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Programma del Climate Social Camp 2023

Dal 26 al 28 luglio si terrà a Torino la seconda edizione del Climate Social Camp, di seguito il programma completo.

Mercoledì 26 luglio h11:00
UN PANORAMA CHE CAMBIA TRA MILITARIZZAZIONE E TRASFORMAZIONE ENERGETICA
Come non stare a guardare?

I disastri climatici ed ecologici che caratterizzano la nostra epoca hanno cause ben chiare e sono la diretta conseguenza di azioni che sono state portate avanti dai nostri governi nel corso di decenni. Ci troviamo a fare i conti con alluvioni, siccità, ondate di calore, inverni che sono sempre più dei lunghissimi autunni. Le stagioni cambiano, i nostri paesaggi cambiano. 

A variare però è anche l’aspetto dei nostri territori e gli usi a cui vengono destinati. La trasformazione non riguarda solo il nostro clima, sempre più opere sorgono all’orizzonte a colpi di cemento: rigassificatori, basi militari, dighe si ergono per dettare la strada verso quella che chiamano sostenibilità e transizione ecologica. 

Con questo dibattito vogliamo approfondire le ragioni che ci hanno portato a questa escalation militare in nome di una finta trasformazione energetica e come questa si manifesta tramite lo sfruttamento dei territori e l’accaparramento sempre più sfrenato delle risorse naturali.

26 luglio – h.11.30
Workshop pratico di DISOBBEDIENZA CIVILE

In questo workshop imparerai le maggiori tecniche utili in azione e come sentirti sicurə facendo disobbedienza civile. Il prossimo autunno verranno organizzate molte azioni per cui questo è un primo passo per essere coinvoltə e iniziare a praticare la disobbedienza civile.

26 luglio – h.15
CEMENTO: MOTORE DI DEVASTAZIONE E DOMINIO

In tutta Italia stanno nascendo comitati di quartiere e movimenti territoriali per la difesa del patrimonio ecologico in opposizione a progetti di cementificazione venduti come riqualificazione sostenibile. Solo a Torino sono 4 i comitati che in diverse aree della città si attivano per lottare contro l’edificazione su aree verdi svendute dal Comune a grandi creditori privati. Questi processi di organizzazione spontanea rendono chiara la volontà delle comunità di scegliere del proprio territorio e quindi della propria vita ed evidenziano l’insostenibilità dell’abitare in città sempre più distanti dalla natura e quindi dalla possibilità di soddisfare i bisogni della popolazione.

Se l’industria del cemento fosse un paese, sarebbe il terzo più importante per emissioni di CO2, con 2 miliardi di tonnellate annue, dopo Stati Uniti e Cina. La sua produzione consuma circa il 10% dell’acqua disponibile sul pianeta. L’industria del cemento richiede un’estrazione annua di sabbia pari a 40 miliardi di tonnellate, devastando così spiagge, corsi d’acqua, laghi, foreste e terreni agricoli.
Grazie alla diffusione del cemento armato le architetture tradizionali stanno scomparendo, lasciando il posto a costruzioni standardizzate e industriali. Facendo perdere la ricchezza di un edificare locale a misura di persona e delle necessità del territorio. Inoltre, le prestazioni del cemento sono inferiori per molti aspetti in riferimento alle architetture premoderne: sono state dimenticate le tecniche tradizionali di conservazione del calore e di raffreddamento dell’aria o le tecniche antisismiche.
Il consumo di suolo crescente e la conseguente deforestazione espone il territorio a rischi idrogeologici importanti quali allagamenti, alluvioni e frane, inoltre l’impermeabilizzazione del suolo causa anche riduzione della capacità di trattenere umidità, fenomeno che insieme alla deforestazione espone al rischio di siccità.
Il potere realizza il suo paradigma di sviluppo attraverso la cementificazione, un paradigma basato su estrazione, accaparramento e dominio.
Il ruolo che la cementificazione gioca sull’ambiente e la società viene espresso attraverso l’organizzazione di grandi eventi e la costruzione di grandi opere,che consistono tendenzialmente in infrastrutture energetiche, belliche, di trasporto e connessione commerciale, tra cui si inseriscono anche dighe e mega bacini idrici.
Il cemento rompe i servizi ecosistemici fondamentali, mettendo a repentaglio la riproduzione di tutto il vivente e la sua salute.
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) pone tra gli obiettivi principali per il territorio italiano la cementificazione di ampie zone del paese: attraverso la costruzione di grandi opere e l’edificazione di strutture inutili va a colpire sia grandi aree naturali sia parchi urbani. Questo tipo di progetti ha dei tempi di realizzazione brevi affinchè i fondi siano assegnati per intero e ciò comporta sia l’imposizione nella realizzazione sia l’assenza di valutazioni effettive del loro impatto ecologico e sociale.
Con questo dibattito vogliamo approfondire quali sono gli effetti devastanti della cementificazione sul territorio, la popolazione e gli equilibri ecosistemici e articolare una proposta di azione ed organizzazione tra comitati e movimenti che si oppongono ad essa.

