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Assolti due imputati per la resistenza allo sfratto

Un’ assoluzione quella di oggi per i reati di resistenza aggravata e lesioni perché il fatto non sussiste, perché le deposizioni di alcuni agenti di polizia che quel 14 giugno caricarono il presidio antisfratto erano discordanti fra loro, perché i verbali dell’ufficiale giudiziario di quella mattinata sono spariti dagli uffici registri (chissà chi e perchè ha fatto sparire tali verbali…), perché l’ufficiale giudiziario non era presente quel giorno (in assenza del UG non si può eseguire nessuno sfratto) o meglio non era presente nel momento in cui le forze dell’ordine decisero di caricare il presidio antisfratto cercando, senza riuscirci, di eseguire lo sfratto, incontrando l’opposizione dei compagni.

Solo in un secondo momento arrivò l’UG quando ormai le cariche erano state effettuate (in assenza del UG non si può procedere in nessun modo e neanche cercare di eseguire lo sfratto con la forza) e i due compagni portati in questura. Da quel momento la determinazione della famiglia di non accettare nessun compromesso, continuando a resistere in casa, portò la proroga.

 

Di natura diversa invece la sentenza di stamattina per gli scontri del febbraio 2010 in difesa dello spazio occupato l’Ostile, sgomberato dalle forze dell’ordine dopo gli scontri davanti allo stabile di corso Vercelli.

La procura aveva chiesto da 4 a 6 anni per tutti, oggi le condanne sono state fra i 15 e 12 mesi per 11 compagni e sei assoluzioni.

 

Leggi il comunicato di Prendocasa sulla sentezza di assoluzione per i fatti del 14 giugno 2011:

Assoluzione in primo grado perché il fatto non sussiste.

Così si è espressa oggi la giudice del Tribunale di Torino nei confronti dei due imputati che il 14 giugno 2011 si opposero allo sfratto della famiglia di Patrizia, insieme al collettivo Prendocasa, studenti e studentesse, abitanti del quartiere di Lungo Dora Voghera e alla famiglia sotto sfratto.

I reati di resistenza aggravata e lesioni sono caduti di fronte all’inattendibilità delle versioni fornite dagli agenti di polizia che quel giorno presero parte alle cariche sotto la casa di Patrizia ma, fatto ancora più grave, è che i verbali del rinvio dello sfratto ottenuto grazie alla resistenza di quanti/e quel giorno erano presenti per supportare la famiglia,  sono spariti, introvabili, dissolti nel nulla.

Verbali che dovrebbero essere conservati in appositi registri negli uffici preposti, come prova dell’agire dell’ufficiale giudiziario che si appresta ad eseguire o meno uno sfratto.

In merito a questo vale la pena sottolineare e ricordare che quel giorno, il 14 giugno del 2011, alle prime ore del mattino erano presenti solo le forze dell’ordine (alcune camionette per un totale di 50 agenti in tenuta antisommossa), la famiglia all’interno dell’appartamento e alcuni giovani studenti insieme al collettivo Prendocasa. Nessun ufficiale giudiziario, l’unico che può eseguire uno sfratto e darne l’esecuzione o la sospensione. Motivo per cui i verbali sono stati fatti sparire… questo ci dà la misura di come vengono “gestite” queste tipo di operazioni.

Altro dato da sottolineare è come ormai l’emergenza abitativa, il disagio sociale che le famiglie vivono quando perdono la propria casa per colpa della crisi, delle speculazioni in atto, dell’assenza di politiche abitative concrete in grado di sopperire ad un’emergenza sempre più in crescita, venga trattata come mera operazione di ordine pubblico attraverso l’uso della forza dei reparti antisommossa della questura torinese.

A tutto questo ci vogliono risposte che ad oggi le istituzioni non sono in grado di dare, troppo impegnate a dover dribblare scandali di questo o quel parlamentare, troppo impegnati a mantenere i propri privilegi di casta.

Le risposte non sono, ovviamente, le sentenze di assoluzione come quella di oggi.

Ne prendiamo atto ma non ci basta: le risposte sono le tante occupazioni ad uso abitativo e le resistenze agli sfratti che stanno proliferando nella nostra città.

Collettivo Prendocasa – Torino

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