo dire che e’ la lotta emblematica di SDT e occorre raccontare in che cosa consiste il progetto. Il mega bacino prevede lo scavo di crateri immensi che si estendono su 16 ettari di terre, all’interno vengono sistemati dei teli in plastica che dovrebbero fungere da vasche all’interno delle quali si va a pompare l’acqua direttamente dalle falde acquifere per poterla stoccare nel bacino e per poi irrigare d’estate. Questa logica di stoccaggio delle acque in un periodo di siccità viene promossa dal governo. Uno dei problemi è che quest’acqua servirebbe a una minoranza di agricoltori che lavorano nell’ambito dell’agroindustria e che producono mais per allevamento. La loro cultura distrugge il suolo, è causa di ulteriore siccità, causa l’erosione delle terre legata allo scavo delle vasche e, inoltre, rientra in una logica di privatizzazione dell’acqua. Chiaramente è basata su una logica a breve termine, ossia ce ne freghiamo di domani, in un momento di forte siccità e’ ancora più problematica.

  • Lo scorso weekend c’è stata una grande manifestazione contro il progetto del mega bacino a Sainte Soline, ci racconti come nasce, la composizione e quali prospettive si dà?

Intanto bisogna partire dalla lotta contro le vasche: oggi ci sono 93 grandi vasche pensate in Francia e 16 in questa regione che e’ una zona di prova, quindi è ancor più importante lottare lì contro la propagazione di questo esperimento. Oggi abbiamo visto crescere il movimento territoriale che era attivo da 10 anni grazia alla collaborazione con altri soggetti e realtà di lotta. Già durante l’anno scorso vi sono stati tre grandi eventi: un’azione di smantellamento delle vasche quando a 9 vasche è stata tolta la plastica. L’obiettivo della manifestazione era impedire l’inizio del cantiere,ad oggi il progetto non e’ stato sospeso ma, dopo la mobilitazione, è stato messo in pausa il cantiere al momento perchè hanno paura della resistenza. In termini di analisi: e’ una delle prime volte che in Francia si dà una mobilitazione enorme, attraversata da una composizione molto diversa: agricoltori, persone anziane, giovani. Tutte queste persone hanno partecipato con lo stesso obbiettivo: fermare il cantiere. Quindi tutti sapevano che per praticare questo obiettivo si sarebbe andati incontro anche a sbarramenti della polizia. Il fatto che tutti avessero lo stesso obiettivo e che tutti siano stati all’ascolto delle varie pratiche per farle coesistere è stato vincente. Questa composizione ha anche permesso un vero rapporto di forza nel dibattito: da quando c’e’ stata questa manifestazione si parla ovunque di questa questione dando quindi grande visibilità al movimento. Inoltre è funzionale l’idea di creare una forza autonoma dai vecchi partiti e sindacati, questo apre nuovi spazi di lotta dove le persone possono veramente far sentire la loro voce e riprendere in mano la loro capacita di agire e costituire forza insieme.

Per quanto riguarda le prospettive sicuramente tenere alta l’attenzione per impedire la costruzione delle vasche, partecipare e informare anche in Italia con l’idea di vivere insieme questi momenti e di partecipare ai prossimi appuntamenti.

Da Radio Blackout

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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