È di oggi il deposito di una sentenza della cassazione contro contro Concetta C., una signora di 45 abitante nel leccese che si era appellata alla clemenza della corte per essersi allacciata abusivamente alla rete elettrica perché in grave stato di necessità, senza lavoro, sotto sfratto e con una figlia a carico.
L’elettricità, argomentano i giudici della suprema corte, è “un bene non indispensabile alla vita […] infatti l’energia elettrica veniva utilizzata anche per muovere numerosi elettrodomestici della casa: semmai idoneo a procurare agi ed opportunità”. Nessuno stato di necessità insomma, postulano gli ermellini, visto che comunque a quel bisogno poteva rispondere “attraverso comportamenti non criminalmente rilevanti”.
Dietro l’arido linguaggio giuridico si nascondo due concezioni della povertà che si espandono a macchia d’olio e che, in un mondo in cui siamo sempre sempre più poveri, ci dovrebbero preoccupare tutti da vicino. Intanto quella di un abbassamento, per via giudiziaria, dell’asticella dell’ammissibilità delle proprie condizioni e quindi l’annullamento della pretesa di una vita dignitosa. Sembrano risuonare, nelle parole dei giudici, gli sguardi riprovevoli della grande borghesia industriale e dei suoi piccoli portaborse che, negli anni ’50 e ’60, obbligavano gli operai a comprarsi di nascosto la lavatrice, simbolo di un “lusso” e di un’emancipazione dalla fatica a cui non dovevano aspirare. E poi la presunta possibilità di soddisfare un bisogno senza urtare l’altrui legalità, la stessa che ha messo per strada, senza lavoro e senza prospettive Concetta. Una possibilità che dev’essere sembrata cristallina a giudici con prima, seconda e magari terza casa, con pannelli solari ed elettrodomestici di classe A++.
La crisi, si sa, è soprattutto una riorganizzazione delle aspettative di vita, di cosa sia normale e legittimo pretendere e cosa invece è nel campo del superfluo. Nel 2017 la cassazione sancisce che si può vivere senza energia elettrica. Aspettiamo fiduciosi la conferma per alimenti, cure mediche, riscaldamento ed allaccio alla rete idrica. Ci si può aspettare altro, in fondo, dalla loro Giustizia? Pretendere di vivere e di vivere bene è una conquista da riaffermare insieme non una concessione che verrà elemosinata da qualche giudice illuminato.
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