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Catania. Emergenza acqua e luce durante l’ondata di calore e la beffa dell’amministrazione

L’ondata di calore che sta interessando la Sicilia esplicita ancora una volta la totale indifferenza delle istituzioni riguardo le necessità e le priorità del territorio.

da Antudo

Cambiamento climatico e inadeguatezza delle infrastrutture

L’ondata di calore che sta interessando la Sicilia esplicita ancora una volta la totale indifferenza delle istituzioni riguardo le necessità e le priorità del territorio. In questi giorni in Sicilia si stanno registrando temperature decisamente alte, a Catania con picchi di 47°C. C’era da aspettarselo, vista la crescita esponenziale degli effetti del cambiamento climatico anno dopo anno sul territorio siciliano, eppure le infrastrutture della città sembrano totalmente impreparate. Nonostante l’incendio di parte dell’aeroporto Fontanarossa abbia occupato gran parte delle cronache, i disagi più importanti riguardano invece quello che accade in città: da giorni infatti si verificano blackout e interruzioni  dell’acqua corrente in tutti i quartieri di Catania e nei comuni della provincia. Le conseguenze sulla vita degli/delle abitanti sono disastrose: oltre all’impossibilità di attivare condizionatori e ventilatori, in ospedali come il Cannizzaro è stata sospesa l’attività ambulatoriale, mantenendo attive solo le operazioni d’urgenza. E-Distribuzione ieri ha finalmente fatto luce sulle cause tecniche della situazione: la rete elettrica a media e bassa intensità non sopporta le temperature raggiunte dall’asfalto, che toccano i 50°C. Questo impedisce anche agli impianti di distribuzione delle risorse idriche di funzionare, lasciando migliaia di persone senza acqua.

Le proteste degli abitanti

La dinamica di quanto sta succedendo suona agli/alle abitanti come l’ennesima presa in giro, come l’ennesima catastrofe annunciata che rimane tuttavia sempre l’ultima delle priorità delle amministrazioni e dei governi regionali. La sfiducia dei/delle catanesi rispetto all’istituzione comunale ad oggi è riconfermata dalla totale mancanza di risposte: sia Sidra, l’azienda responsabile della distribuzione dell’acqua (al 100% di partecipazione comunale), sia il neo-sindaco Trantino hanno affermato che i disagi si protrarranno per un tempo indefinito. I residenti dei quartieri di Cibali, Nesima e viale Mario Rapisardi hanno reagito lanciando una petizione su Change.org che afferma “è che qui si sapeva già che questa interruzione sarebbe potuta avvenire: infatti – continuano i cittadini – la giustificazione che è stata data, come al solito, colpevolizza chi è utente, sostenendo che la rete non ha retto a causa di consumi eccezionali. Questa tesi è inaccettabile: la rete deve poter reggere proprio questi carichi massimi, frutto dei bisogni di chi abita le città sempre più calde; altrimenti la rete è inefficiente” e prosegue “non possiamo accettare che fatti del genere diventino normalità: la normalità è disporre di servizi e diritti regolarmente, non di subire disservizi e discriminazioni”. Sempre nel quartiere di Cibali, dove l’energia elettrica manca da una settimana, alcuni abitanti hanno protestato nella notte tra sabato e domenica tramite un blocco del traffico.

La beffa dell’amministrazione

Ma già dai suoi primi giorni, l’amministrazione Trantino si è mostrata più interessata a intervenire sul famigerato “degrado” della socialità nelle piazze e dei writers, emanando un’ordinanza che vieta e sanziona chi non viva la città esclusivamente come luogo di consumo. Nuovamente le istituzioni cercano col securitarismo di distogliere l’attenzione da ciò che veramente degrada la qualità della vita in città: la mancanza di una reale messa in sicurezza dei territori, di una sanità territoriale accessibile, di infrastrutture e politiche adeguate che si prendano la responsabilità di fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico. La crisi che oggi investe Catania rende evidente che l’intervento delle istituzioni sul territorio segue unicamente logiche securitarie e propagandistiche. Non è un caso, infatti, il coinvolgimento in primis dei vertici militari all’incontro in Prefettura che si è tenuto oggi tra il Sindaco, i dipartimenti regionale e nazionale della Protezione Civile, Enel e Sidra. Da tale incontro però non apprendiamo nulla di nuovo: nonostante il “rango” della composizione, è stato semplicemente ribadito che non è possibile prevedere la durata delle interruzioni, data l’insufficienza della rete elettrica. Successivamente Nello Musumeci ha ammesso in una dichiarazione stampa la responsabilità della Regione nell’aver sottovalutato il cambiamento climatico da anni a questa parte. C’è da chiedersi dove fosse il presidente della Regione durante i molteplici scioperi globali per il clima che hanno portato migliaia di persone in piazza. Come toppa per limitare i danni della situazione un’area delle Ciminiere è stata adibita e climatizzata per poter accogliere chi avesse bisogno di acqua e un posto fresco. Purtroppo la struttura, chiudendo alle 21, non offre alcun tipo di ospitalità notturna e ha una capienza limitata a circa 80 persone. Ci chiediamo se si dovesse giungere a un problema di tale dimensione per pensare a un servizio così banale che dovrebbe essere attivo durante tutta l’estate in una città che raggiunge temperature così alte. 

L’unica certezza che rimane agli abitanti è che in queste condizioni non si può vivere. È chiaro che ad un protrarsi della mancanza di luce e acqua seguiranno delle risposte da parte di chi vive sui territori le ruberie e i saccheggi dello Stato, che porta la terra alla totale invivibilità e a crisi mortifere soprattutto per chi è più vulnerabile.

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