InfoAut
Immagine di copertina per il post

Autonomia Contropotere – Seminario 2017

||||

È dal 2013 che non ci incontriamo in un seminario d’area. Il vortice di eventi attorno a noi non si è arrestato. Non siamo stati fermi. Sono stati per le nostre realtà ed esperienze organizzate anni di sperimentazioni, tentativi e costruzione di ipotesi. Contro questo presente. No, non abbiamo invertito l’inerzia della Storia, non abbiamo piegato la forza di chi la orienta come storia di questo occidente capitalistico. Abbiamo però provato a misurarci con il suo scorrere, e soprattutto con chi ci scorre dentro: le storie sommerse di chi nella nostra parte mantiene l’odio e cerca occasioni per il riscatto. Ora sentiamo il bisogno di fare il punto. Non certo per riperimetrarci entro un’identità statica. Nel catalogo di quelle date non ne vediamo di stimolanti e anche della nostra storia non amiamo farne museo. Non ci basta collezionare frammenti di possibilità, vogliamo farne realtà futura contro quello che siamo che siamo costretti a vivere nell’oggi.

“Se ogni passione, infatti, confina con il caos, quella del collezionismo confina con il caos dei ricordi”, ma alla prigione della memoria, preferiamo la sfida a campo aperto posta dal disordine del presente. C’è vertigine in questo? Sì, ma non smarrimento, perché non abbiamo mai rinunciato all’irriducibilità di ciò che orienta il nostro agire: la militanza come regola, la rottura come metodo, lo sguardo all’antagonismo per la sovversione di un esistente di sfruttamento. Ci teniamo alle proporzioni: non c’è da assolvere a una missione storica, non siamo un partito. Tutto è da conquistare. Cosa siamo? Siamo compagni e compagne ostinati a coltivare un’opzione di alterità, a partire dalle sue condizioni radicali. Radicali e radicate nelle pieghe della realtà. Quella che c’è, non quella che vorremmo. È quanto preserviamo di prezioso. Richiede autenticità, perseveranza, ricerca, metodo, pensiero, fantasia, azione. Richiede lo sforzo di non accontentarsi, la necessità d’incontrarsi e la volontà di scontrarsi.



In questi anni abbiamo visto la crisi trasformarsi in meccanismo di governo permanente, abbiamo assistito alla crescente distanza verso un sistema politico percepito come una metastasi, la dipartita di strati sociali sempre più ampi dalla patina di fiducia verso le istituzioni, il crollo del terreno della mediazione sociale e la conseguente sparizione in un baratro di chi ne ha fatto la sua ragione di esistenza. Ci siamo arrovellati, ci siamo messi in discussione, ci siamo lanciati per cercare di capire quale potesse essere un intervento antagonista che si situasse all’altezza delle contraddizioni del nostro tempo.
Abbiamo provato a sintonizzarci sulle tracce di una contrapposizione di massa che ha scompaginato ogni pretesa di ricondurre lo scontro politico alla distinzione tra destra e sinistra. Abbiamo provato ad attaccare il piano del politico dissolvendo in alcune contingenze la nostra identità più immediata ma sempre con lo sguardo fisso a una contrapposizione possibile nello sviluppo di piani ulteriori, per incrinare equilibri e colpire i nemici più prossimi: il Partito Democratico, Renzi e il renzismo, la Lega di Salvini. Siamo convinti che la rottura non arriverà di certo dalla progressione aritmetica dei collettivi o dall’accumulo lineare di credito alle nostre istanze e alla rappresentazione odierna della loro presenza sul territorio. Ma siamo anche anche convinti che l’organizzarsi nel territorio è la condizione imprescindibile per lo sviluppo di alternativa e alterità. Per questo abbiamo cercato di investire su un intervento sociale che oltrepassasse la crisi dei corpi intermedi. Non per tornare indietro, ma per approfondire quella crisi nel senso dell’autonomia dal sistema istituzionale dei movimenti interni alla classe: per una loro ingovernabilità. La nostra soggettività militante si è fatta più complessa nello sforzo di essere cerniera e traduzione tra ciò che si muove in basso e ciò che si muove in alto. Per far collidere queste due velocità, per incepparne la gerarchia.    


In tanti ancora non hanno elaborato il lutto della dipartita, si spera definitiva, del Movimento. Non solo tra gli eterni nostalgici di una dialettica sociale fuori tempo massimo ma anche tra i radicali di penna, si rimpiange, disorientati, l’epoca in cui era così facile compiacersi del proprio purissimo posizionamento. Quanto più è minima la propria forza di analisi e la propria capacità di determinare momenti di rottura, quanto più si parla e si straparla approfittando della tratto cardine della tanta odiata società neo-liberale: la parola è gratis. In troppi ancora non hanno realizzato che più il rapporto di capitale si approfondisce più saltano non solo le mediazioni ma anche gli interstizi, non c’è nessuna linea di fuga perché non c’è più nessun fuori dalla società capitalistica, la battaglia, per quanto difficile, comincia adesso e il terreno è quello del nemico.

