
“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy
Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.
Il trio rap più esplosivo d’Irlanda unisce le forze con il produttore britannico Sub Focus e con l’artista fantasma Banksy per un nuovo singolo, No Comment, che trasforma un murale censurato in simbolo di resistenza. Tra accuse di terrorismo, tribunali imperiali e l’ironia tagliente di chi non piega la testa, la risposta dei bhoys è semplice e devastante: silenzio come arma, arte come rivolta
Sono tornati. E questa volta non per fare rumore, ma per incendiare l’aria. I Kneecap, i bhoys di Belfast e Derry che hanno trasformato l’irlandese in un’arma di resistenza culturale, annunciano l’uscita di un nuovo singolo – “No Comment” – in collaborazione con il leggendario produttore elettronico Sub Focus, accompagnato da una copertina firmata da Banksy. Una triade esplosiva: musica, dissidenza e arte politica fuse in un unico detonatore estetico. L’annuncio, affidato al loro profilo X con il messaggio “Big news comrades ”, è un manifesto in sé: fratellanza, sarcasmo rivoluzionario e un’ironia che colpisce dove brucia. L’immagine concessa da Banksy proviene da uno dei suoi interventi più discussi, il murale apparso sulla facciata della Royal Courts of Justice di Londra, poi rimosso in fretta e furia. Rappresentava un giudice nell’atto di colpire un manifestante. Un gesto simbolico che nessun comunicato stampa governativo avrebbe potuto rendere più chiaro. Ora, quell’opera cancellata rivive proprio come copertina del brano: una washout version, una ferita visiva, la traccia fantasmatica di un atto di censura. In perfetto stile Kneecap, l’arte proibita diventa parte integrante della ribellione sonora. L’uscita è fissata per il 18 novembre, una data che suona già come un conto alla rovescia verso un’altra scossa nell’universo musicale e politico irlandese. È uno dei primi lavori pubblicati dal gruppo dopo il turbolento processo che ha coinvolto Mo Chara (Liam Óg Ó hAnnaidh), incriminato a inizio anno per un presunto reato di “terrorismo” ai sensi del Terrorism Act 2000 britannico, per aver esposto durante un concerto a Londra la bandiera di Hezbollah, organizzazione inserita nella lista nera di Westminster.
La corte, però, ha ribaltato la narrazione: il procedimento è stato dichiarato “unlawful and null”, nullo e illegittimo, per l’assenza delle autorizzazioni formali da parte dell’Attorney General e del DPP entro i sei mesi previsti. Una vittoria tecnica, certo ma dal sapore simbolico. Un colpo di ritorno contro il meccanismo giudiziario britannico che aveva cercato di fare di un gesto politico un atto criminale. Non sorprende allora che il nuovo singolo s’intitoli No Comment, la risposta standard a un interrogatorio di polizia, la frase che custodisce il silenzio come forma di resistenza. È un titolo che parla con il linguaggio stesso della repressione, trasformandolo in arte. I Kneecap, che da anni mischiano rap, gaelico e ironia acida, sono ormai un corpo politico più che un trio musicale. Ogni loro uscita è un graffio contro l’autorità, una rivendicazione di identità linguistica e autonomia culturale, una risata collettiva in faccia all’ordine costituito. E ora, con Banksy e Sub Focus al fianco, il loro messaggio raggiunge una nuova dimensione: l’incontro tra la controcultura urbana inglese e la dissidenza irlandese più viscerale. Sotto la patina del beat e del glitch, No Comment è una dichiarazione d’intenti. È Belfast che risponde a Londra con il suo linguaggio più puro: l’arte che non chiede permesso, la musica che non si scusa, il silenzio che fa più rumore di qualsiasi arringa.
Release: 18 novembre.
Giudici, preparatevi: stavolta l’aula sarà un rave.
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