InfoAut
Immagine di copertina per il post

Brasile: l’acqua che tutto abbatte

Due donne, già negli anni, attendono i soccorsi alle intemperie, sopra il tetto della vecchia casa familiare, in un villaggio del Rio Grande do Sul.

di Silvia Beatriz Adoue

Su un altro tetto, un anziano si affaccia da una piccola apertura, abbracciato al suo cane. Hanno resistito a lasciare le proprie abitazioni. Il vecchio dubita quando giunge la barca. Lancia un ultimo sguardo in basso. Non sappiamo se vuole portarsi via qualche oggetto che ha lasciato indietro o se sta dicendo addio alla sua casa. Forse accetta di abbandonarla per salvare la vita del cane, il suo compagno. Forse è questo l’argomento che lo convince tra le parole che non riusciamo ad udire, ma lo indoviniamo nei gesti insistenti dei soccorritori.

Le sorelle ripercorrono la vita che resterà indietro. Una delle donne si ricorda all’improvviso, mentre aspetta la barca, di quella tovaglia bianca ricamata, tra palline di naftalina che è rimasta nel cassetto del comò, mai usata, conservata per un’occasione eccezionale che non si è mai presentata. Perché? Una vita carica di futuri già perduti nella fanghiglia di questi giorni.

Da alcune ore non piove, ma la previsione dice che ci saranno altre precipitazioni. E la diga corre il rischio di rompersi. Le donne andranno in casa di qualche parente. Bisogna vedere con chi, perché, anche se le abitazioni delle figlie sono in salvo in aree un po’ più alte, sono rimaste isolate o circondate dal fango. I nipoti ricordano il cortile della nonna e delle zie brontolone, con il fico e l’altalena contesa tra i cugini, e le galline libere; il profumo di gelsomino e di fiori d’arancio, alternato con l’odore di frittura. Ora sono cresciuti, ma la memoria dell’infanzia rimaneva in quel cortile ora in fondo all’acqua. Il diluvio si è portato via il fico.

Una giovane non ha potuto salutare il suo bebé, che era nato male e quando, in elicottero, è riuscita a giungere in ospedale, era già tardi. Nell’aula della scuola dove si sono rifugiati gli abitanti, una signora, seduta su un materasso, guarda ripetutamente le poche foto che è riuscita a salvare. È stata la prima cosa a cui ha pensato prima di abbandonare casa sua.

Il padrone di un piccolo negozio, e la limitata prosperità che presupponeva eterna, non sa che farà. L’alluvione si è portata via la mercanzia e ha distrutto la bottega. Ora sta in un campo di pallacanestro adattato a ricevere derelitti. Lo sorprende di dover condividere lo spazio con vicini più poveri, ai quali non vendeva più a credito. Il materasso, le lenzuola, le coperte sono uguali per tutti. Pensa che, per lo meno, ha potuto pagare gli studi ai suoi figli. Questo pensiero gli restituisce serenità. Si domanda se sarà contemplato da qualche “piano di ricostruzione” di quelli che annunciano nel notiziario per il quale è stato intervistato. Chi avrà la priorità? I proprietari terrieri esportatori di soia? Quelli che hanno perso le abitazioni? Quelli che sono rimasti senza lavoro? I supermercati?

Un padre di famiglia, un “uomo perbene”, prende la decisione di fare la fila con un bidone vuoto nel quilombo, dove vive “quella gente che invade” terreni. L’unico luogo dove si preservano le fonti. Si sente umiliato. Ma non c’è più acqua nel serbatoio di casa, e la moglie non sa come cucinare. Ingoia l’orgoglio, i muscoli tesi, temendo di essere trattato con disprezzo. La gente lo riceve con un sorriso. Lo avvisano che hanno una cucina comunitaria, e che, nel pomeriggio, ci sarà un’attività per i bambini. Ora pensa di tornare per donare alcuni  viveri.

