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Può sembrare un luogo comune dire che è iniziato il campionato di calcio e quindi ora va tutto bene, ma non è così. La partita che si gioca nei palazzi del potere è il chiaro segno di debolezza di una politica che evidenzia ancor più il suo stretto legame con il potere finanziario e le sue strategie politiche in divenire.

Notizia di oggi è che la borsa, ancora una volta, al vociferarsi di una crisi si blocca e cala a picco mentre ritorna lo spauracchio (a cui nessuno crede più) dello spread: le solite minacce della euro governance finanziaria. Ma un altro elemento che potrebbe influire sull’attuale situazione del governo italiano è il risultato delle prossime elezioni tedesche che, in caso di sconfitta della super cancelliera Merkel, potrebbero consegnare allo scenario politico un cambio di strategia tedesca in termini finanziari.

Nel frattempo la politica si prepara a supportare i diversi scenari che si potrebbero delineare nei prossimi giorni tra ipotesi di un “governo salvo” o eventuali elezioni anticipate ma soprattutto avanza sempre più, in tutto questo marasma, il chiaro disegno di una parte politica che si rifà all’ala ex democristiana e che mira a riprendersi in mano le redini del paese. Il congresso di Cl celebrato qualche giorno fa, ha definito chiaramente quelle che dovrebbero essere le linee di governo, accolte sia da Letta -rimarcando il grande miracolo delle larghe intese su cui punta a tutto spiano- che da diverse anime cattoliche che si sono espresse chiaramente all’interno di quel contenitore. Nel frattempo, assistiamo a una vera e propria implosione interna ai due partiti maggioritari: da una parte un pdl che si scervella sulla leadership unica e dall’altra un pd con i vecchi che ritornano in auge scontrandosi per definire quelle che dovrebbero essere le linee politiche di un partito che di fatto possiamo considerare un “ dead party walking”.

Gli scenari cambiano di ora in ora con il solito Grillo alla porta che guarda, convinto che potrebbe essere il suo turno in caso di elezioni anticipate e che vede nella probabile crisi di governo un vero e proprio trampolino di lancio, senza considerare la perdita di consenso che in questi mesi si è manifestata nei suoi confronti. Il pd, dal canto suo, si trova tra l’incudine e il martello: da una parte le pesanti minacce di un pdl che giura vendetta nel caso in cui Letta e i suoi voteranno a favore della decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore (mandando a monte il sogno di Letta), dall’altra la consapevolezza di non poter fare altrimenti per non correre il rischio di perdere ulteriori elettori.

Ma in questo scenario, il governo continua con la sua opera di distruzione sociale, tra la farsa della ripresa e puntando ad una politica fatta di accordi internazionali e alleanze di potere strategiche, attraverso la militarizzazione e la devastazione dei territori come testimoniano gli accordi per comprare altri F35, il rinnovato impegno in Afghanistan, il potenziamento di basi militari Usa, etc.

Gli scenari imprevedibili che si stanno delineando non saranno certo determinanti: se cambiano le pedine in gioco, la strada tracciata dalla governance rimarrà sempre quella legata alla finanza europea e mondiale, attuando politiche sociali sempre più al ribasso che garantiranno un continuo impoverimento delle fasce più povere della popolazione. A questo dobbiamo prepararci fortemente per un autunno che potrebbe rivelarsi interessante se costruito in maniera intelligente, per far scattare quella scintilla a cui dare continuità e sempre più forza in tutto il paese.

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