Bologna, lavoratori Coop Tre in sciopero e picchetto ottengono un primo accordo!
I lavoratori, organizzati nel sindacato SI Cobas e sostenuti da diversi compagni e compagne del Laboratorio Crash!, chiedevano a gran voce che le mensilità arretrate fossero pagate quanto prima e che venisse fatta una seria valutazione, con riconoscimento su contratto, delle effettive mansioni svolte ed ore lavorate a partire dalle tante ore di straordinario non riconosciute loro.
La forma prescelta è stata quella del picchetto, dove diversi interventi al megafono hanno scandito le richieste dei manifestanti e la cui determinazione ha portato anche all’allontanamento dei lavoratori chiamati – illegalmente – a sostituire gli scioperanti.
Nel corso della mattinata è stato bloccato l’accesso sia in entrata che in uscita ai camion che raggiungevano la sede postale, lasciando il blocco solamente nel momento in cui si è raggiunto una bozza di accordo che prevede il pagamento delle mensilità arretrate all’interno della prossima busta paga e un incontro in settimana prossima, presumibilmente mercoledi o giovedi, dove andare a definire invece il tema del contratto e delle prestazioni lavorative dei manifestanti.
Una nuova tappa, quella di oggi, del percorso dello sciopero sociale, ovvero della costruzione dinamica di forme di blocco della normalità dello sfruttamento: già il 16 ottobre scorso abbiamo visto la città e l’interporto essere scossi dalla dignità della Bologna Meticcia.
Quella Bologna Meticcia che il 22 ottobre, mercoledì prossimo, si muoverà alla volta del SAIE per andare a contestare la Fiera del Cemento e della Speculazione, che nei giorni della tragedia di Genova e dell’emergenza abitativa bolognese e nazionale tornerà a ripetere i mantra della cementificazione e della devastazione territoriale.
Di seguito il comunicato del SI Cobas sulle condizioni di lavoro degli scioperanti:
Da giovedì 16, giorno del grande sciopero generale della logistica che ha visto l’interporto di Bologna paralizzato per l’intera giornata, i lavoratori dell’SDA Interporto di Bologna sono in sciopero. La società cooperativa Tre, in appalto per la movimentazione merci all’interno dell’impianto, è in regime di contratto di solidarietà ma nonostante ciò i lavoratori continuano a prestare lavoro straordinario.
Il S.I. Cobas ha più volte richiesto di aumentare le ore lavorate essendo aumentato e costante il numero dei colli lavorati. Ovviamente c’è il diniego da parte della cooperativa per una simile soluzione poiché nella situazione attuale ha evidenti vantaggi in termini di riduzione degli oneri salariali. A ciò si aggiunga che i lavoratori vengono retribuiti dopo sessanta giorni e la chiusura è più che totale rispetto alla richiesta di essere retribuiti nei termini previsti dal contratto collettivo.
A tal proposito fu da noi proposta anche una gradualità per arrivare a tale soluzione per agevolare la controparte ad arrivare a tale obiettivo. Possibilità che ci è stata negata, evidentemente la cooperativa Tre pretende di continuare ad agire in piena illegalità. A seguito dello sciopero continuato dei lavoratori la stessa SDA ha pensato bene di chiudere il suo impianto all’interporto e spostare le lavorazioni nel CMP di Poste Italiane di Via Zanardi 30 a Bologna in cui opera sempre la stessa cooperativa: di fatto i lavoratori in sciopero vengono sostituiti da altri lavoratori della stessa cooperativa venuti a posta da Roma.
Per questo poniamo il nostro veto rispetto alla permanenza della stessa cooperativa all’interno dell’appalto dell’Interporto. La sciopero continua ad oltranza: l’SDA dovrà assumersi le proprie responsabilità rispetto alle situazioni di illegalità portate avanti dalle cooperative operanti in appalto presso i propri impianti.
Coordinamento provinciale di Bologna
Sindacato Intercategoriale Cobas
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