InfoAut
Immagine di copertina per il post

Appello della Verdi 15. Il diritto allo studio non si sgombera

Sono andati a prendere gli occupanti uno a uno. Li hanno radunati tutti tra pianterreno e cortile. Poi hanno diviso italiani e stranieri, a ricordarci che non siamo tutti uguali, come vuole la linea politica del presidente leghista della Regione Piemonte Roberto Cota. Poi hanno isolato chiunque chiedesse spiegazioni o cercasse di tenere alto il morale cantando, a ricordarci che la via più rapida e indolore è perdersi d’animo. Una volta radunati e immobilizzati gli occupanti, sono andati stanza per stanza a distruggere tutto quello che trovavano. Hanno rovesciato il contenuto di frigoriferi e credenze. Hanno smembrato mobili e spaccato finestre. La stampa ha quindi avuto gioco facile per dipingere gli occupanti come dei disadattati che vivevano nel degrado. Del resto si sta bene a Torino d’inverno con le finestre senza vetri, non fa una piega. Del resto se la  magliettina non è più di moda gli si dà un tocco di colore spaccandoci sopra un vasetto di marmellata.

Tutto questo di fronte a Umberto Trabucco, presidente dell’Edisu, ente per il diritto allo studio che agli abitanti della Verdi aveva già levato il posto letto e la borsa di studio, e che oggi arriva a reclamare anche quello spazio che ci si era presi per vivere dignitosamente e continuare a studiare. Ciò che queste tetre figure non avevano calcolato è che la Verdi 15 Occupata non si è mai limitata a risolvere un’emergenza abitativa: la mattina del 30 ottobre, ancora una volta, tante e tanti hanno perso una casa, tutti uno spazio libero e comune.

A fronte di quanto accaduto, forti della solidarietà arrivata dall’intero paese, crediamo sia necessario che tutti prendano una posizione. Innanzitutto l’Università, la cui priorità deve essere tutelare gli studenti e le studentesse e il loro diritto ad avere una formazione. L’ateneo non può rimanere a guardare in silenzio: decine di ragazzi italiani fuori sede, pakistani, tunisini, serbi, senegalesi e di tantissimi altri paesi, come quando sono state tagliate le borse di studio, hanno come unica prospettiva di tornarsene da dove sono venuti, anzi, sembra che siano invitati a farlo.

L’ateneo di Torino ha speso miliardi per un nuovo campus universitario che di questo passo rimarrà vuoto. Anche perchè alla luce della politica di dismissione dell’ente Edisu come organo di garanzia del diritto allo studio in Piemonte sono tanti gli interrogativi sotto il cielo. La Verdi è stata sgomberata con il pretesto della ristrutturazione, ma all’oggi i soldi regionali e ministeriali non ci sono, non si sa se arriveranno, quindi: che destinazione avrà la residenza di via Verdi? si userà la ristrutturazione come scusa per poter poi cartolizzare lo stabile? sarà la privatizzazione e la speculazione a comandare le nuove vesti del diritto allo studio? La battaglia della Verdi 15 chiama in causa tutti perchè va ad aprire una tendenza nazionale, laddove lo studio viene espropriato del diritto.

Se in città non si è visto il crollo delle immatricolazioni, come succede nel resto del paese, è perchè a Torino l’emergenza abitativa non è ancora così stringente come in altre città. È chiaro però che le cose stanno cambiando. Il disegno dell’austerity prende forma: la città dei giovani, della quale il sindaco Piero Fassino si riempie la bocca,  diventa – giorno dopo giorno, taglio dopo taglio – una città solo di alcuni. Ragione per cui la questione sul banco non è più solamente universitaria, ma di tutti.

Quella stessa porta varcata il 30 ottobre dai dirigenti Edisu e dalla polizia oggi è chiusa, sbarrata. Una porta che, ogni giorno, a ogni ora, veniva attraversata da studenti e studentesse che sapevano di poter trovare nella Verdi 15 Occupata un posto tranquillo in cui studiare, magari con il sottofondo musicale di uno degli allievi del conservatorio che si esercitava. Da quella porta sono passati lavoratori e lavoratrici che non potevano permettersi di dare 100 euro al mese a una palestra, e che lì una palestra la trovavano, qualificata e prezzi popolari. Da quella porta sono passati migranti che volevano imparare la lingua italiana e italiani che ne cercavano un’altra: ‘tu m’insegni il francese, lo spagnolo, il tedesco e io t’insegno l’italiano, l’arabo, il serbo’. Da quella porta sono passati teatro, danza, fotografia, reading, musica: decine di artisti hanno portato e sperimentato nuovi linguaggi. E tanto altro ancora, la Verdi 15 Occupata è sempre stata ‘molto più di una residenza!’.

La mistificazione mediatica che celebra la liberazione dello stabile dagli usurpatori cattivi e dell’Edisu maltrattato che lo può finalmente restituire agli studenti bisognosi è insopportabile. Di quella vita multiforme che ha animato la Verdi 15 Occupata non si trova traccia sui giornali. La lezione che abbiamo imparato alla Verdi non sta dentro quelle mura ma nel nostro essere diventati comunità in lotta, attraverso e per una vita differente. Noi a quella vita lì, ora che la conosciamo, non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare: per condividere quest’insegnamento e per imparare ancora.