In un paese con la stratificazione sociale del Brasile, e in un periodo in cui i ceti intermedi sentono la minaccia di cadere in basso, le inondazioni operano in un modo molto particolare nei cuori e nelle menti. Quelli che si consideravano in salvo dal naufragare nella miseria per il loro proprio merito vivono ora l’incertezza. Molti sono andati accumulando generazione dopo generazione nidiate di autocompiacimento per ogni anno in cui riuscivano a mantenere, non la propria condizione di vita, che questo è andato perduto per tutti quelli che non sono grandi proprietari, ma la loro distinzione rispetto a quelli che stanno nel gradino immediatamente inferiore. Questi sono visti come appestati, come se la povertà fosse il frutto di una debolezza morale che non può colpire chi li vede così. La paura di cadere nel prossimo anello dell’inferno fa sì che si eviti la compassione, che può portare il “contagio”: “non c’è peggior povero di quello che è vicino”. In questi tempi, il cuore drizza spine difensive.

L’acqua che tutto abbatte, come dice bene Felipe Mattos Johnson[1], è il risultato dell’azione predatrice del capitale nella sua fase attuale. Detto meglio, è la risposta dell’acqua, che reagisce alla distruzione dell’equilibrio delle catene estrattive. L’acqua, il vento, la terra, cercano la loro giustizia, che si presenta a volte come vendetta. Oggigiorno, ci sono 446 municipi dello stato di Rio Grande do Sul colpiti dalle inondazioni; 76.884 persone rifugiate nei ricoveri; 538.545 che hanno dovuto abandonare le proprie case; 806 feriti; 124 scomparsi; 148 morti; 76.483 persone soccorse; 11.002 animali soccorsi[2]. Per la maggioranza dei danneggiati direttamente o indirettamente, quelli che hanno perso i propri esseri cari, le proprie case, i propri oggetti personali, i propri mezzi di vita, queste inondazioni sono una ferita nella memoria. Come elaborare una spiegazione? Come trovare dei motivi per un disastro che sembra così enorme? E per coloro che si spiegavano la propria posizione intermedia nella piramide sociale, come riannodare un prima e un dopo in una catena causale? È più facile attribuire la disgrazia alla fatalità, ad una catastrofe “naturale”. Tutto sembra assurdo.

Riflettere collettivamente sulle cause è una condizione per la salute mentale. Una condizione per non affondare nel marasma, nella passività. Come fare piani per il futuro quando tutto quanto vissuto è sospettato di aver provocato il disastro? Come “ricostruire” la vita ripetendo nevroticamente il modello che ha generato tanta distruzione? E, la cosa più importante, in chi avere fiducia per fare narrazioni collettive di futuro?

Come descrive Felipe Mattos Johnson nel suo articolo già citato Solidarietà ribelli x neoestrattivismo, le reti di mutuo sostegno a base comunitaria e territoriale sono un riferimento a difesa della terra, delle fonti, del cibo sano, delle relazioni amorose di cura. Speriamo che queste pratiche generose riescano a fondare nuove lealtà, nuove fiduce, al di là delle illusioni di mantenimento delle distinzioni tra quelli in basso.

[1] Vedere: https://desinformemonos.org/brasil-solidaridades-insurgentes-x-neoextractivismo-las-inundaciones-en-rio-grande-do-sul/

[2] Vedere: https://g1.globo.com/rs/rio-grande-do-sul/noticia/2024/05/15/mpt-recebe-69-denuncias-de-comparecimento-obrigatorio-ao-trabalho-em-meio-as-cheias-no-rs.ghtml

Fonte: Correio do Povo

16 maggio 2024

Desinformémonos

Traduzione di Comitato Carlos Fonseca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

brasileCRISI CLIMATICAESTRATTIVISMOinondazione

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Manifestazione no tav sui luoghi della devastazione

In occasione del Festival Alta Felicità, che anche quest’anno si terrà nella splendida cornice della borgata 8 dicembre a Venaus dal 26 al 28 luglio, il Movimento No Tav scenderà di nuovo per le strade ed i sentieri della Valsusa. Fin dalle prime edizioni è stato un appuntamento fondamentale nella lotta contro la linea ad alta velocità Torino – Lione.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ciao TAV: necrologio di un progetto nato morto

A cura dei tecnici No Tav da notav.info Del progetto TAV Torino – Lione, dopo oltre trent’anni, abbiamo migliaia di chilometri di parole scritte sulla carta e nemmeno un centimetro di binari realizzati. Qual è il destino della grande opera più inutile d’Europa? È tutto scritto in un numero magico, diffuso ieri dall’Unione Europea. In […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia: migliaia in corteo a difesa delle risorse idriche. Lancio di lacrimogeni da parte della polizia che vieta le manifestazioni

