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Torino rientra nell’Osservatorio? Già si sentono i primi scricchiolii

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Una virata di 180 gradi. Così anticipa con gaudenza La Stampa di Torino nella sua edizione locale. La Torino Lione alta velocità o meglio TELT, la società incaricata della realizzazione, tornano nell’agenda della città di Torino e nel governo della città metropolitana.

Un posto nei sogni o sarebbe meglio dire nelle ossesioni della nuova giunta Lo Russo. Mentre a Torino non emerge nessuna vera visione di futuro, che non sia l’ossessivo ritorno del futile (di nuovo la storia delle Olimpiadi? Ma davvero?) e la città affonda tra povertà, malagestione della cosa pubblica e persino calo demografico, il neosindaco non ha di meglio da fare che spendersi in una marchetta per Telt. D’altronde l’inutilità dell’Osservatorio è ormai conclamata da tempo. Eppure la campagna elettorale è stata ricca di richiami alla crisi climatica e vari strizzamenti d’occhio ai giovani che lottano per un futuro sostenibile. Come reagiranno a questa presa di posizione quelle figure che oggi siedono dentro la maggioranza in comune, ma che si sono dichiarate No Tav e magari nel tempo hanno anche partecipato alle lotte in valle?

Una vera e propria bomba ad orologeria innescata tra i banchi della sala Rossa dove gli equilibri tra le anime ambientaliste e quelle “cantieriste” sono quanto mai instabili. 

E sì, perchè con l’incubo che vincesse la “destra” a “sinistra” di tutto si è fatto e detto. Sinistra ecologista, le varie sinistre satelliti, tutti a sostenere con ogni possibile distinguo e premessa Lo Russo. Adesso si tratta di contare, se veramente non si è succubi al progetto di devastazione dei territori e di cementificazione di cui il sindaco si fa evidentemente portatore volentieri. 

Nulla di scontato per il neo sindaco che in continuità con i suoi predecessori ha scelto una linea “sprint” per affrontare i grandi investimenti e le grandi predazioni di denaro pubblico a discapito dell’ambiente e in favore della lobby delle costruzioni.

Questo inizio di mandato in città sembra sempre di più un appello a chiamata dei grandi potentati che in una prima battuta hanno visto il neo sindaco scattare sugli attenti e serrare i tacchi gradando “Presente!”.

Ora la storia e l’onestà delle persone ci diranno quanti insieme al rampollo della dinastia PD torinese grideranno “presenti!” di fronte alle vecchie e nuove speculazioni.

Qualcuno ha dei pronostici? La lunga storia del movimento No Tav ci dice che non ci sono governi amici. Saremo smentiti questa volta?

Da notav.info

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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