26 luglio – h.15
Workshop PRATICHE BRADIPE

Crediamo che il Camp sia un momento per incontrarci confrontarci e renderci strumento di lotta. Per questo abbiamo pensato di condividere alcune pratiche di arrampicata resistente!

Ispirat3 dalle foreste occupate del nord Europa, un workshop per chiunque abbia voglia di imparare a salire sugli alberi in sicurezza.
Il workshop è per tutt3 ma proprio tutt3, anche chi non ha mai arrampicato. Per chi ne fosse sprovvisto forniremo tutto il materiale necessario, ma ovviamente imbraghi, caschetti, moschettoni o dispositivi discensori sono i benvenuti.

Sarà a numero chiuso per riuscire a gestire meglio l’insegnamento, per prenotarti scrivici in dm!

26 luglio – h.15
Workshop MAPPARE IL POTERE

La cartografia non è solo un mezzo per comprendere fenomeni complessi, è uno strumento trasformativo che modella la nostra percezione della realtà. Ma come si decide cosa includere in una mappa? Come raccogliamo le informazioni necessarie e scegliamo il modo per rappresentarle? Quale tipo di mappe possono essere funzionali alle nostre lotte?

Esploreremo queste domande insieme: dall’esame delle infrastrutture del gas ai nostri privilegi, ci immergeremo nell’arte della cartografia armati di pennarelli colorati, fogli lucidi e immaginazione collettiva.

26 luglio – h.18
TORNEI CALCIO POPOLARE A 5

Anche quest’anno al Climate Social Camp ci saranno i tornei di calcio popolare a 5!

Per uno sport contro la cementificazione ed in difesa del verde e dell’acqua!

27 luglio – h.9.30
Il continuo cadere della goccia scava la pietra

La questione idrica è diventata, in questi anni, un campo di battaglia centrale; passiamo da mesi di estrema siccità ad eventi idrogeologici dalla portata distruttiva enorme.

Per quanto l’informazione mainstream tenti di scindere i campi, bisogna affrontare i temi come imprescindibilmente connessi, non solo poiché uno conseguenza dell’altro, ma anche in quanto la nostra opposizione deve riuscire ad aggredire la modalità emergenziale del governo che tratta questi fenomeni come isolati e catastrofici, senza considerare la responsabilità che il modo di organizzare la società ha nel provocare questi disastri. 

Invece che interrompere i processi di cementificazione e consumo di suolo che, insieme alla mancanza di piogge, rendono i terreni impermeabili, le istituzioni prendono la via tirannica di accentrare il potere decisionale nelle stesse mani che hanno generato la crisi ecologica e sociale in atto. Il Decreto Siccità ci chiarisce una direzione politica decisamente preoccupante e, dal canto nostro, non possiamo permettere di delegare la risoluzione della crisi a questo tipo di burocratizzazione che produce soluzioni tecniche utili solo a porre una toppa sopra una gigantesca voragine.
La privatizzazione delle società che si occupano dell’approvvigionamento idrico urbano ha provocato una gestione inadeguata del sistema di distribuzione e raccolta delle acque, mettendo il profitto degli investitori davanti al diritto all’acqua per tutte e tutti. Si preferisce risparmiare sulla manutenzione degli acquedotti provocando quasi un 40% di dispersione idrica, per guardare a mega progetti di natura spesso speculativa come gli invasi o le dighe, soluzioni che non affrontano il problema dello spreco idrico. I costi dell’acqua, perciò, aumentano ma l’accessibilità alla risorsa diminuisce creando sempre maggiori divari sociali, addirittura il conguaglio della tassa sull’acqua viene utilizzato come pretesto per gli sfratti oppure capita sovente che palazzine da centinaia di persone si ritrovino con l’allaccio staccato per morosità.
Nel comparto agricolo la situazione non è migliore, il governo ha gridato all’allarme per difendere l’agroindustria made in Italy solleticata dalla scarsità della risorsa idrica, quando è il comparto economico più idrovoro, decidendo di aggirare il problema con un ingente aumento dei prezzi sui beni di prima necessità. In tutto questo i piccoli agricoltori si ritrovano limitati nell’accesso all’irrigazione dal sistema dei consorzi che favorisce l’agrobusiness. L’ambiente montano è il primo territorio di sacrificio vivendo situazioni di razionamento dell’acqua anche nei mesi invernali e approvvigionamento attraverso autobotti nonostante sia proprio da lì che nascono le sorgenti che abbeverano industrie e metropoli.
I terreni di scontro sono molteplici e molto stratificati, l’obiettivo che ci poniamo è quello di mettere a sistema delle strategie che non rendano avversari territori che in modi diversi vivono lo stesso problema. E’ dirimente, in questa fase, individuare la controparte da aggredire e farlo da tutti i fronti in cui si manifestano le contraddizioni più profonde che non garantiscono dignitose condizioni di esistenza su questo Pianeta.

