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Queer e Bds boicottano il Torino Gay Lesbian Film Festival

Mercoledì 4 maggio presso il Cinema Massimo di Torino, è stata inaugurata la trentunesima edizione del TGLFF (Torino Gay&Lesbian Film Festival). Quest’ anno il Festival è stato colpito da dure critiche e azioni di boicottaggio in quanto sponsorizzato, per la terza edizione consecutiva, dall’ufficio culturale dell’ambasciata di Israele.

A promuovere il boicottaggio sono stati l’assemblea queer di Torino Ah Squeerto, Progetto Palestina, BDS Italia (campagna per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nei confronti dello stato d’Israele) e collettivo Boycott Israel. Il sostegno dell’ambasciata israeliana si è dimostrato essere l’ennesimo tentativo di Pinkwashing (‘’darsi una tinta di rosa ’’), ossia di strumentalizzazione delle tematiche LGBTQ al fine di rappresentare l’entità sionista come uno Stato sempre più democratico e garante dei diritti delle minoranze. Questa immagine mal si concilia con la realtà di Israele: occupazione militare, politiche di apartheid e detenzione amministrativa ovvero la possibilità di essere incarcerati senza processo e senza un’accusa.

Gli attivisti e le attiviste queer palestinesi dell’organizzazione Al-Qaws in un appello rivolto alla comunità internazionale hanno dichiarato: “Il pinkwashing è una strategia utilizzata dalla campagna Brand Israel per ottenere il supporto dei gay in altre parti del mondo. Si tratta semplicemente di un tentativo di rendere il progetto sionista più attraente per le persone queer. “

Come se non bastasse il TGLFF ha scelto come film di apertura “Stonewall’’ del regista Roland Emmerich, che stravolge completamente la storia dei moti del 1969, relegando a un ruolo di semplici comparse le vere protagoniste di quegli scontri, provenienti dalla comunità trans afroamericana sostituite dal protagonista gay bianco, cisgender e completamente inventato.

Studenti Indipendenti e Collettivo universitario LGBT Identità Unite hanno risposto all’appello per il boicottaggio del Festival ritirando la propria partecipazione al ciclo di incontri da loro precedentemente organizzata con il TGLFF. Le stesse ragioni hanno spinto anche la professoressa Chiara Bertone, una delle relatrici delle conferenze, a ritirare la propria partecipazione. In un comunicato pubblicato su BDS-Italia l’accademica dell’Università del Piemonte Orientale dichiara:

“Da molti anni sono impegnata in momenti di confronto e discussione sulle diseguaglianze di diritti e riconoscimento vissute da lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender, queer, e altre minoranze sessuali, convinta della loro importanza per trasformare una società fondata sul privilegio eterosessuale in una società più giusta per tutt*. Non credo vada nella direzione di costruire una società più giusta per tutt* l’operazione di “pinkwashing” del governo israeliano, che utilizza il sostegno a iniziative culturali LGBT per presentare un’immagine positiva internazionale mentre perpetua ed inasprisce le diseguaglianze di diritti e riconoscimento su base religiosa, etnica, di cittadinanza, all’interno dei territori occupati e di Israele. Come parte della campagna a livello internazionale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) si sta sviluppando globalmente un’attenzione a rendere visibile questa operazione, e si sta diffondendo la scelta di singoli e organizzazioni di prenderne le distanze”.

Nella serata inaugurale del Festival la cinquantina di solidali radunatesi davanti al Massimo per contestare il Festival e invitare il pubblico al boicottaggio è stato accolto dal solito ingente schieramento di Digos e forze dell’ordine a protezione dei pochi sionisti presenti per un’azione di contro-volantinaggio. Nonostante ciò il presidio è riuscito nel suo intento di disturbo della serata inaugurale convincendo anche diverse spettatori a non entrare.

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