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Firenze, occupato stabile del Monte dei Paschi: la casa è un diritto

Questa mattina sedici famiglie, con il sostegno del movimento di lotta per la casa, hanno requisito lo stabile di via Nigra di proprieta’ del Monte dei Paschi di Sienaper garantirsi il diritto alla casa.
Lo stabile era sfitto da molti anni, oggetto di una delle tante azioni speculative diventate l’ emblema della citta’ del bello…
Tutto questo mentre la crisi economica distrugge la vita di milioni di persone lasciandole senza lavoro, senza casa, senza dignita’ e quindi sole.
Pensiamo che questo stabile, come molti altri in citta’, debba tornare ad essere un bene comune…garantendo il diritto alla casa a queste famiglie e di molte altre e garantendo spazi di socialita’, liberta’, di respiro in una citta’ che ormai e’ diventata la merce di pochi ricchi.
E’ finito il tempo di sacrifici, umiliazioni, riprendiamoci la citta’ a cominciare da questo palazzo, ripristiniamo un minimo di principio di uguaglianza sociale, solidarieta’ e di mutuo soccorso!

RIPRENDIAMOCI QUELLO CHE CI SPETTA

Gli occupanti di via Nigra e il movimento di lotta per la casa.

da cortocircuito, arresto di sistema

vedi anche l’articolo del Corriere Fiorentino

Occupato un palazzo sfitto. Lo stabile secondo il Movimento di lotta per la casa era sfitto da anni. Ci sono dentro 16 famiglie

Il Movimento di Lotta per la Casa torna ad occupare. In una palazzina di sei piani di via Costantino Nigra, di proprietà di Valorizzazioni Immobiliari (società satellite del Monte dei Paschi di Siena), ha fatto irruzione domenica mattina una ottantina di occupanti: cittadini marocchini, nigeriani, eritrei e rumeni, ma anche molti italiani, quasi la metà del gruppo. «Si tratta di persone sotto sfratto o senza casa, alcuni sono richiedenti asilo abbandonati dal Comune di Firenze – spiega Lorenzo Bargellini, leader del Movimento – noi diciamo che Mps, che è sotto inchiesta per vicende poco chiare e che ha ottenuto ingenti finanziamenti dal governo, ora dovrebbe farsi carico dell’emergenza sociale e non intervenire contro gli occupanti, visto che ha anche lasciato questo palazzo abbandonato per anni. Altrimenti chiediamo che il Comune requisisca il palazzo o imponga alla società degli affitti sociali».

Sono sedici gli appartamenti della palazzina di via Nigra, alcuni grandi anche fino a 120 mq. Alcuni dei quali sfitti dagli anni ’80. A raccontarlo è l’unico abitante regolare, Giancarlo Putotto, che vive al penultimo piano da quando era bambino: «La proprietà non ha mai avuto interesse a tenere occupati questi appartamenti – dice – e ora vuole buttare fuori anche me, perché da un anno e mezzo sono sotto sfratto. E pensare che mi ero pure offerto di comprare l’appartamento. Ma non mi hanno mai risposto». «Questi ragazzi non fanno che bene a prendersi le case vuote» dice la moglie riferendosi agli occupanti. Tra i nuovi arrivati, c’è anche una ventina di bambini. Rosario, fiorentino, ne ha addirittura tre: «Faccio il muratore, ma con la crisi si lavora poco – racconta – abitavo in un appartamento, ero sotto sfratto perché non riuscivo più a pagare. Ho preferito venire qui e prendermi una casa di una grande società che continuare a pesare sulle spalle del mio padrone di casa, che non è un uomo ricco». «Noi la crisi non la paghiamo e le case sfitte occupiamo» recita lo striscione appeso su un balcone della palazzina. Gli appartamenti non sono in buone condizioni, spesso le piastrelle dei pavimenti sono spaccate, mentre gli impianti fognari in molti casi non funzionano. «Non me ne importa, almeno ho una casa» spiega una nigeriana di 45 anni; la donna, da 23 anni in Italia, versa qualche lacrima pensando al figlio che ha dovuto rimandare in Nigeria perché da quando ha perso il lavoro da cuoca in un grande albergo fiorentino, non ce la faceva più a mantenerlo. «Se non si risolve in qualche modo questa situazione di emergenza sfratti – dice il consigliere comunale di Sel, Tommaso Grassi, presente in via Nigra – questo sarà solo l’inizio». Ma il titolare del Caffè Lungarno, che è in affitto al piano terreno, racconta che la proprietà avrebbe intenzione di ristrutturare a breve l’immobile, frazionando i grandi appartamenti: «Questa situazione è una polveriera – spiega – ci sono almeno due persone che hanno già pagato la caparra per comprarsi casa qui».

Giulio Gori

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