Per aderire all’appello: iostoconlaverdi15@gmail.com

La Verdi 15 che resiste

Palazzo Nuovo Occupato, 4 novembre 2012

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Formazionedi redazioneTag correlati:

appellosolidarietatorinouniversitàverdioccupataverdiresiste

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupazioni a Torino: cronaca di un mese senza precedenti.

Una cronaca dalle occupazioni e autogestioni delle scuole torinesi del mese di ottobre.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Occupare per la Palestina: Se la scuola sta in silenzio, gli e le studentesse alzano la voce!

Ripubblichiamo questo contributo scritto e pubblicato da “Riscatto – Cronache dalla Pisa che non si rassegna!” in merito all’ondata di occupazioni nelle scuole in solidarietà alla Palestina che si sta verificando in queste settimane a Pisa e non solo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

L’intelligenza artificiale a scuola ovvero del pappagallo stocastico

In sintesi: è insostenibile dal punto di vista ambientale, replica discriminazioni e stereotipi della società, standardizza scrittura e pensiero.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Senza dargli pace

In un mondo che scende sempre più in guerra, il problema che si pone è come rompere la pace che l’ha prodotta. da Kamo Modena «Senza dargli pace». È l’indicazione di metodo che ci consegna la lunga tradizione di lotta degli oppressi nel difficile movimento a farsi classe, tra sviluppo di autonomia e costruzione di […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra nelle università – Comunicato Conclusivo

Si è conclusa pochi giorni fa l’assemblea nazionale studentesca “Guerra alla guerra nelle università”, tenutasi il 13 e il 14 settembre nell’Università di Pisa, al Polo Piagge occupato.

Immagine di copertina per il post
Formazione

La banalità del male accademico: difendere un’ora di lezione e ignorare un genocidio

Di seguito pubblichiamo il comunicato uscito da Studentx per la Palestina Pisa e ripreso anche da Giovani Palestinesi e Rete Ricerca e Università per la Palestina in merito alle iniziative svolte in Università a Pisa in solidarietà alla Palestina e per dare seguito allo slogan “blocchiamo tutto”.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Assemblea geografa per la Palestina: quanto successo in parallelo al Congresso Geografico Italiano 2025 di Torino

Dal 3 al 5 settembre 2025, presso il Campus Einaudi e il Castello del Valentino di Torino, si è svolto il 34° Congresso Geografico Italiano. 

Immagine di copertina per il post
Formazione

Assemblea sulle scuole: organizziamoci per liberare le scuole dalla guerra

Partecipa anche tu all’assemblea sulle scuole che si terrà il 6 settembre a Venaus, per organizzare forme di lotta concrete che dalle scuole siano in grado di inceppare la macchina bellica.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra nelle università

Assemblea nazionale universitaria, 13-14 settembre, Pisa

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra: come organizzarci nelle scuole?

Nei contesti che attraversiamo occorre ripartire dalla concretezza del rifiuto per sabotare e opporsi realmente alla ristrutturazione, definendo con l’esperienza pratiche di conflitto riproducibili per bloccare sul nascere la guerra.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Provocazione fascista al Liceo Einstein di Torino: la polizia carica gli studenti

Gli studenti hanno risposto alla provocazione gettando i volantini nel cestino, ma pronti a difendere i fascisti vi erano gli agenti della digos e la celere che sono intervenuti malmenando gli studenti e le studentesse, caricandoli e fermando un ragazzo di 15 anni con tanto di ammanettamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupazioni e proteste per la Palestina: gli aggiornamenti da Napoli, Torino e Verona

Proseguono le mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: cariche alla manifestazione in solidarietà alla popolazione palestinese e contro il governo Meloni “Blocchiamo Tajani”

Una manifestazione indetta per contestare la loro presenza come esponenti del Governo Meloni, complice di Israele nel genocidio in Palestina.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La Procura, la Mafia e il Dissenso in salsa torinese

Domenica 12 ottobre una intera pagina della Stampa di Torino era dedicata al “Dissenso violento”.
Una pagina immonda (così immonda che non ce la sentiamo di pubblicarla) frutto della ormai consolidata collaborazione tra stampa e procura: il giornalista ricopia fedelmente il dispositivo emesso dal Gip, parola per parola, e correda il tutto con fotografie, nomi e cognomi dei giovanissim3 attivist3.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Inaugurazione del Salone dell’Auto a Torino: la protesta silenziosa delle Red Rebels di Extinction Rebellion

La cerimonia di inaugurazione del Salone dell’Auto 2025 è stata disturbata da Extinction Rebellion, con la presenza muta e solenne delle Red Rebels. Una critica al modello di mobilità e sviluppo che ogni anno viene riproposto nel centro di Torino e una denuncia della presenza di aziende coinvolte nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aggiornamenti dalla Global Sumud Flottilla e dalle mobilitazioni in Italia per la Palestina

Ieri sera l’ultimo aggiornamento dai canali della Global Sumud Flottilla riportava un avviso da parte di diversi governi di un probabile attacco israeliano, nei fatti la notte è passata con droni che hanno sorvolato continuativamente le imbarcazioni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuovi attacchi alla Global Sumud Flottiglia

Nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 settembre la Global Sumud Flottilla è stata interessata da attacchi tramite bombe stordenti, gas urticanti e materiali chimici non meglio identificati, che hanno causato danni ad almeno 4 navi – mentre ne hanno colpite almeno 11- e disagio agli equipaggi. Già dalla sera di martedì erano stati […]