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Mazzè: manifestazione contro il Deposito Unico di scorie nucleari

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Sabato a Mazzè nel canavese si terrà la prima manifestazione contro il Deposito Unico di scorie nucleari. La zona è tra i siti papabili per l’istallazione del deposito che stanno venendo vagliati da Sogin.

I cittadini di Mazzè e degli altri paesi interessati dal rischio della costruzione del Deposito Unico di scorie nucleari hanno lanciato per sabato 6 novembre la prima manifestazione popolare per dire no a questo ennesimo impianto nocivo che insiste su un’area già ampiamente devastata. L’area soggetta alla valutazione da parte di Sogin è di 150 ettari tra Mazzè e Caluso. Un’area agricola, ma nei pressi dei paesi. Nel caso in cui il progetto dovesse andare avanti alcune cascine verrebbero espropriate e la zona verrebbe completamente trasformata. Da diversi mesi ormai, cioè da quando è emerso che Mazzè era tra i siti papabili, cittadini ed amministrazioni si sono mobilitati per impedire il progetto. I media locali hanno tentato di gettare acqua sul fuoco, ma ad oggi pare che il rischio che infine sia proprio la località del canavese a dover ospitare il deposito è concreto.

Le perplessità sul progetto sono molte, a partire dalla collocazione, a pochi kilometri da zone abitate, pesantemente infrastrutturate e vicino a beni naturali e storici, per arrivare alle caratteristiche morfologiche del terreno, che presenta un fondo ghiaioso, fino alla presunta temporaneità del deposito: infatti Sogin afferma che sarà un impianto temporaneo, ma le scorie a bassa e media intensità richiedono 100 anni per perdere la loro pericolosità, e le scorie ad alta intensità andranno a dissolversi in 350 anni. Dunque il territorio sarà segnato per lungo tempo da questo progetto, nel caso in cui venisse seriamente cantierizzato.

Ad essere messa in dubbio è in termini generali l’opportunità della costruzione di un deposito unico nazionale, dove andrebbero a risiedere tanto scorie a bassa intensità, quanto scorie ad alta intensità che ritornerebbero in Italia dalla Francia e da altri paesi dove in passato erano state inviate per essere trattate. Mentre in Italia si discute di un deposito unico in superficie in altri paesi europei ed extraeuropei si stanno considerando soluzioni differenti. 

Mentre si insiste nel presentare il nucleare come un’energia pulita che potrebbe accompagnare la transizione ecologica, ancora si pagano le scelte miopi di un passato nucleare italiano per fortuna circoscritto e a cui la popolazione ha più volte ripetuto il proprio no.

Nel frattempo, poco distante, a Torrazza vi sarà il deposito dello smarino del Tav. Il comune è già stato inserito, insieme a diversi altri della Val di Susa tra i siti di interesse nazionale, cioè quei luoghi dove esiste una deroga dalla legalità ordinaria, collegata alla presunta strategicità dell’opera. C’è da immaginare che l’area di Mazzè potrebbe essere interessata da simili decisioni nel caso in cui il progetto avesse luogo.

La manifestazione contro il deposito unico delle scorie nucleari si terrà sabato 6 presso il campo sportivo di Mazzè alle ore 14:30. Qui l’evento.

 Qui l’audio di Radio Onda d’Urto sulla manifestazione:

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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