InfoAut
Immagine di copertina per il post

Da Suruç, confine di Kobane: un quadro della situazione su Turchia e comunità curda

Kobane non “è già caduta” come ha detto il presidente Erdogan – la città sta venendo ancora eroicamente difesa dalle orde dell’IS su tre fronti. Mentre ciò è compito delle YPG-YPJ, il confine turco è il luogo in cui il movimento curdo sta lottando per aprire un corridoio verso la città assediata. Sembra che, ambiguamente, il Valico di Frontiera di Mursitpinar nel distretto di Suruç di Urfa sia stato aperto ai peshmerga del PDK iracheno per permettere a persone, armi e beni di prima necessità di entrare ed uscire da Kobane. Verso tutti gli altri le attenzioni del governo turco sono differenti. I sei villaggi attorno al valico di frontiera sono nel mirino dell’esercito, che li sta sgomberando ripetutamente ed in maniera violenta. Il che è dovuto alla vigilanza resistente: il movimento si raduna in questi villaggi non solo per ostacolare il trasporto di militanti, armi e fondi dell’IS ma anche per organizzare catene umane e no border actions.

Le bombe dell’IS hanno colpito i villaggi e l’esercito turco ha fatto ricorso alla tortura ed aperto il fuoco oltre i consueti candelotti di gas che hanno colpito alla testa un discreto numero di persone e dispersone altre. La forza brutale contro i presidianti non hanno fermato il movimento dal continuare a radunarsi. Da ovunque sono arrivate persone a frapporre la forza dei propri corpi tra la richiesta di aprire il corridoio e la pratica della vita collettiva basata sul mutuo aiuto e la condivisione che siamo arrivati ad associare alla rivoluzione in Rojava.

La città di Suruç è cresciuta da circa centomila a piu’ di duecentomila persone. I rifugiati di Kobane che hanno parenti lì potrebbero godere di un tetto. Altri hanno trovato provvisoriamente casa nelle tendopoli o persino in piccoli negozi. In altri termini, la città è inondata di persone che hanno un unico obiettivo in testa: tornare a Kobane. Volontari da tutto il paese stanno prestando aiuto nelle tendopoli o nei magazzini – lo stato turco è assente, tranne che in alcune situazioni in cui occorra farsi scattare una foto o girare un video.

Inutile dirlo, l’intera città – abitanti del posto, rifugiati, militanti, volontari, tutti – si sentono parte della lotta e della guerra contro l’IS. Anche i bambini conoscono gli slogan ed i simboli della resistenza. Suruç è sempre stata una roccaforte del PKK. Lo stato turco ha fatto prosciugare l’acqua della città da quando la guerriglia soleva nascondersi nelle piantagioni nell’altrimenti piatta distesa, ora ridotta ad un deserto. La città è molto povera, e la differenza tra essa ed Urfa a distanza di 30 minuti è scioccante.

Şanlıurfa appartiene all’ AKP, ai centri commerciali ed all’architettura inspirata da quella di Dubai. Qui i curdi rivoluzionari rischiano le loro vite, se esprimono le proprie opinioni. Gli islamofascisti curdi o turchi sono forti qui, ed alcuni negozi hanno le bandiere dell’IS appese al muro. La situazione è persino peggiore nella vicina Gaziantep, dove almeno cinque persone sono state uccise dagli squadristi islamisti durante la rivolta, costata quasi 50 vite. Non è più un segreto che i pogrom di Gaziantep siano stati orchestrati dal Grande Fronte Orientale dei Predoni Islamici (IBDA-C), dal Partito della Libera Causa (Hüda-Par) di base in Kurdistan, dal Partito della Grande Unione (BBP), e dal Partito del Movimento Nazionalista (MHP) il quale, come mostra un video che è iniziato a girare, progetta in segreto la reazione contro le manifestazioni per Kobane ed una guerra civile. Come dicono questi gruppi, sono arrivati troppo tardi e sono stati passivi verso Gezi, ma ora sono pronti. La polizia a Gaziantep è stata individuata in un altro video mentre coopera con i pogrom degli squadristi contro curdi anche non militanti; molto probabilmente sentiremo ancora parlare di questi fascisti, che nella stessa recente registrazione si lamentano del fatto che l’IS è riuscito in 15 giorni in qualcosa che loro avevano invano tentato negli ultimi 10 anni, cioè a cominciare la “guerra islamica di liberazione”.