Movimenti e organizzazioni di base sono impegnati da ieri mattina in Francia in una mobilitazione internazionale lanciata da Soulevementes de la Terre e Bassines Non Merci in difesa della terra e delle risorse idriche, contro la costruzione di mega-bacini idrici nell’area di Poitou, nell’ovest del paese. Migliaia di persone in corteo. La polizia, anche a […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TavLeaks. Documento tecnico lancia l’allarme sull’impatto idrogeologico del cantiere: sta accelerando il cedimento di una diga in Val Maurienne

Il giornale Mediapart si è procurato un documento interno della EDF, l’azienda francese di fornitura elettrica, in cui un ingegnere lancia l’allarme, con tanto di emoji , sul fatto che lo scavo del tunnel del TAV ha, nel 2019, svuotato di acqua una parte della montagna in Val Maurienne, in Savoia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torna il Festival Alta Felicità

Torna il Festival Alta Felicità! Dal 26 al 28 Luglio la Borgata 8 Dicembre di Venaus sarà di nuovo attraversata da migliaia di persone che, con entusiasmo, arriveranno in Val di Susa per tre giorni di musica, dibattiti, incontri e gite.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Maxi-striscione di Extinction Rebellion su una gru dentro il Politecnico: “Stop alla ricerca per il genocidio”.

Un grandissimo striscione è stato appeso questa mattina da Extinction Rebellion al braccio orizzontale della gru che affaccia su corso Castelfidardo: “Politecnico: stop research for genocide”, in solidarietà agli studenti in occupazione per la Palestina.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Appello alla mobilitazione per la stagione 7 dei Soulèvement de la Terre.

Per consultare l’appello completo è possibile leggerlo in italiano direttamente sul sito dei Soulèvement de la Terre. Di seguito le prossime date da segnare in calendario..

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ciao Silvano

Avremmo voluto avere un po’ più di tempo per salutarci come si deve, con un brindisi in più per salutare questo mondo che da quando eri ragazzo hai fatto di tutto per cambiare.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messico: due contadini morti e centinaia di feriti per la repressione sui difensori dell’acqua nel Veracruz.

Città del Messico / Almeno due contadini sono stati assassinati e centinaia di persone colpite dai poliziotti del Veracruz durante un’operazione per sgombrare il picchetto indefinito che il Movimento in Difesa dell’Acqua..

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Assemblea di Confluenza

Assemblea di Confluenza domenica 28 luglio alle ore 11.30 presso Venaus, durante il Festival Alta Felicità.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Le donne africane e la difesa della terra e dei beni comuni

Due articoli tratti dalla WoMin African Alliance, scritti in occasione della Giornata della Terra (22 aprile) e della Giornata internazionale della biodiversità (22 maggio).

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Collassi localizzati, debito ecologico e politiche pubbliche

Le inondazioni nel Rio Grande do Sul, una delle zone più ricche e potenti del Brasile, hanno provocato 163 morti, più di 80 persone disperse e 640.000 persone costrette a lasciare le proprie case.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La mappa degli impatti e dei conflitti delle Terre Rare. Sfide per una transizione verde e digitale

La Rare-Earth Elements Impacts and Conflicts Map documenta i processi controversi che si svolgono nelle catene di fornitura degli elementi delle Terre Rare (REE): siti di estrazione, lavorazione e riciclo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia, A69, bacini: azioni seriali di disarmo contro le aziende ecocide

Macchine incendiate nel cantiere della A69, un bacino scoperchiato nella Vienne

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Argentina: dalla cordigliera alla meseta e alla costa, la lotta di un popolo per l’acqua

Tra il 15 e il 21 dicembre 2021, il popolo del Chubut abrogò la Legge di Zonificazione Mineraria che era stata approvata sei giorni prima, senza consultazioni, dai deputati provinciali.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dalla Francia all’Italia, la terra si ribella

Domenica 12 maggio una delegazione del movimento francese Soulèvements de la Terre era a Roma per incontrare altri movimenti ecologisti e invitare alle prossime mobilitazioni. Un racconto a più voci di un importante momento di scambio.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La strategia estrattivista per entrare nei territori ancestrali raggiunge il suo apice

Il conflitto per il territorio degli Shuar, causato dagli interessi minerari, va avanti da più di 20 anni. Ma questa volta è diverso, sembra essere l’ultima battaglia.