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Prima assemblea pubblica all’ Ex Moi Occupato

Arrivati al 5 giorno ci possiamo dire soddisfatti dei lavori fatti finora: la luce c’è in entrambe le palazzine, l’acqua anche (anche se fredda) e tutti si sforzano a mantenere gli ambienti puliti attraversati, ricordiamolo, da più di 300 persone al giorno. E’ con grande orgoglio quindi che oggi pomeriggio le donne e gli uomini provenienti dall’Africa hanno aperto le porte alla città, nella prima assemblea pubblica organizzata per fare un punto della situazione e ringraziare tutte le persone solidali che col loro tempo e le loro energie stanno supportando l’occupazione.

Alle 18 quindi sono numerose le persone nel cortile interno delle palazzine Ex Moi, tra di esse anche molte provenienti dalle altre occupazioni migranti della città. Le prime valutazioni riguardano i percorsi di mobilitazioni dei rifugiati e delle rifugiate finora intrapresi, che non possono esaurirsi con un tetto sopra la testa ma che devono inevitabilmente chiedere di più: residenza, lavoro e la possibilità di portare avanti una vita dignitosa.

Scappati dalla guerra e catapultati in un sistema assistenziale che non ha saputo costruire alcunchè per il loro futuro, oggi i rifugiati si cimentano in un percorso nel quale non sono più assistiti ma diventano attori principali. Si decide che bisogna uscire fuori dall’Ex-Moi, farsi conoscere e vedere. La nuova occupazione non sarà un ghetto e si dialogherà col quartiere (cosa che in realtà sta già avvenendo dal primo giorno di occupazione) e soprattutto con la città.

In questo senso viene individuata la data del 10 aprile, giorno in cui Laura Boldrini sarà a Torino. Per quella giornata si costruirà una mobilitazione migrante insieme alle altre occupazioni presenti in città, capace di rivendicare diritti.

Tutto ciò avviene mentre le istituzioni si affannano nel rimbalzarsi responsabilità e doveri, indecise se trattare la questione come ordine pubblico o emergenza umanitaria. Sta di fatto che oggi le carte in tavola sono diverse da quelle di poche settimane fa, quando in sostanza sono stati interrotti i finanziamenti e centinaia di rifugiati si sono ritrovati fuori dalle strutture di accoglienza, per strada, e con un’invito in mano a lasciare la città.

L’occupazione dell’Ex-Moi, primo passo di un percorso di dignità, è appena iniziato. 

 

Ascolta Carlo del Comitato di Solidarietà con Rifugiati e Migranti durante la trasmissione Ondeprecarie (RadioBlackOut):

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pubblicato il in Intersezionalitàdi redazioneTag correlati:

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