Chi ci conosce lo sa, usiamo il termine rivoluzione con parsimonia. Non si tratta solo di un pudore linguistico che a troppi fa difetto, ma della sproporzione tra quanto fatto e quanto ci resta ancora da fare. Essere rivoluzionari non è un’opinione, non è un posizionamento e ancora meno una scelta, essere rivoluzionari è una conquista. Questa  si misura nella prassi. Fare la rivoluzione significa sedimentare una forza, per una parte, contro un’altra. Questa forza non è data dal ritrovarsi tra “rivoluzionari”, in una posa estetizzante quanto aliena a ogni contraddizione sociale, ma nell’organizzarsi nel solco vivo di quelle contraddizioni a partire dal sospetto che l’insofferenza possa farsi rivolta e da quel residuo irrisolto che tra uomini e donne resiste al rapporto capitalistico. Se questo offende le nostre certezze vuol dire che siamo sulla buona strada.
Sappiamo che la possibilità della rivoluzione non inizia e non finisce con noi, ma siamo qui per cercare come inizia nel mondo attorno a noi quando questo si incrina. Ecco, di questo vorremmo parlare, all’altezza di quello che siamo oggi e alla ricerca di un progetto perché una forza-contro cresca… come movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti.

▷ 15 Luglio

10:30-12:30. Relazioni
– Crisi, Europa e fase economica
– Geopolitica e mondo in tensione
– Meridione e crisi

12:30: pausa

13:30-17:00. workshop (in contemporanea)

– Migranti: dentro e contro il rapporto di accoglienza. A partire dell’esperienza dell’Ex Aiazzone di Firenze
– Donne e conflitto: quale prospettiva antagonista nelle lotte femministe? A partire dell’esperienza delle compagne di Pisa
– Quartieri, soggettività, territorio. A partire dell’esperienza di Anomalia Borgo Vecchio Palermo
– Spazi, bisogni e metropoli: la riproduzione sociale come possibile terreno di conflitto giovanile. A partire dall’esperienza del 36 di Bologna

▷ 16 luglio

Ore 10:00-13:00. Plenaria su lavoro, non-lavoro e conflitto.
– Quale operaietà oggi?
– Salario e debito, lavoro e riproduzione: ribaltare il rapporto tra lotte sul lavoro e precarietà.
– Cosa vuol dire scioperare?
– Alternanza scuola lavoro. Oltre il paradigma dell’economia della promessa.

ore 13:00 pausa

ore 14:00-17:00 Plenaria conclusiva.

Le discussioni si svolgeranno alla Taverna tortuga – ex cotonificio di Chianocco

 

-> Qui trovate una parte delle trascirzioni degli interventi introduttivi https://www.infoaut.org/seminari/autonomia-contropotere-seminario-2017

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

autonomia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Trump all’attacco dell’America Latina con la scusa della “guerra alla droga”

La tensione nei Caraibi ed in America Latina si fa sempre più alta. Alcune note per comprendere quanto sta succedendo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Gaza, un futuro di controllo della AI che ci riguarda

Se andiamo a leggere i piani di controllo dell’ordine pubblico prefigurati per la nuova amministrazione di Gaza, vediamo come questi convergano sulla previsione di un modello di sicurezza basato sull’integrazione di Intelligenza Artificiale (IA), robotica avanzata e sorveglianza aerea.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Un opuscolo su riarmo, genocidio e logistica della guerra

Ripubblichiamo un opuscolo realizzato dall’assemblea cittadina torinese STOP RIARMO.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Colonialismo accelerato: un piano contro la Palestina

Qual è la logica del piano Trump su Gaza? La costruzione di spazio meticolosamente controllato e depoliticizzato, cioè pacificato, per la circolazione, il consumo e la produzione del capitale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il bluff dell’ intelligenza artificiale

Perché la bolla speculativa è solo la punta dell’iceberg di un piano per consolidare il potere.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’ottavo fronte: la Cupola di Ferro Digitale di Israele e la battaglia narrativa

Mentre i suoi militari bombardano Gaza, nonostante l’accordo per un cessate il fuoco, Tel Aviv lancia un’offensiva parallela su internet volta a mettere a tacere le narrazioni della Resistenza, manipolare le percezioni globali e riprogettare la memoria digitale dei suoi Crimini di Guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecocidio, imperialismo e liberazione della Palestina/1