D’altra parte il sostegno all’IS da parte di alcune di queste frange, come da settori della polizia e dell’AKP è ormai comprovato. Lo si ode negli slogan pro-IS urlati dalla polizia nelle piazze come nei tweet di importanti parlamentari dell’AKP, che compano il petrolio prodotto nei territori dello stato islamico, mentre militanti dell’IS si introducono in Rojava travestiti da militari turchi. Secondo il leader curdo Ocalan imprigionato nei sotterranei dell’isola di Imrali (e come presagiscono i fatti di Gaziantep) in questa situazione potrebbe riapparire il JITEM – la controguerriglia istituzionale agita in passato dallo stato turco contro il suo popolo.

Nessuna meraviglia dunque che le forze laiche secolari turche siano la più grande minaccia all’attuale stato di cose sotto il dominio sunnita. Pochi media, o addirittura nessuno, parlano delle manifestazioni in solidarietà con Kobane svoltesi in numerose piccole città nell’ovest, nelle zone dominate dal Partito del Popolo Repubblicano (CHP). La popolazione alevita, tradizionalmente allineata a questo partito, percepisce la pressione sunnita come una minaccia assai più grave di quella del “partito fondatore della Turchia moderna” i cui leader un tempo hanno compiuto massacri contro di loro. Ricordando il coinvolgimento dei curdi nei massacri sunniti contro gli aleviti, questi ultimi hanno sempre preso posizione contro i primi. Questa posizione sta iniziando ora a sfaldarsi. Gli aleviti hanno sempre manifestato in sostegno a Kobane, e persino alcuni giovani del CHP lo hanno fatto e, in maniera piuttosto sorprendente, hanno mostrato il proprio supporto marciando tra gli slogan curdi.

Lo scontro tra forze secolari ed islamiste è del tutto evidente in Turchia, ed una guerra civile su queste faglie non è purtroppo impossibile. Tuttavia il BDP/HDP, gli Apocular – i seguaci di Ocalan – ed il grosso dei curdi e della sinistra turca faranno di tutto per mantenere la fragile pace; se è ancora possibile definirla tale, con il massacro di Roboski, le morti di Lice e le vittime della repressione contro la recente insurrezione ancora vive nella memoria.

Ciò che sembra essere cruciale è il movimento di Gezi, che sfortunatamente non è stato in grado di ricomporsi in piene forze per Kobane. Le dimostrazioni di solidarietà sono molte e spontanee, ma poco visibile. Il controllo della gendarmeria di Erdogan, d’altronde, è totale: è quasi impossibile riunirsi in gruppo nelle strade di Istanbul; ogni tentativo di costruire mobilitazioni di massa, dai sit-in di Taksim, Kadiköy e dell’aeroporto fino all’università, è stato accompagnato da violenze ed arresti. Si avvicina l’ora di una scelta decisiva per la sinistra turca. La domanda è: si è davvero in grado di compierla, se l’opzione di schierarsi con i curdi è la guerra civile – in un contesto ben più pericoloso di quello dei sanguinosi anni ’90?

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

curditurchia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il nuovo disordine mondiale / 28: l’antifascismo europeista e la diplomazia delle armi

La vera novità del nuovo giro di valzer di “The Donald 2.0” e dai suoi cavalieri dell’Apocalisse hi-tech è rappresentata dall’aggressività di carattere economico, ma anche politico, nei confronti degli “alleati” europei e non solo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Festival Altri Mondi / Altri Modi: i video della terza edizione

Si è conclusa la terza edizione del festival Altri Mondi / Altri Modi. Anche quest’anno centinaia di persone hanno condiviso quattro intense giornate di confronto, dibattito, socialità ed arte all’interno del giardino di Askatasuna.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sulla guerra in OpenAI e sull’intelligenza artificiale che promuove le diseguaglianze

Continuiamo la pubblicazione di contributi in vista della terza edizione del Festival Altri Mondi / Altri Modi che si terrà dal 10 al 13 aprile a Torino. Di seguito potete trovare un interessante articolo di Stefano Borroni Barale sull’intelligenza artificiale. Stefano parteciperà al dibattito di giovedi 10 aprile alle 18 dal titolo “Transizione energetico-tecnologica: intelligenza artificiale, sfruttamento e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Estrattivismo e scambio ineguale

L’estrattivismo è un concetto proveniente dal Sud globale. Deriva dal termine portoghese “extrativismo”, che originariamente si riferiva alle attività commerciali che coinvolgevano i prodotti forestali esportati nelle metropoli capitaliste.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale, lo Studio Ghibli e la natura del capitalismo

