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Piacenza: la classe operaia combattiva risponde decisa e compatta alle provocazioni della Questura

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Condividiamo il comunicato dei SI Cobas sulla grande manifestazione a Piacenza di ieri, in risposta all’assurda operazione di polizia nei confronti degli animatori del sindacato e degli operai in lotta. In coda al comunicato la corrispondenza dalla piazza di Radio Onda d’Urto.

 

Carlo e Arafat liberi subito!

Più di 3000 in piazza oggi a Piacenza per la manifestazione contro l’ondata repressiva che ha colpito 25 lavoratori e ha portato Arafat e Carlo agli arresti domiciliari.

Una giornata che si è svolta in un clima surreale, con continue provocazioni da una Questura che ha dapprima autorizzato il viale Pubblico Passeggio, per poi blindarci e recintarci n un fazzoletto di pochi metri: un atto inaudito e criminale, che ha determinato un mega assembramento di migliaia di manifestanti ammassati l’uno sull’altro, e di cui i tutori dell’ordine si assumeranno la responsabilità nel caso in cui le loro gesta scellerate provochino focolai di contagio.

Per questo, per senso di responsabilità verso la salute dei lavoratori e dei compagni, abbiamo deciso di lasciare il viale e spostare il presidio nella piazza adiacente per il comizio.

Tra gli interventi appassionati dei lavoratori del SI Cobas e quelli di sostegno dei solidali, è emersa con forza la determinazione a non permettere che padroni, governo e questure usino a loro piacimento il codice penale con lo scopo di fermare le lotte in corso a Piacenza e in tutta Italia contro lo sfruttamento e l’uso capitalistico della pandemia.

Abbiamo gridato a voce alta che Carlo e Arafat devono essere liberati subito, e che i veri criminali sono dall’altra parte della barricata.

Importante, tra gli altri, la partecipazione degli operai della Texprint di Prato, che da settimane stanno combattendo eroicamente contro tutto e tutti per affermare un diritto basilare: quello di lavorare non più di 8 ore al giorno e non ammazzarsi di straordinari, per di più non pagati.

La nostra linea di condotta, ribadita da numerosi interventi dei delegati nella logistica piacentina, è che non basterà la repressione a fermare il processo di riscatto che da 10 anni attraversa questo settore.

Una linea confermata dall’intervento del coordinatore nazionale Aldo Milani, nel quale sono stati rilanciati i prossimi appuntamenti: lo sciopero del 26 marzo, partito dai rider, allargatosi alla logistica e ora anche alla scuola e ai trasporti, e un primo maggio di lotta internazionalista in cui riaffermare la nostra ferma opposizione al governo Draghi e ai piani padronali.

La piazza di oggi ha mostrato in maniera energica la vitalità e il protagonismo dal basso che da sempre caratterizza il nostro movimento, ed è solo la prima, immediata risposta, ai teoremi repressivo delle Questure e delle Procure.

Siamo solo gli inizi.

Le lotte non si processano

Toccano uno toccano tutti

SI Cobas nazionale

 

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