27 luglio – h.10
Workshop PRATICHE BRADIPE

27 luglio – h.10
Workshop ROOTS – RADICI

Una edizione speciale di ROOTS– RADICI il laboratorio di narrazione fisica in natura condotto da Serena Bavo. Un percorso artistico aperto a tutti per riconnetterci con la parte più intima e sincera di noi stessi immersi nel verde del parco sede del Climate Social Camp. Un percorso dedicato all’ascolto e all’osservazione dello spazio naturale, alla risonanza emotiva che produce in noi stessi e ai ricordi che evoca, per la realizzazione di una performance dove corpo e voce restituiranno al pubblico una visione poetica del rapporto tra persone e natura.

Numero massimo di partecipanti: 20 scrivici in dm per prenotarti!

Erathink Festival è il primo festival in italia di arti performative dedicato alla sostenibilità. Nato nel 2012 da un’idea di Serena Bavo, da 12 anni si occupa di promuovere attraverso l’atto poetico delle performing arts, una cultura lenta e armonica della sostenibilità integrata.
Tékhné APS dal 2010 promuove, attraverso i progetti che realizza, socialità, mutualismo, partecipazione e sviluppo del senso di comunità per contribuire alla crescita culturale della nostra società.

27 luglio – h.16
CRITICAL MASS

Il secondo giorno di campeggio attraverseremo insieme la città di Torino numerosə e rumorosə per toccare tutti i luoghi simbolo di cementificazione e speculazione edilizia

Torino è tra le città più inquinate d’Europa contando circa 1000 morti l’anno per patologie respiratorie provocate dalle polveri sottili, causate tra le altre cose anche dall’eccessivo traffico automobilistico, e conta il maggior consumo di suolo da cemento in Italia, arrivando al 65%

Nell’ultimo anno si è configurata città capofila per i progetti di cementificazione e disboscamento urbano supportati dai fondi del PNRR che per la natura stessa di questi fondi impongono accelerazioni nella realizzazione impedendo un coinvolgimento nella decisione della cittadinanza

Nella fase storica in cui viviamo, difendere il verde che resiste nelle metropoli è fondamentale per garantire territori più sicuri dal punto di vista idrogeologico e climatico; queste aree non possono essere trattate come accessorie, vanno anzi intese come mezzo necessario alla sopravvivenza dell’ambiente urbano

Con questa Critical Mass toccheremo tutte queste aree sottoposte all’attacco del nemico Cemento ma anche tutte le forme di resistenza che si battono per difendere i nostri territori e le nostre vite!

27 luglio – h.21
VOCI DAL MONDO

In questi ultimi anni il movimento ecologista ha saputo reinventarsi e ristrutturarsi in forme nuove e incisive. In altri territori processi rivoluzionari di lunga durata hanno reso l’ecologia un perno centrale della società.

Con questo dibattito vogliamo indagare le proposte organizzative che differenti movimenti rivoluzionari, sociali ed ecologisti praticano e il modo in cui queste sono state declinate nei diversi territori e nella società.
La lotta ecologista diventa una lotta sociale quando difende la vivibilità dei luoghi che abitiamo e quindi determina il modo in cui viviamo.
L’ecologia è la pratica comunitaria di scegliere cosa è giusto e utile per il proprio territorio, è quindi un veicolo di autodeterminazione.