La devastazione di Gaza non è solo genocidio, ma anche ecocidio: la distruzione deliberata di un intero tessuto sociale ed ecologico.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Perché Trump vuole “salvare” Milei

Swap multimilionario del Tesoro Usa in cambio dell’impegno a cacciare la Cina dall’Argentina. Sospetti di fuga di fondi speculativi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Perché la Silicon Valley sostiene Trump

Nei racconti della Silicon Valley scritti da sé medesima, tutti disponibili in rete o in libreria, si legge di un capitalismo eccezionale, guidato da uomini fuori dal comune.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lo storico israeliano Avi Shlaim ha abbandonato il sionismo molto tempo fa. Ora è al fianco di Hamas

Shlaim, dell’Università di Oxford, sostiene che Hamas incarna la resistenza palestinese e si allontana persino dai suoi colleghi più radicali.

Immagine di copertina per il post
Culture

La rivoluzione come una bella avventura / 5: S-Contro, storia di un collettivo antagonista

Sergio Gambino, Luca Perrone, S-Contro, Un collettivo antagonista nella Torino degli anni Ottanta, con i contributi di Salvatore Cumino e Alberto Campo, DeriveApprodi, Bologna 2024 di Sandro Moiso, da Carmilla «Noi sentivamo di avere una collocazione forte! Io nell’84, quando abbiamo cominciato, avevo vent’anni, eravamo giovani, ma ci sentivamo di avere un grande compito e anche […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Autonomie e autodifesa in Amazzonia

Le autonomie territoriali e l’autogoverno popolare devono difendere i propri spazi in un periodo di crescente violenza statale e criminalità organizzata, che sono attori delle guerre di esproprio. di Raúl Zibechi, da Comune-info Se non lo facessero, sarebbero seriamente a rischio sia la sopravvivenza delle persone e dei gruppi, sia le autonomie. Tuttavia, molte autonomie […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

10 anni senza te, 10 anni con te. In ricordo del compagno Mario Bini.

A Picenengo, presso l’Osteria da Quinto (Cremona) giovedì 4 luglio alle ore 19.30 si terrà un momento di incontro e di ricordo di Mario, compagno autonomo e comunista.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il ciclo breve dei Csoa, tra spontaneità e organizzazione

Quello di Giovanni Iozzoli, militante e fondatore di Officina 99, uno dei più importanti centri sociali degli anni Novanta, è uno sguardo di parte ma laico.

Immagine di copertina per il post
Culture

Immagini di classe. Produzione artistica, operaismo, autonomia e femminismo

Jacopo Galimberti, Immagini di classe. Operaismo, Autonomia e produzione artistica, DeriveApprodi, Bologna 2023

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Il governo Meloni e noi. Appunti per la militanza..

Dopo i primi mesi di legislatura “democraticamente” eletta, cerchiamo di fotografare una prima parziale, ma quanto mai necessaria, analisi dei paradigmi, vecchi o nuovi che siano, su cui le istituzioni cercano di costruire la loro attuale legittimità di governo.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le Autonome. Storie di donne del Sud

Nel testo, l’autrice prova a tracciare – a nostro avviso con lucidità e schiettezza – le connessioni, spesso tortuose, tra i movimenti autonomi, i femminismi e la «questione meridionale», ponendo l’accento sulla difficoltà e sui nodi irrisolti dell’essere al contempo donna, femminista e militante al sud. 

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sainte-Soline: proposte per un’autonomia delle lotte

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa serie di traduzioni che partendo dalle lotte contro il mega-bacino idrico a Sainte-Soline aprono il dibattito sull’interpretazione dell’ecologismo e su quali strategie per un’autonomia delle lotte. Ci pare un dibattito interessante che pone alcuni interrogativi con cui sarebbe utile interagire, intanto buona lettura!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Autonomie nel Wall Mapu: territori in resistenza

Un mare di pini verdi tappezza la vasta superficie ondulata, dalle profonde valli fino alle altissime cime. Quando la distanza si tramuta in vicinanza, quando ci addentriamo nelle eterogenee piantagioni, il silenzio e la monotonia trasformano quel mare in un deserto disabitato.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Costruire dall’impasse

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa traduzione di un articolo di Javier Gil Rodrigo Calvo / Almudena Sánchez / Marina Rubio / Nuria Alabao / Francisco Gaitán / Emmanuel Rodríguez / Pablo Carmona. Pubblicato in castigliano su El Salto il 12/04/2022. Traduzione a cura di Pedro Castillo   Un gruppo di militanti di diversi collettivi madrileni riflette sul […]