Sta generando molte polemiche il nuovo aggiornamento di ChatGpt che permette di creare immagini nello stile dello Studio Ghibli. A gettare benzina sul fuoco l’utilizzo spregiudicato che l’amministrazione Trump sta facendo di questo generatore di immagini per propagandare la sua campagna di deportazione degli immigrati. Sono molti i temi che apre questo aggiornamento: dal dibattito […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Conflitto sociale, repressione, media: ancora il caso Askatasuna

Richieste di risarcimenti stratosferici, interventi a gamba tesa di vertici giudiziari, aggressioni mediatiche a catena: la criminalizzazione del conflitto sociale si arricchisce di nuove pagine.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Marx nell’Antropocene

Un convegno a Venezia dall’approccio interdisciplinare invita a ripensare le possibili traiettorie di convergenza tra marxismo ed ecologia.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Islam politico e religione: reazione o possibilità emancipatrice? 

A gennaio 2025 a Torino è stata organizzata una auto-formazione con Said Bouamama, storico militante algerino che abita in Francia e con cui avevamo già avuto modo di confrontarci in passato. Le pagine che seguono sono la trascrizione (e traduzione) di una parte di quel momento e quindi restituiscono il flusso del discorso direttamente dalle sue parole.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Geopolitica e lotta di classe nella crisi di sistema

0. Si apre un tempo di incertezza, che non fa ancora epoca. Per conquistarne l’altezza, occorre rovesciare il punto di vista. E cogliere, nell’incertezza del tempo, il tempo delle opportunità. da Kamo Modena 1. «La fabbrica della guerra». Abbiamo voluto chiamare così un ciclo di incontri dedicati a guardare in faccia, da diverse angolature e […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Intervista esclusiva all’Accademia della Modernità Democratica e Foza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del Partito di Unione Democratica (PYD)

Abbiamo avuto l’occasione di realizzare questa intervista all’Accademia della Modernità Democratica con al suo interno un contributo (citato tra virgolette) di Forza Yusif, membro del comitato di co-presidenza del PYD..

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

PKK: rispetteremo l’appello del leader Öcalan, dichiariamo il cessate il fuoco

Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan” e dichiariamo un cessate il fuoco a partire da oggi. Tradotto da ANF Il Comitato esecutivo del PKK ha dichiarato in un comunicato: “Siamo d’accordo con il contenuto dell’appello del leader Öcalan così com’è, e dichiariamo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kurdistan: appello storico di Ocalan. “Tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi”

cL’atteso appello del leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, Abdullah Ocalan, è stato diffuso oggi pomeriggio, giovedì 27 febbraio 2025, ma senza l’atteso video-messaggio, evidentemente bloccato da Ankara. A parlare quindi deputate-i del partito della sinistra curda e turca Dem che si sono recati recata sull’isola-carcere di Imrali, dove Ocalan è detenuto da 26 anni. […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

TURCHIA: IL LEADER DEL PKK OCALAN INCONTRA PER LA SECONDA VOLTA UNA DELEGAZIONE DI DEM

Riprendiamo da Radio Onda D’urto: Dopo anni di completo isolamento, nel giro di poche settimane una delegazione del partito della sinistra curda e turca Dem, terza forza del Parlamento turco, ha potuto incontrare oggi, mercoledì 22 gennaio e per la seconda volta Abdullah Ocalan, leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan – Pkk, imprigionato dal […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Malpensa: bloccati i check-in di Turkish Airlines in solidarietà con il Rojava. Violenze contro i manifestanti

Ieri mattina, 9 gennaio 2025, in risposta ai continui attacchi della Turchia alla Amministrazione Autonoma Democratica del Nord Est della Siria (Rojava, DAANES), molti giovani hanno bloccano il check-in del volo a Milano Malpensa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: attacchi continui (ma respinti) dei turcojihadisti tra Manbij e la diga di Tishreen. L’aggiornamento con Jacopo Bindi dell’Accademia della Modernità Democratica

Nella Siria del Nord e dell’Est, dove da una dozzina d’anni è attiva l’esperienza rivoluzionaria dell’Amministrazione autonoma (Rojava), continuano gli attacchi incessanti contro le Forze democratiche siriane. Aerei da guerra turchi e droni dal cielo, oltre ai mercenari turcojihadisti via terra, colpiscono i fronti sud ed est di Manbij, per cercare di avanzare nella regione della […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: le SDF resistono agli attacchi turco-jihadisti. Il punto con il giornalista Murat Cinar

Le Forze democratiche siriane continuano la propria resistenza agli attacchi di stato turco e milizie jihadiste del sedicente Esercito nazionale siriano, controllato da Ankara.