L’ecologia è la presa di cura di sè e di ciò che ci circonda, ovvero la capacità di comprendersi in continuità e in codipendenza con tutto il vivente e il non vivente.
Primo tra tutti l’acqua è un bene primario che rende possibile la vita e la sua riproduzione e ne determina la qualità. L’accaparramento dell’acqua, la sua privatizzazione o privazione alla popolazione, assume diverse forme nel mondo, ma ha la stessa radice: l’accentramento del potere nelle mani di pochi.
Porsi a difesa dell’acqua, in quanto bene comune, è oggi una pratica necessaria per difenderci e difendere il vivente tutto. L’acqua nella sua universale importanza è un campo di scontro tra la vita e il potere, che può permettere l’intessere di una maglia di relazioni virtuose tra differenti gruppi sociali che vogliono opporsi alla sua sottrazione.
Porsi a difesa dell’acqua significa opporsi alle scelte scellerate di pochi, come i progetti di cementificazione, che vanno a modificare e rompere equilibri ecosistemici, imponendo alla popolazione modifiche del territorio con ricadute irreversibili e dannose.

Ci racconterranno le loro esperienze e prospettive di lotta La carovana El sur resiste dai territori del Sud del Messico, l’Accademia per la Modernità Democratica del Movimento di liberazione del Kurdistan, la brigata internazionalista di Askapena e il movimento Araba Bizirik dai Paesi Baschi, Soulevaments de la terre dalla Francia e un internazionalista del movimento Stop cop city di Atlanta, USA.

28 luglio – h.10
QUALE PROPOSTA?

PLENARIA

Vogliamo concludere il campeggio con una plenaria per mettere insieme le proposte, le idee e i pensieri che sono emersi dopo i tre giorni di dibattiti e iniziative, per capire insieme qual è la strada comune che vogliamo tracciare e percorrere. In un mosaico di lotte diverse, vogliamo riconoscere dei sentieri che ci possono avvicinare e comporre un discorso comune, valorizzando ogni piccola lotta e territorio

Ci uniamo in plenaria per capire insieme in quale modo e con quali metodi vogliamo sviluppare la lotta sui territori e con le persone che li vivono!

28 luglio – h.15
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, SETTORE INDUSTRIALE AD ALTA TECNOLOGIA E ESTRATTIVISMO

Dibattito a partire dall’impatto ambientale delle nuove tecnologie.

Grande spazio sta prendendo negli ultimi anni il dibattito sulla cosidetta intelligenza artificiale (IA). L’espansione di questo settore di innovazione tecnologica sembra inarrestabile e ineluttabile. L’IA ci viene presentata come la panacea di tutti i mali: volano per un’economia da quasi un ventennio stagnante, asset militare-strategico fondamentale e, ovviamente, colonna portante dello sviluppo di nuove tecnologie.

Ma cosa si nasconde dietro alla cortina di fumo sulla propanga del IA? Quale è il suo “lato oscuro”?

La così tanto sbandierata “innovazione” del IA è basata e poggia solidamente le sue base su un modello estrattivista a più livelli. Per funzionare l’intero comparto ha bisogno di una quantità enorme e sempre maggiore di energia per far girare i suoi server e i chip che ne costituiscono l’anima richiedono una grande quantità di terre rare (che rare non sono perché sono poco presenti sulla crosta terrestre ma perché richiedono processi lunghi e molto inquinanti di estrazione e raffinamento). L’”inteligenza” viene impartita alle macchina da centinaia di migliaia di lavoratori sotto pagati e serve poi a disciplinarne altrettanti in quei comparti industriali che fanno uso spasmodicamente di sistemi di razionalità ad alta tecnologia, la logistica su tutti.

I principi tassonomici e di classificazione che stanno alla base del IA corrispondono ad una precisa idea di “mondo” e di “natura” che alimentano asimmetrie di potere replicando all’infinito i modelli di vita e le infrastrutture dominanti.

28 luglio – h.16
THE OCEANS ARE RISING, AND SO ARE WE!

Cosa ci dicono i più recenti dati legati alla componente acquatica del nostro Pianeta? Dagli oceani ai poli, dal permafrost all’Amazzonia, ci stiamo avvicinando ad un tipping point climatico ? Come si riflettono nel nostro piccolo questi sconvolgimenti globali?

Come scienziati pensiamo di avere il dovere morale di agire e possiamo svolgere un ruolo essenziale nel mondo dell’attivismo. Nella seconda parte dell’incontro parleremo di quale possa essere una risposta sociale adeguata, proporzionale al collasso climatico in corso, e del perché necessitiamo con urgenza che gli accademici partecipino uniti, in prima linea, a questa lotta.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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