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Francia: a Lazarc le lotte ecologiste annunciano mobilitazioni “massive e determinate”

Dopo quattro giorni di incontri sul Larzac, i collettivi di lotta locali hanno fatto il punto della situazione e annunciato le loro intenzioni. Dall’agroindustria al nucleare, l’estate e l’autunno saranno ricchi di mobilitazioni in tutta la Francia.

Tradotto da Reporterre, immagini di © David Richard / Reporterre

L’hit Résiste di France Gall crepita attraverso i deflettori posti sulla paglia. Riuniti, gli ultimi resistenti, dopo aver sfidato raffiche di vento e acquazzoni, assaporano il calore confortante del sole della giornata. Il 6 agosto, nelle causses del Larzac, un’assemblea finale ha segnato la fine del raduno dei “Resistantes”.

Victor Vauquois, cofondatore di Terres de Luttes, una delle associazioni organizzatrici, spiega: “Quattro giorni di scambi, dibattiti, condivisione e festeggiamenti per mettere in comune le nostre esperienze e aspirazioni. Quattro giorni per coltivare le nostre speranze.

Non meno di 7.500 partecipanti sono scesi nei campi, in prestito dai contadini, e si sono immersi nell’oscurità dei numerosi tendoni. Più di 200 collettivi erano presenti per riunire le 600 lotte locali sparse in tutto il Paese. Recensite nella “Carte des luttes” di Reporterre per il 2019, un centinaio si sono già concluse con una vittoria.

Lungi dal suonare le campane a morto della rivolta, la chiusura degli incontri è stata segnata dalla presentazione dell’agenda militante per l’autunno. Un’agenda piena, con 60 organizzazioni che hanno già elencato su un grande tabellone decine di mobilitazioni future, “massive e determinate, come una strizzata d’occhio a chi pensa di fermare un movimento e la rabbia legittima con decreti, muri di polizia antisommossa e vessazioni giudiziarie”, ha annunciato Sara Melki, portavoce della Confédération paysanne.

Un’agenda di lotte locali

“Mi dicono in un auricolare che qui si è tenuta una riunione di ecoterroristi”, dice ridendo Enora Chopard, portavoce di Déroute des routes. Un attivista di Soulèvements de la Terre sale poi sul podio ed esprime la sua gioia per la costellazione di comitati locali di sostegno al movimento sciolto il 21 giugno dal Ministro degli Interni, Gérald Darmanin.

“Nonostante gli arresti e la repressione della polizia, continueremo a difendere la nostra terra”, ha dichiarato. L’8 agosto, il Consiglio di Stato sarà chiamato a pronunciarsi sul ricorso sommario (ndt. il Consiglio di Stato nel frattempo ha deciso per la sospensione della dissoluzione). Per il momento, il futuro del movimento rimane incerto, ma c’è già la promessa di un grande sollevamento “in autunno”.

Dai quattro giorni di incontri è emersa una serie di alleanze e sono state prese diverse decisioni. Il 13 agosto, nella regione del Lot, si terrà una manifestazione contro un progetto fotovoltaico di Total Energies, “che minaccia di artificializzare centinaia di ettari di terreno agricolo”, dice Sébastien, un contadino del sindacato. “E questo nonostante il fatto che i tetti industriali e i parcheggi siano più che sufficienti per realizzare tutti i pannelli solari di cui abbiamo bisogno”.

Idrofuriosi

Dal 18 al 27 agosto, una carovana dell’acqua andrà da Sainte-Soline a Parigi. “Siamo ancora indecisi sul nome della coalizione nata dalle lotte per l’acqua”, sorride un trentenne la cui bandiera rosa sventola al vento. “L’Hydre o les Hydrofurieux… Cosa ne pensate?”

Un attimo dopo, Julien Le Guet, portavoce di Bassines non merci, ha un pensiero per i quattro attivisti condannati qualche giorno fa nella città di Deux-Sèvres: “Loïc ha ora un braccialetto e gli altri hanno ottenuto la sospensione della pena. Unitevi a noi l’8 settembre a Niort. Ci saranno ancora nove compagni a finire sotto i ferri della giustizia francese. No bassaran!”

“Accettiamo le nostre differenze e i nostri disaccordi, ma data la gravità dell’offensiva che stiamo affrontando, abbiamo bisogno di stare insieme e di reagire come un tutt’uno”, continua Sara Melki, una delle organizzatrici.

“Oggi il movimento antinucleare è stato rilanciato”

Secondo Angélique Hugain, attivista di Bure, le “Resistantes” sono state teatro di un “momento storico”: “Perché oggi, giorno in cui commemoriamo i morti di Hiroshima, il movimento antinucleare è stato rilanciato”. Il 23 settembre la popolazione sarà invitata a marciare contro “il concetto spregevole della bomba nucleare”. Il 22 ottobre sarà invitato a radunarsi davanti alla centrale più vicina.

L’autunno vedrà anche il ritorno in azione della “Déroute des routes”. Il 7 ottobre, “tutti coloro che lottano contro un anello della catena agroindustriale sono chiamati a organizzare azioni e sabotaggi… a migliaia”, dice un attivista di Résistances Aux Fermes Usines (Rafu). Più tardi, nella primavera del 2024, si terrà una grande assemblea sull’altopiano di Millevaches, per organizzare la difesa delle foreste.

15.000 pasti e 50 tonnellate di…

I volontari hanno rivelato cifre sorprendenti: da giovedì a domenica sono stati serviti 15.000 pasti dalla nuova organizzazione intermense “Midi Croquante”, che promette di ripresentarsi per le prossime mobilitazioni.

Ogni giorno, inoltre, sono stati sfornati 400 chili di pane nei forni della Mobile Bakery International. “Avevamo stimato la vostra produzione di escrementi a 20 tonnellate… e l’avete portata a 50”, dice un incaricato dell’igiene, prima di aggiungere scherzosamente: “Tutto il frutto del vostro lavoro sarà depositato fuori dalle prefetture, per alimentare le azioni!”

È stato messo in atto un sistema per prevenire l’oppressione sistemica, Festivités fight sexism (FFS). I suoi membri hanno organizzato veglie giorno e notte. Sul palco, tuttavia, si sono rammaricati di dover “intervenire su ogni tipo di violenza sessista e sessuale, in particolare misoginia, transfobia, omofobia, queerfobia e aggressioni”.

Altri volontari hanno anche sottolineato la scarsa considerazione riservata al razzismo: “C’è ancora molto da fare per garantire che le questioni antirazziste e decoloniali siano considerate essenziali e alla base delle nostre lotte ambientaliste e anticapitaliste”.

“Ora, passiamo all’azione!”

Mentre la pace e la tranquillità tornavano sull’altopiano carsico, due dei contadini che avevano prestato la loro terra per il festival hanno detto qualche parola. Carole, commossa e con la voce terribilmente roca, ha sussurrato timidamente: “Grazie a tutti, è stato magico!”

Accanto a lei, Francis le ha accarezzato calorosamente la spalla e ha aggiunto: “Questi incontri si concludono oggi, ma nel mio cuore vorrei che continuassero. Abbiamo parlato molto per quattro giorni… Ora passiamo all’azione!”.

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