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Continua la persecuzione ai danni di movimenti per il diritto all’abitare


Dopo gli arresti di febbraio, insieme ad altri 15 compagni, dopo i mesi di obbligo quotidiano di firma, dopo il plateale arresto di Paolo durante una conferenza stampa a Montecitorio ed il ritorno di Luca e Paolo ai domiciliari, DIGOS e magistrati non ne hanno ancora abbastanza.
Quest’oggi hanno prelevato i due compagni dalle loro case per portarli a via Genova, per comunicargli che le loro case (occupate) non erano idonee alla loro permanenza agli arresti domiciliari, minacciando pertanto di trasferirli in carcere.
Le motivazioni, ovviamente, erano del tutto pretestuose. Tanto più che, nel caso di Luca, la casa era la stessa giudicata idonea solo pochi mesi fa, dagli stessi magistrati. Alla fine i due sono stati scortati presso le abitazioni di alcuni compagni che si sono resi disponibili ad ospitarli.

Il comportamento delle forze della repressione, completamente al di fuori di qualunque consuetudine procedurale, rende manifesto l’intento persecutorio contro i movimenti per il diritto all’abitare, che evidentemente devono aver creato più di qualche grattacapo ai piani alti del nostro paese.
Esso si affianca, in un attacco a tutto campo, agli sgomberi, alle manganellate, alle leggi “ad hoc” (articolo 5 del decreto Lupi), alle campagne diffamatorie sulla stampa, ormai unanime nel criminalizzare un movimento vivace e conflittuale così come nel cantare le lodi del trionfante Renzi.
E se, in altre epoche storiche, al bastone della repressione si accompagnava la carota di qualche misura palliativa volta a smorzare le contraddizioni sociali, oggi il governo punta a soffocare brutalmente il conflitto, mentre tira dritto sulla strada del “rubare ai poveri per dare ai ricchi”.
Proprio per questo gli arresti e le persecuzioni ai danni di compagni e compagne non sortiranno gli effetti desiderati da chi li mette in atto: è impossibile reprimere con questi mezzi i movimenti sociali che, come i movimenti di lotta per la casa, rappresentano la risposta collettiva ai bisogni negati e l’unica speranza possibile per settori sociali sempre più numerosi di un miglioramento delle proprie condizioni di vita.

LUCA E PAOLO LIBERI

Movimenti romani per il diritto all’abitare

 

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