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Torino, continua la speculazione sull’accoglienza di migranti e rifugiati

Questi rifugiati si sono opposti, si sono rivolti a rifugiati e migranti che già da anni vivono in Italia e sanno cosa vuol dire essere “accolti” da un progetto per poi essere lasciati in strada. Molti di loro hanno vissuto all’exMoi, le palazzine del villaggio olimpico che oggi ospitano i rifugiati dell’emergenza Nord Africa. La stessa UNHCR ricorda che ad oggi sono proprio le carenze del sistema di accoglienza che costringono migliaia di rifugiati a vivere in occupazioni. Il Comitato di Solidarietà si è mosso con loro e assieme abbiamo deciso di bloccare il meccanismo, rimanendo nelle case per protesta, mentre un presidio dialogava con gli operatori di Terra del Fuoco che hanno deciso di non chiamare la polizia. L’associazione ha promesso loro altri tre giorni di permanenza, garantendo la buonuscita di 100 euro, ma questo non fa che allontanare di poco un futuro buio: senza una casa, senza un lavoro, in una gabbia che non li lascia scappare. Il regolamento Dublino II obbliga infatti tutti i rifugiati arrivati in Italia, a rimanerci, senza potersi spostare liberamente per cercare lavoro o ricongiungersi con familiari e amici in altri paesi europei.

L’Italia mostra il suo volto umanitario spendendo 10 milioni al mese per l’operazione militare di pattugliamento Mare Nostrum, ma nel frattempo il comune non eroga i fondi a Terra del Fuoco, impossibilitata a pagare i striminziti stipendi degli operatori. In tutto ciò i rifugiati dopo essere passati per cooperative e associazioni, per quanto virtuose, non hanno futuro. Questi progetti risultano assurdi se non prevedono nessun percorso oltre la prima accoglienza ne una reale prospettiva di integrazione in questo paese, che senza la possibilità di lasciare il paese finiscono nell’illegalità, a ingrossare le fila degli schiavi di Saluzzo o Rosarno, sfruttati per raccogliere i pomodori e le arance che finiranno sulle nostre tavole. Tutto ciò senza dare a loro neanche il diritto ad avere una casa e costringendoli a ulteriori atti illegali, come occupare una casa.

I primi responsabili sono il comune ed il governo, i quali hanno creato questo circolo vizioso che non serve a nessuno, se non a dare qualche lavoro a associazioni e cooperative e a far fare bella figura sui giornali. Non è possibile che i flussi migratori siano gestiti come questione di ordine pubblico, nascondendosi dietro la scusa dell’emergenza, senza affrontare realmente il problema.

Comitato Solidarietà Profughi e Rifugiati ExMoi

 

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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