di Giorgio Ferrari
L’annuncio fatto dalle agenzie di stampa sull’intenzione del governo di presentare un emendamento che eliminerebbe il programma nucleare non è affidabile in quanto l’emendamento presentato è generico e non recita espressamente che sono abrogati il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e la legge 99 del 2009 negli articoli specifici che sono oggetto di referendum così come esaminati dalla Corte Costituzionale per l’ammissibilità.
Inoltre, bisogna tener conto che questo provvedimento dovrebbe essere approvato al Senato nei prossimi giorni per poi andare alla Camera che, verosimilmente, lo potrebbe approvare intorno al 20 maggio e solo allora (cioè con il provvedimento definitivo) la Corte Costituzionale potrebbe pronunciarsi sulla necessità o meno di svolgere ancora il referendum: cioè a due settimane dal voto.
Il tutto sembra concepito come manovra politica in vista delle elezioni e per depotenziare i referendum. Non è il caso di cantare vittoria e non bisogna assolutamente diminuire l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema del nucleare, pena anche un grosso danno al referendum sull’acqua.
Confermiamo ogni iniziativa in programma, denunciamo le manovre del governo, moltiplichiamo gli sforzi per far sentire le ragioni dei movimenti.
Giorgio Ferrari
Coordinamento antinucleare salute, ambiente, energia
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