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Assegnazioni di case a Palermo: solo la lotta paga!

Da tempo ormai, siamo abituati a proclami e promesse dell’Amministrazione comunale sull’assegnazione di case per le più di 1500 famiglie in lista e per quelle che sono più di 10000 in attesa di alloggi popolari. Ma a fronte dei 40000 edifici sfitti e abbandonati, il gioco dei nostri politicanti cittadini è stato ben diverso e ha piuttosto favorito, con immobilismo d’intervento e il silenzio sulle centinaia di sfratti, quella che è diventata un’emergenza abitativa senza eguali prima d’ora a Palermo. Se poi oltretutto, si guarda nello specifico, ad esempio ai progetti di “riqualificazione urbana” e pedonalizzazione di alcune aree del centro storico, come il quartiere della Vucciria, è manifesta la volontà istituzionale di espellere un tessuto popolare dalle zone storicamente abitate (altri migliaia di senzacsa!), in favore di un centro storico vetrina a uso e consumo dei palazzinari prima e turisti dopo. Cioè, nonostante l’emergenza abitativa abbia raggiunto livelli spaventosi, non crediamo affatto alla buona fede degli Assessori, o alla volontà di questi di guardare a problemi e bisogni dei palermitani meno abbienti; ma crediamo solo alla lotta di questi anni. Come crediamo che solo con la lotta, il protocollo d’assegnazione siglato oggi, verrà concretizzato.

Se occupare case a scopo abitativo a Palermo non è certo un’invenzione di pochi, ma fenomeno sociale ampiamente diffuso, da anni ormai, il Comitato di lotta “Prendocasa” porta avanti un lavoro, non solo di immediata riappropriazione con le occupazioni, ma anche di instancabile costruzione di una dimensione politica e di lotta con presidi, cortei, occupazioni di assessorati alla casa, picchetti antisfratto. Oltre a proporre dettagliati piani di autorecupero e ovviamente di utilizzo degli immobili confiscati alla mafia come ampissima risorsa (solo un mese fa altri 300 immobili sono stati consegnati al Comune) a cui attingere per dare soluzione all’emergenza abitativa. Dopo anni e anni di liste bloccate, non possiamo quindi che accogliere queste assegnazioni come una conquista, che seppur parziale ed effettiva solo nella sua continua riproducibilità, dimostra la capacità e la forza che il movimento di lotta per la casa è riuscito a mettere in campo, suscitando ed esasperando il dibattito mediatico e cittadino sulla questione. Essere stati in grado di accelerare i processi amministrativo/burocratici sull’assegnazione di case, non vuol dire affatto aver conquistato la garanzia del diritto alla casa per tutti e tutte. Ma l’ennesima conferma di come, la riappropriazione di spazi e risorse, la partecipazione di centinaia e centinaia di persone alle giornate di mobilitazione e ai momenti di piazza in difesa del diritto all’abitare, rappresentino fuor di dubbio la strada giusta; di come cioè sia la lotta quotidiana a rappresentare la strada giusta e irrinunciabile alla conquista di diritti e garanzie collettivi.

 

 

 

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